Le sorti di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, rimangono avvolte nel mistero dopo il pesante raid aereo israeliano su Beirut. Da anni, Nasrallah evita di apparire in pubblico per timore di un possibile attentato da parte di Israele, che lo considera uno dei principali obiettivi. Sebbene le autorità israeliane abbiano fatto trapelare la possibilità che il leader sciita possa essere rimasto ferito o addirittura ucciso durante l'attacco, l'agenzia iraniana Tasnim ha prontamente smentito, affermando che Nasrallah "sta bene e si trova in un luogo sicuro".
La mancanza di conferme ufficiali non fa che alimentare l’alone di mistero che circonda da tempo il capo di Hezbollah, che negli anni è riuscito a trasformare il suo movimento da una semplice milizia armata a una forza politica e militare temuta in tutto il Medio Oriente. Carismatico e allo stesso tempo sfuggente, Nasrallah appare raramente in pubblico e le sue dichiarazioni, trasmesse in lunghe dirette televisive, continuano a essere seguite da milioni di sostenitori e avversari. Le sue parole, spesso intrise di umorismo e minacce velate, risuonano con forza non solo in Libano, ma in tutto il mondo arabo.
Gli inizi di Nasrallah e l'ascesa di Hezbollah
Hassan Nasrallah nasce il 31 agosto 1960 a Beirut, in una famiglia modesta con nove figli. Fin da giovane si avvicina alla teologia sciita, studiando a Najaf, in Iraq, ma deve interrompere gli studi a causa delle repressioni contro gli sciiti volute dal regime di Saddam Hussein. Tornato in Libano, si unisce al movimento Amal, una milizia sciita impegnata nella guerra civile che devastava il Paese.
L’invasione israeliana del Libano nel 1982 segna una svolta nella vita di Nasrallah, che decide di staccarsi da Amal per fondare, insieme ad altri militanti, il nucleo originario di Hezbollah. Grazie al supporto delle Guardie Rivoluzionarie iraniane, il movimento crebbe rapidamente, trasformandosi in una delle principali forze militari e politiche del Libano. Nasrallah, che nel frattempo ha acquisito il titolo di Sayyed, riservato ai discendenti del Profeta Maometto, sale ai vertici di Hezbollah nel 1992, dopo l’uccisione del suo predecessore Abbas al-Musawi in un attacco israeliano.
La guida di Hezbollah e l'evoluzione del movimento
Sotto la leadership di Nasrallah, Hezbollah si è trasformato in una vera e propria potenza, non solo in Libano, ma in tutto il Medio Oriente. Il movimento, finanziato e armato dall’Iran, è cresciuto fino a contare, secondo Nasrallah stesso, oltre 100.000 combattenti, dotati di un arsenale di missili e razzi ad alta precisione. Questo ha permesso a Hezbollah di sviluppare una rete di alleanze regionali, addestrando milizie in Iraq, Yemen e combattenti di Hamas nella Striscia di Gaza.
Nel 2006, dopo una guerra devastante con Israele, Nasrallah dichiarò una "vittoria divina" per il suo movimento, rafforzando la sua immagine di leader invincibile tra i sostenitori. Tuttavia, Hezbollah non è privo di controversie all'interno del Libano: il gruppo è stato accusato di essere coinvolto nell’assassinio dell’ex primo ministro Rafik Hariri nel 2005 e, nel 2008, i miliziani di Hezbollah presero brevemente il controllo di Beirut, alimentando tensioni interne al Paese.
La sua capacità di bilanciare la politica interna libanese con l’espansione della "resistenza" contro Israele ha permesso a Hezbollah di consolidarsi come il principale alleato dell’Iran nella regione, ma ha anche portato il gruppo a essere inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti.
Un futuro incerto senza Nasrallah?
Le voci riguardanti la possibile morte di Hassan Nasrallah hanno scosso l’intero Medio Oriente. Da tempo bersaglio di Israele, Nasrallah è riuscito a sfuggire a numerosi tentativi di assassinio, vivendo nascosto e comparendo solo in occasioni selezionate attraverso discorsi televisivi. Se fosse confermata la sua scomparsa, Hezbollah si troverebbe di fronte a una fase di grande incertezza. Nasrallah non è solo il leader militare e politico del movimento, ma anche una figura simbolica, capace di galvanizzare i suoi sostenitori e incutere timore nei suoi nemici.
La sua morte potrebbe aprire nuovi scenari, sia a livello regionale che interno. Sul fronte esterno, l’Iran perderebbe uno dei suoi principali alleati in Libano, mentre Israele potrebbe vedere un momento di relativa tregua nella lotta contro Hezbollah. Tuttavia, l'assenza di Nasrallah potrebbe anche portare a una frammentazione del movimento e a lotte interne per la successione, destabilizzando ulteriormente il Libano, già piegato da una grave crisi economica e politica.
In attesa di conferme ufficiali, la tensione resta alta. La figura di Nasrallah ha segnato un’epoca nel conflitto arabo-israeliano e la sua eredità, qualora la sua morte venisse confermata, continuerà probabilmente a influenzare le dinamiche della regione per molti anni a venire.