L’assegnazione del ruolo di vicepresidente esecutivo della Commissione Ue a Raffaele Fitto, con delega alla Coesione e alle Riforme, rappresenta una vittoria per l’Italia e per il governo di Giorgia Meloni. Tuttavia, questo risultato non è privo di controversie, specialmente all’interno del Parlamento europeo. Mentre Meloni esulta per l’importante posizione ottenuta, gruppi politici filo-Ue, in particolare socialisti e liberali, preparano una battaglia serrata durante le audizioni all'Eurocamera, in cui la nomina di Fitto sarà attentamente scrutinata.
La vittoria politica di Meloni: un riconoscimento per l’Italia
La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue con delega alla Coesione e alle Riforme segna un importante traguardo per l’Italia e per il governo guidato da Giorgia Meloni. Il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, supportata dal Partito Popolare Europeo (Ppe), ha assegnato a Fitto una posizione di rilievo che, nelle parole della stessa premier italiana, dimostra il peso dell’Italia all’interno delle istituzioni europee. “Nella Commissione Ue vale il peso delle nazioni, e l’Italia è una nazione che conta”, ha dichiarato Meloni, sottolineando come le ambizioni italiane siano state pienamente riconosciute e ripagate.
Il nuovo incarico conferma il ruolo cruciale che Fitto avrà nella gestione di dossier strategici per l'Europa e l’Italia, dalla coesione territoriale alle riforme strutturali. Secondo quanto riportato da fonti governative, la Coesione europea prevede un budget di 378 miliardi di euro per il ciclo 2021-2027, dei quali 43 miliardi destinati all’Italia. Fitto avrà inoltre la responsabilità di gestire, insieme al vicepresidente Valdis Dombrovskis, l’attuazione del Recovery Fund, uno dei pilastri delle politiche economiche europee post-pandemia.
L’assegnazione di questo portafoglio è stata accolta con entusiasmo anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha sottolineato come la nomina di Fitto confermi la “credibilità e il ruolo dell’Italia” in Europa. Il vicepremier Matteo Salvini ha aggiunto che Fitto sarà un baluardo per la difesa degli interessi italiani a Bruxelles. Tuttavia, proprio l’approccio nazionale di Fitto potrebbe rappresentare un potenziale punto critico durante le audizioni in Parlamento.
Fitto sotto i riflettori: le sfide nelle audizioni all'Eurocamera
Nonostante l’apparente vittoria per il governo italiano, l’assegnazione del ruolo di vicepresidente esecutivo a Fitto non sarà priva di ostacoli. Il Parlamento europeo, in particolare i gruppi socialisti e liberali, ha già manifestato la propria intenzione di sottoporre la nomina a un esame rigoroso. “Il ruolo di Fitto è un problema, ma saremo responsabili”, ha dichiarato la capogruppo dei socialisti Iratxe Garcia Perez, avvertendo che la strada per l’approvazione non sarà facile.
Le audizioni, previste per metà ottobre o inizio novembre, rappresenteranno un momento cruciale per Fitto. Ursula von der Leyen, nella lettera di missione inviata a tutti i commissari designati, ha chiarito che il loro compito è quello di agire in maniera indipendente e nell’interesse dell’intera Unione europea, senza farsi condizionare da interessi nazionali. Su questo aspetto, Fitto potrebbe incontrare le maggiori difficoltà, soprattutto per la sua vicinanza al governo di destra italiano e al suo approccio nazionalista.
I liberali, in particolare, hanno già annunciato che Fitto dovrà rispondere su temi scottanti come la regolamentazione delle concessioni balneari, la riforma fiscale e i ritardi nell’attuazione delle politiche per la transizione verde. Anche i Verdi hanno espresso la loro opposizione, sottolineando che la nomina dell'ex ministro italiano non avrà vita facile in Parlamento. Il Movimento 5 Stelle ha già dichiarato che voterà contro Fitto, rendendo il quadro politico ancor più complesso.
Una battaglia politica a livello europeo
Nonostante le difficoltà che si profilano, bocciare Fitto non sarà un compito semplice per il Parlamento europeo. La sua nomina ha il sostegno del Ppe e un eventuale rigetto potrebbe creare uno stallo politico di dimensioni significative, destabilizzando l’intero processo di approvazione della Commissione. Ogni commissario necessita del voto favorevole dei due terzi dei coordinatori di una commissione parlamentare per ottenere l’approvazione, e su questo fronte i giochi restano ancora aperti.
Il Partito Socialista Europeo (Pse) ha espresso perplessità sulla nomina di Fitto, ma la delegazione italiana, rappresentata dal Partito Democratico, sembra mantenere una posizione più cauta. “Il Pse non avrà una posizione diversa dal Pd”, ha osservato Meloni, riferendosi al ruolo morbido tenuto dai democratici italiani nel gruppo. Tuttavia, l’Ecr, il gruppo dei conservatori di cui Meloni è una figura di spicco, sarà chiamato a votare anche i commissari liberali e socialisti, il che potrebbe complicare ulteriormente il quadro politico.
La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha già chiarito che non ci saranno sconti durante le audizioni. “Non faremo come Meloni che protestava contro Gentiloni”, ha affermato Schlein in un’intervista televisiva, ribadendo che il Pd valuterà attentamente i candidati e difenderà le sue priorità. Inoltre, ha evidenziato come la nuova Commissione, rispetto alla precedente, appaia “più conservatrice” e come l’Italia abbia perso la delega su temi cruciali come l’economia e il lavoro.
La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo rappresenta un banco di prova importante non solo per l’Italia, ma per l’intera struttura della Commissione europea. La strada verso la sua conferma sarà caratterizzata da scontri politici intensi, ma l’esito finale avrà ripercussioni non solo sul governo italiano, ma anche sugli equilibri futuri all’interno dell’Unione Europea.