le iNDAGINI DELLA PROCURA DI MILANO

Ultras Inter-Milan: un patto criminale per il controllo delle curve

Maxi operazione contro gli ultras delle due squadre: 19 arresti per associazione mafiosa. La ’ndrangheta dietro il business di gadget, bevande e parcheggi

Ultras Inter-Milan: un patto criminale per il controllo delle curve

Un'operazione su larga scala condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano ha portato all'arresto di diciannove figure di spicco legate alle curve di Inter e Milan, svelando un pericoloso intreccio tra la criminalità organizzata e il mondo ultrà. L'inchiesta ha messo in luce un sistema consolidato di estorsioni, traffico illecito di biglietti e controllo delle attività commerciali intorno allo stadio di San Siro, con il coinvolgimento della 'ndrangheta. Tra gli arrestati figurano noti capi tifosi e un bodyguard di un famoso cantante italiano, evidenziando come la criminalità abbia permeato anche altri ambiti della società.

 

L’operazione e i legami con la 'ndrangheta

Il blitz delle forze dell'ordine, coordinato dalla DDA di Milano, ha sgominato i vertici degli ultras delle due squadre milanesi, Inter e Milan, con accuse gravissime, tra cui associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa. L’indagine, condotta dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, ha rivelato come gli ultras avessero stretto un patto di non belligeranza per spartirsi i profitti derivanti da varie attività illecite legate al mondo del tifo. Tra queste, la vendita a prezzi gonfiati dei biglietti per le curve, l’estorsione agli ambulanti e la gestione dei parcheggi intorno allo stadio di San Siro.

Un aspetto particolarmente inquietante è l’infiltrazione della 'ndrangheta nella gestione di queste attività. Uno dei protagonisti dell'indagine, secondo l'inchiesta della Procura, sarebbe Marco Ferdico, esponente della Curva Nord dell'Inter, strettamente legato ad Antonio Bellocco, membro di spicco dell'omonimo clan calabrese. Dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, storico leader degli ultras nerazzurri, infatti, Ferdico avrebbe preso il controllo delle operazioni, spartendo i profitti con la criminalità organizzata. La tensione all'interno del gruppo sarebbe esplosa con l’uccisione di Bellocco, accoltellato a settembre dal suo ex alleato Andrea Beretta, un altro leader della curva.

 

Accordi segreti e pressioni sui club

Le indagini hanno rivelato come i vertici degli ultras esercitassero pressioni anche sui dirigenti delle società sportive. In particolare, gli investigatori hanno scoperto che la Curva Nord dell’Inter, attraverso minacce e intimidazioni, era riuscita a ottenere migliaia di biglietti per la finale di Champions League del 2023, rivendendoli a prezzi maggiorati. Tra i nomi coinvolti nelle intercettazioni spiccano quelli di Claudio Sala, responsabile dei rapporti con i tifosi per l’Inter, e di figure di spicco del club, come l’allenatore Simone Inzaghi e l’ex calciatore Marco Materazzi, che avrebbero subito forti pressioni.

Non sono solo gli ultras nerazzurri a essere finiti sotto la lente d’ingrandimento. Anche i tifosi organizzati del Milan sono accusati di estorsione e associazione a delinquere. Luca Lucci, leader della Curva Sud, è stato arrestato insieme a Christian Rosiello, noto per essere il bodyguard del rapper Fedez. Gli arrestati, secondo gli atti dell’inchiesta, gestivano in modo illecito i parcheggi e i servizi di catering intorno allo stadio, costringendo i commercianti a pagare somme di denaro sotto forma di estorsioni per poter operare durante le partite.

 

Le dichiarazioni della Procura e i rischi per i club

La portata dell’indagine non riguarda solo i reati commessi dagli ultras, ma tocca anche i rapporti che Inter e Milan avrebbero avuto con queste frange violente. La Procura di Milano ha avviato un “procedimento di prevenzione” nei confronti dei due club, che dovranno dimostrare di aver reciso i legami con gli ultras, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei biglietti. Il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, ha sottolineato la necessità di prendere sul serio questi rischi: "Bisogna smettere di far finta di niente", ha dichiarato, evidenziando come la criminalità organizzata stia infiltrandosi nel mondo del calcio.

Marcello Viola, procuratore di Milano, ha precisato che nessun dirigente o calciatore delle due società è attualmente indagato, ma la Figc ha chiesto agli inquirenti di fornire gli atti per avviare eventuali procedure interne. Le infiltrazioni degli ultras negli affari legati allo stadio di San Siro sono andate avanti per anni, creando una vera e propria zona franca, fuori dal controllo delle autorità. Gli ultras riuscivano a gestire il traffico di biglietti, il parcheggio, la vendita di bevande e cibo, accumulando ingenti profitti grazie alla loro influenza.

 

Un sistema criminale ben radicato

L'inchiesta ha messo a nudo un sistema di potere radicato e complesso, dove il calcio e la criminalità organizzata si intrecciano per ottenere profitti illeciti. Oltre agli arresti e alle perquisizioni, sono stati imposti diversi Daspo ai soggetti coinvolti, impedendo loro di accedere agli stadi. La Procura, tuttavia, continua a indagare per verificare se esistano ulteriori complicità all'interno delle società sportive.

La maxi operazione rappresenta un duro colpo per il mondo ultrà milanese e mette in luce le connessioni pericolose tra tifo organizzato e criminalità, un fenomeno che, secondo la Procura, potrebbe ripresentarsi anche in altre città e in altri settori. Le indagini proseguiranno per accertare tutte le responsabilità e per spezzare definitivamente i legami tra il calcio e la malavita.

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