Il Consiglio dei ministri ha approvato il Piano Strutturale di Bilancio (PSB), un documento che rappresenta la cornice economica per la prossima manovra di fine anno. Questo piano delinea le principali strategie economiche e fiscali che l'Italia adotterà nei prossimi anni, con particolare attenzione alla riduzione del deficit e al consolidamento del bilancio pubblico. Entro il 15 ottobre, il governo italiano dovrà presentare questo piano alla Commissione Europea, seguito dall'invio della legge di bilancio alle Camere entro il 20 ottobre. L'obiettivo è di completare l'approvazione entro il 31 dicembre, rispettando così i tempi previsti dalla normativa europea.
La novità principale del PSB è l'estensione del periodo di aggiustamento, con un orizzonte temporale più lungo per riportare il deficit sotto la soglia del 3% del PIL, come richiesto dalle regole europee. Questa dilatazione dei tempi offre al governo maggiore flessibilità nella gestione del bilancio pubblico, consentendo un approccio più graduale alla riduzione del disavanzo. Un percorso di consolidamento che, secondo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà prudente e responsabile.
Le riforme e l'estensione del periodo di aggiustamento
Il Piano Strutturale di Bilancio si inserisce nell'ambito della riforma delle regole europee sui conti pubblici. Secondo quanto dichiarato dal governo, la traiettoria di spesa netta prevista dal PSB, che costituisce il nuovo indicatore di sorveglianza da parte della Commissione Europea, rispetta pienamente le aspettative delle autorità comunitarie. Nel dettaglio, il tasso di crescita della spesa netta si attesterà a un valore medio vicino all'1,5%, in linea con quanto previsto dal Programma di Stabilità presentato lo scorso aprile.
Uno degli aspetti più rilevanti del PSB riguarda la richiesta alla Commissione Europea di estendere da quattro a sette anni il periodo di aggiustamento, permettendo così all'Italia di rientrare nel limite del 3% del rapporto deficit/PIL entro il 2027. Questa richiesta è accompagnata da impegni specifici in termini di riduzione delle spese su alcuni capitoli di bilancio e dall’attuazione di riforme strutturali, che dovrebbero garantire una crescita sostenibile e un consolidamento dei conti pubblici nel lungo termine.
Il ministro Giorgetti ha definito la politica fiscale delineata nel PSB "prudente e responsabile", sottolineando come il percorso tracciato per la riduzione del disavanzo sia "più ambizioso rispetto a quello ipotizzato dalla Commissione Europea". Il governo si impegna infatti a ridurre il deficit sotto il 3% già entro il 2026. Dopo tale data, l'obiettivo sarà garantire la stabilità del debito pubblico, consentendo alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide economiche future.
Le priorità: riforme, investimenti e sostegno alla natalità
Oltre a concentrarsi sulla riduzione del deficit, il Piano Strutturale di Bilancio prevede una serie di riforme e investimenti che il governo considera essenziali per promuovere la crescita economica del Paese. Questi interventi sono strettamente legati alle misure già intraprese nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma sono stati aggiornati per affrontare con maggiore incisività alcune sfide chiave, tra cui la riforma della pubblica amministrazione, il miglioramento del sistema giudiziario e la promozione di un ambiente imprenditoriale più favorevole.
Un altro tema centrale riguarda il sostegno alla natalità, con misure allo studio che prevedono un aumento delle spese detraibili per le famiglie con più figli. Si sta valutando l'introduzione di un quoziente familiare, che potrebbe aumentare il tetto massimo degli importi detraibili in base al numero dei figli a carico. Il governo intende così rispondere alla crisi demografica, incentivando la natalità attraverso un sistema fiscale più favorevole alle famiglie.
Fisco e privatizzazioni: le misure per sostenere il bilancio
Tra le misure previste nel PSB, un ruolo chiave sarà giocato dalle riforme fiscali, con particolare attenzione alla riduzione delle aliquote Irpef. Rifinanziare il taglio del cuneo fiscale fino a 35.000 euro richiederà circa 10,8 miliardi di euro, mentre per estendere tale misura fino a 55.000 euro saranno necessari ulteriori 2 miliardi. Inoltre, il rinnovo della riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre richiederà una spesa di circa 4 miliardi. Altre misure in scadenza includono agevolazioni per i mutui under 36, il bonus mamme e il bonus "Befana" da 100 euro per le famiglie con redditi fino a 28.000 euro, che potrebbe essere anticipato a Natale.
Per sostenere il bilancio, il governo sta anche valutando un pacchetto di privatizzazioni. Una delle operazioni più significative riguarda Poste Italiane, con la possibilità di mettere sul mercato il 13% della società. Attualmente, lo Stato detiene il 64% di Poste Italiane tramite il Ministero dell'Economia e delle Finanze (29,26%) e la Cassa Depositi e Prestiti (35%). La vendita del 13% potrebbe generare un introito di circa 2,2 miliardi di euro, contribuendo così al rafforzamento delle entrate pubbliche.
Con l'approvazione del Piano Strutturale di Bilancio, il governo italiano si impegna a rispettare gli obiettivi di riduzione del deficit, ma con un approccio graduale che consente maggiore flessibilità nella gestione delle finanze pubbliche. Le riforme e gli investimenti previsti mirano a garantire una crescita economica sostenibile, affrontando al contempo alcune delle principali sfide strutturali del Paese. Ora, l'attenzione si sposta sull'approvazione della legge di bilancio, con l'obiettivo di mantenere l'Italia in linea con le aspettative europee, senza compromettere la stabilità economica nazionale.