Il prossimo 20 settembre segna l'inizio di una fase cruciale per il governo italiano, con la presentazione a Bruxelles del Piano Strutturale di Bilancio (PSB). Questo appuntamento, atteso da famiglie, lavoratori e partiti politici, delineerà la traiettoria della manovra economica per il 2025, con l'intento di dare sostegno al ceto medio e alle famiglie. Tra le misure al vaglio, spiccano la revisione delle aliquote Irpef e il rafforzamento delle politiche per incentivare la natalità, con risorse che potrebbero variare in base agli esiti del concordato preventivo, una misura volta a generare nuove entrate fiscali.
Le priorità della manovra: sostegno alle famiglie e riduzione delle aliquote
Il governo è impegnato su due fronti principali: il sostegno alle famiglie e la riduzione delle aliquote Irpef, in particolare per i redditi medi. L'obiettivo è trovare le risorse necessarie per finanziare queste misure, che potrebbero dare sollievo a milioni di cittadini italiani. Maurizio Leo, viceministro all’Economia, ha dichiarato che "il taglio delle aliquote Irpef dipenderà dal gettito generato dal concordato preventivo". Questo strumento fiscale, che punta a migliorare il recupero delle imposte, è considerato centrale per finanziare la riduzione dell'Irpef. Il governo prevede una possibile riduzione dell'aliquota dal 35% al 33% per i redditi fino a 50.000 euro, una manovra che richiederebbe circa 2,5 miliardi di euro. Se l'intervento fosse esteso anche ai redditi fino a 60.000 euro, la cifra salirebbe a 4 miliardi.
Oltre al taglio delle aliquote, il governo mira a rendere più attrattivo il concordato preventivo attraverso il decreto omnibus, in discussione al Senato. Questa misura punta a semplificare l'accesso al concordato e ad aumentarne l'efficacia, generando così nuove risorse per finanziare la manovra economica. Il viceministro Leo ha inoltre sottolineato l'importanza di "favorire le detrazioni per le famiglie e incentivare la natalità", due temi che saranno centrali nelle prossime discussioni politiche.
Incentivi alla natalità e assegno unico: le opzioni sul tavolo
Tra le priorità del governo figura anche il sostegno alla natalità, un tema considerato strategico per il futuro del Paese. "L'obiettivo è venire incontro alle famiglie", ha dichiarato Maurizio Leo, anticipando che sono al vaglio diverse opzioni. Da un lato, si sta valutando la possibilità di potenziare l'assegno unico per i figli a carico, una misura già introdotta negli anni precedenti che garantisce un sostegno economico a tutte le famiglie con figli. Dall'altro lato, il governo potrebbe introdurre detrazioni fiscali specifiche per i figli, specialmente per i più giovani. Attualmente, le detrazioni per i figli sono disponibili solo dopo il compimento dei 21 anni, poiché prima di questa età sono coperte dall'assegno unico.
Il governo sta inoltre considerando di escludere l'assegno unico dall'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee), al fine di evitare che l’erogazione di altre agevolazioni dipenda dall'importo ricevuto con l'assegno. Tuttavia, queste modifiche dovranno essere attentamente valutate, soprattutto per quanto riguarda la loro compatibilità con le risorse disponibili.
Le ipotesi di intervento sulle famiglie, incluse le nuove detrazioni e il potenziamento dell'assegno unico, sono stimate in un pacchetto di misure che potrebbe variare tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Tuttavia, l’effettiva disponibilità delle risorse dipenderà in gran parte dalle entrate fiscali, nonché dall’esito del Piano Strutturale di Bilancio.
Il Piano Strutturale di Bilancio: un passaggio decisivo
Un ruolo centrale nella definizione della manovra sarà giocato dal Piano Strutturale di Bilancio (PSB), un documento che delineerà le principali riforme e gli investimenti per i prossimi sette anni. Il piano, che sarà presentato al Consiglio dei Ministri dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, rappresenta un passaggio decisivo per capire quante risorse saranno disponibili per la manovra. Prima di poter essere finalizzato, tuttavia, sarà necessario attendere i nuovi dati macroeconomici che l'Istat renderà noti il 23 settembre.
Dopo la presentazione del PSB, il Parlamento avrà circa dieci giorni per esaminarlo e discuterlo, prima che venga inviato alla Commissione Europea entro i primi giorni di ottobre. Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha sottolineato l'importanza di piani credibili e completi, che permettano di garantire la crescita economica e la stabilità delle finanze pubbliche.
Una volta approvato il PSB, sarà più chiaro su quante risorse il governo potrà contare per finanziare le diverse misure proposte dai partiti. Alcune forze politiche, infatti, spingono per includere nella manovra misure bandiera, come il raddoppio del tetto per le detrazioni scolastiche proposto da Noi Moderati, o la flat tax sostenuta dalla Lega. Altre richieste includono la rivalutazione straordinaria delle pensioni, proposta da Forza Italia, e l'istituzione di un fondo per gli affitti agevolati destinato agli studenti fuori sede.
Le sfide politiche e finanziarie
In vista del varo della manovra, il governo dovrà affrontare una serie di sfide politiche e finanziarie. Da un lato, sarà necessario trovare un equilibrio tra le richieste dei partiti e le risorse limitate a disposizione. Dall'altro, il governo dovrà garantire che le misure siano sostenibili nel lungo periodo, evitando di compromettere la stabilità delle finanze pubbliche.
Il successo della manovra dipenderà quindi dalla capacità del governo di bilanciare le diverse esigenze, di finanziare le politiche di sostegno alle famiglie e di ridurre il carico fiscale per il ceto medio.