Oltre 500mila firme raccolte in pochi giorni per il referendum che mira a dimezzare gli anni di residenza necessari per ottenere la cittadinanza italiana. Un risultato straordinario, reso possibile dalla mobilitazione di una vasta rete di attivisti e di personalità del mondo culturale, musicale e sportivo. L’obiettivo iniziale di raccogliere le firme necessarie sembrava ambizioso, ma la determinazione della società civile e il sostegno di figure come lo storico Alessandro Barbero, lo scrittore Roberto Saviano, l’artista ZeroCalcare e il regista Matteo Garrone, tra gli altri, hanno dato una spinta decisiva.
Il picco di adesioni è avvenuto negli ultimi tre giorni, con una mobilitazione senza precedenti: ben 180mila firme sono state raccolte in sole 24 ore. “Gli italiani dimostrano una grande voglia di partecipazione e di non essere rassegnati al modo ideologico con cui questo governo tratta temi centrali per il futuro del Paese”, ha dichiarato il segretario di Più Europa, Riccardo Magi, tra i principali promotori del referendum. Magi ha inoltre sottolineato le difficoltà iniziali, ammettendo che solo pochi credevano nella possibilità di raggiungere l'obiettivo. La risposta, però, è stata travolgente, specialmente nelle regioni del Nord come la Lombardia, che ha registrato 106 mila firme, e l'Emilia-Romagna, dove il rapporto firme-abitanti è stato il più alto.
La sfida politica e la questione della piattaforma
Nonostante il successo del referendum, le polemiche non sono mancate. Magi ha denunciato il malfunzionamento della piattaforma online per la raccolta delle firme, che per due giorni è stata inaccessibile, impedendo a migliaia di cittadini di partecipare. “Il governo intervenga rapidissimamente”, ha incalzato il deputato, chiedendo una proroga dei termini per consentire a tutti di firmare. Anche dal Movimento 5 Stelle sono arrivate parole di sostegno, con la vicecapogruppo alla Camera, Vittoria Baldino, che ha dichiarato di aver sottoscritto personalmente il referendum, ribadendo il suo impegno per una riforma sulla cittadinanza.
Il percorso verso il referendum, tuttavia, non è ancora concluso. Il quesito dovrà passare il vaglio della Corte costituzionale, previsto per febbraio, e solo successivamente potrà essere sottoposto al voto popolare, probabilmente in primavera. Sarà questa la vera prova della partecipazione e del consenso su un tema che, pur raccogliendo ampi consensi, divide profondamente l'opinione pubblica e le forze politiche.
A livello parlamentare, la partita sulla cittadinanza rimane aperta. Mentre il Partito Democratico ha già depositato una proposta di legge, l’attenzione è ora rivolta alla proposta di Forza Italia, che prevede dieci anni di frequenza scolastica per ottenere la cittadinanza, eliminando alcuni automatismi. Tuttavia, le posizioni all’interno della maggioranza di governo sono molto distanti, e con la sessione di bilancio alle porte, è probabile che il dibattito parlamentare venga rinviato al 2025.
Meloni e la questione cittadinanza: "La legge attuale è ottima"
Da New York, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso perplessità rispetto alle proposte di modifica della legge sulla cittadinanza. "Non conosco il testo della proposta di Forza Italia", ha dichiarato Meloni, aggiungendo che considera l’attuale legge "ottima". Secondo la premier, i dieci anni di residenza necessari per ottenere la cittadinanza rappresentano un termine adeguato. Tuttavia, ha riconosciuto la legittimità del referendum, affermando: "Se ci sarà il referendum, questa è democrazia, e la decisione spetta agli italiani".
Le parole di Meloni riflettono una certa cautela nell’affrontare un tema così delicato, che tocca da vicino le dinamiche sociali e culturali del Paese. La questione della cittadinanza, infatti, si inserisce in un contesto più ampio di dibattito su diritti e integrazione, in un momento in cui l’Italia si confronta con nuove sfide legate all’immigrazione e alla convivenza tra diverse culture. Da una parte, c’è chi sostiene la necessità di facilitare l’accesso alla cittadinanza per favorire l’inclusione sociale, dall’altra, chi teme che una riforma possa indebolire i principi di appartenenza alla nazione.
Un dibattito ancora aperto
Il referendum sulla cittadinanza rappresenta una sfida cruciale non solo per le forze politiche, ma anche per la società italiana nel suo complesso. Le oltre 500mila firme raccolte sono un segnale forte di una volontà di cambiamento, ma il percorso è ancora lungo e incerto. Il nodo centrale rimane la definizione di cosa significhi essere cittadini, un tema che non può essere affrontato senza considerare le complesse dinamiche sociali, economiche e culturali che caratterizzano l’Italia di oggi.
Mentre i promotori del referendum chiedono agli italiani di continuare a firmare per dare ancora più forza all’iniziativa, la questione cittadinanza si prepara a diventare uno dei temi caldi della prossima agenda politica. La mobilitazione popolare ha dimostrato che l’interesse è alto, ma sarà il confronto tra le diverse proposte legislative e l’esito del referendum a determinare il futuro del diritto di cittadinanza in Italia.