giorno 351esimo di guerra

Beirut sotto attacco: Israele colpisce Hezbollah. Scontro all’ONU

I due antagonisti si affrontano sul campo e nelle sedi diplomatiche, mentre si intensifica la guerra. Il raid israeliano a Beirut uccide il comandante Aqil

Beirut sotto attacco: Israele colpisce Hezbollah. Scontro all’ONU

Le tensioni tra Israele e Hezbollah, sostenuto dall'Iran, continuano ad intensificarsi mentre la guerra nella Striscia di Gaza entra nel 351esimo giorno. Sul fronte libanese, un nuovo raid aereo israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, uccidendo Ibrahim Aqil, uno dei principali comandanti di Hezbollah, e altri leader militanti. L'attacco ha scatenato immediate reazioni internazionali, sia sul piano diplomatico che militare, con Israele e Iran che si affrontano anche all'interno delle Nazioni Unite.

 

Il raid israeliano su Beirut e le morti illustri

Il raid israeliano alla periferia di Beirut ha causato la morte di almeno otto persone e il ferimento di altre 59. Tra le vittime principali, oltre a Ibrahim Aqil, c'è anche Ahmed Wahabi, un altro comandante di spicco di Hezbollah, che dirigeva l'unità d'élite al-Radwan fino a pochi mesi fa. Hezbollah ha identificato le altre figure uccise, tra cui leader chiave come Taleb Abdullah, Muhammad Nasser e Wissam al-Tawil, confermando l'impatto devastante dell'attacco per la sua struttura militare.

Ibrahim Aqil, un veterano del gruppo libanese sostenuto dall'Iran, era considerato una figura centrale nelle operazioni di Hezbollah contro Israele. Con una taglia di 7 milioni di dollari posta su di lui dagli Stati Uniti, Aqil era coinvolto in molteplici attentati, tra cui l'attacco all'ambasciata americana di Beirut nel 1983. La sua morte rappresenta un colpo significativo per Hezbollah, ma il gruppo non ha tardato a reagire: razzi sono stati lanciati contro la Galilea, una regione nel nord di Israele, colpendo presunte basi militari israeliane.

 

Lo scontro diplomatico all'ONU

Nel frattempo, le tensioni non si sono limitate al campo di battaglia. All'interno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Israele e Iran si sono affrontati duramente, con il Libano al centro del dibattito. L'ambasciatore iraniano all'ONU, Ali Bahreini, ha accusato Israele di essere pronto a commettere "qualsiasi crimine", facendo riferimento alle recenti esplosioni di dispositivi elettronici in Libano, descrivendole come un "crimine di guerra". Bahreini ha chiesto alla comunità internazionale di condannare fermamente Israele per le sue azioni.

La replica di Israele è stata altrettanto dura. L'ambasciatore israeliano Danny Danon ha difeso le operazioni del suo paese, affermando che "se non si troverà una soluzione diplomatica, Israele adotterà tutte le misure necessarie per proteggere i propri cittadini". Danon ha anche accusato il Libano di permettere a Hezbollah di trasformarsi in "uno stato nello stato", ignorando le violenze perpetrate dal gruppo terroristico sul territorio israeliano.

 

Gli Stati Uniti tra disaccordo e diplomazia

Anche gli Stati Uniti hanno espresso la loro posizione, con dichiarazioni che rivelano una certa ambiguità. Brett McGurk, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Biden, ha affermato che gli Stati Uniti non versano alcuna lacrima per la morte di Ibrahim Aqil, definendolo il responsabile dell'attentato all'ambasciata americana di Beirut. Tuttavia, McGurk ha anche ribadito il disaccordo degli Stati Uniti con Israele sull'attuale escalation della guerra, affermando che una guerra con il Libano non è la soluzione per riportare stabilità nella regione. Ha sottolineato che gli Stati Uniti preferiscono una risoluzione diplomatica e che stanno lavorando attivamente per evitare un conflitto su larga scala.

 

Il rischio di un'escalation

La situazione in Libano e lungo il confine settentrionale di Israele resta tesa, con il rischio di un'escalation che potrebbe coinvolgere non solo Hezbollah e Israele, ma anche potenze regionali come l'Iran. Gli attacchi e le controffensive tra le due parti continuano ad aumentare, mentre i diplomatici cercano di frenare l'intensificarsi del conflitto. La comunità internazionale, compreso l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha espresso preoccupazione per le violazioni del diritto internazionale da parte di entrambe le fazioni, con particolare attenzione all'uso di trappole esplosive e attacchi indiscriminati contro i civili.

In questo cscenario la questione principale resta come evitare che la guerra in Libano si trasformi in un conflitto su vasta scala. Le Nazioni Unite e le potenze internazionali cercano di spingere per un dialogo diplomatico, ma la strada verso una pace duratura appare ancora molto lontana.

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