La guerra di Gaza, giorno 356

Gaza, Israele verso l’invasione del Libano. Gli appelli alla tregua

Tel Aviv mobilita i riservisti. Parigi e Washington propongono una tregua di 21 giorni per negoziati. Guterres avverte: “Siamo sull’orlo del baratro”.

Gaza, Israele verso l’invasione del Libano. Gli appelli alla tregua

La guerra tra Israele e Hezbollah ha raggiunto un punto critico, con raid aerei, vittime civili e crescenti tensioni regionali. Israele ha intensificato gli attacchi contro Hezbollah in Libano, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu è in viaggio verso New York per un intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel frattempo, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si riunisce d'urgenza per discutere la crisi, con il Segretario generale Antonio Guterres che lancia un accorato appello alla calma. La situazione continua a degenerare, con il rischio di una guerra totale che incombe sull'intera regione.

 

Escalation del conflitto tra Israele e Hezbollah

Israele ha intensificato i suoi raid aerei contro Hezbollah, causando pesanti perdite tra i militanti del gruppo sciita libanese. Nelle ultime 24 ore, almeno 53 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza, inclusi civili, tra cui una madre e i suoi cinque figli. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, partito stamattina per New York per partecipare all'Assemblea generale dell'ONU, ha dichiarato che Israele "userà tutta la sua forza" contro Hezbollah. "Non permetteremo che la nostra sicurezza venga minacciata", ha affermato Netanyahu, riferendosi all'ondata di razzi lanciati dal Libano verso il nord di Israele.

Israele ha anche colpito e ucciso il comandante di Hezbollah Ibrahim Mohammed Kobeissi, considerato uno dei leader chiave dell'organizzazione. Kobeissi, coinvolto nelle operazioni missilistiche di precisione, è stato ucciso insieme ad altri comandanti a sud di Beirut, in un raid che ha provocato la morte di sei persone. Hezbollah ha confermato la morte del comandante, definendolo "martire sulla strada per Gerusalemme", una frase tipicamente usata dal gruppo per onorare i combattenti caduti contro Israele.

 

L'appello delle Nazioni Unite: "Fermate la guerra"

Mentre il conflitto si intensifica, il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un appello drammatico durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, invitando tutte le parti coinvolte a "fermare immediatamente le ostilità". "Il Libano non può diventare un'altra Gaza", ha avvertito Guterres, sottolineando il pericolo di una guerra totale nella regione. "Dobbiamo fare un passo indietro dall'orlo del baratro. La guerra totale deve essere evitata a tutti i costi", ha esortato il Segretario generale, rivolgendo un appello diretto a Israele e Hezbollah.

Il premier libanese Najib Mikati ha accusato Israele di violare la sovranità del Libano e di uccidere centinaia di civili. "Israele deve fermare i bombardamenti e ritirarsi dai nostri territori", ha dichiarato Mikati, chiedendo un immediato cessate il fuoco. Tuttavia, il rappresentante israeliano ha risposto accusando l'Iran di essere il principale fomentatore di violenza nella regione, definendolo "il ragno al centro di una ragnatela di violenze". L'intervento israeliano al Consiglio di Sicurezza ha ribadito che la pace non sarà possibile finché la minaccia iraniana non sarà eliminata.

 

Proposta di tregua: un'opportunità per negoziare

Nel tentativo di frenare l'escalation, la Francia e gli Stati Uniti hanno proposto una tregua di 21 giorni. Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha dichiarato che la proposta, che sarà presentata ufficialmente nelle prossime ore, mira a consentire negoziati tra le parti coinvolte. "Contiamo sul fatto che entrambe le parti accettino questa tregua senza indugio", ha affermato Barrot, ribadendo l'urgenza di un cessate il fuoco per evitare ulteriori perdite di vite umane.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha confermato che gli Stati Uniti sono "intensamente impegnati" nel cercare una soluzione diplomatica e nell'allentare le tensioni nella regione. Tuttavia, le prospettive di una tregua rimangono incerte, con Israele che continua a mantenere una linea dura contro Hezbollah e con la situazione sul terreno che peggiora di giorno in giorno. Gli attacchi aerei israeliani hanno già causato più di 600 morti in Libano negli ultimi giorni, alimentando il timore di una nuova ondata di violenze incontrollate.

 

La situazione per gli italiani e il rischio di una guerra totale

Nel frattempo, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha rinnovato l'appello agli italiani presenti in Libano di lasciare immediatamente il Paese. "Consigliamo ai nostri connazionali di abbandonare il Libano il prima possibile", ha dichiarato Tajani, evidenziando che ci sono ancora voli disponibili da Beirut verso l'Europa. Sono circa 300 gli italiani che attualmente lavorano in Libano, mentre circa 3.000 italo-libanesi con doppia cittadinanza sembrano meno inclini a lasciare il Paese.

Il rischio di una guerra totale si fa sempre più concreto, soprattutto dopo che il presidente americano Joe Biden ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità di un conflitto più ampio. "La guerra totale è possibile", ha avvertito Biden, ribadendo l'impegno degli Stati Uniti a lavorare con i partner internazionali per prevenire un'escalation. Tuttavia, con Israele che schiera riservisti e con i combattimenti che continuano a intensificarsi lungo il confine libanese, il futuro della regione appare più incerto che mai.

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