Le misure

Decreto Lavoro 1° Maggio 2023, cosa prevede e quando entra in vigore

Assegno di inclusione e strumento di attivazione al lavoro, taglio del cuneo fiscale fino al 7%, nuove causali per i contratti a termine e fringe benefit

Decreto Lavoro 1° Maggio 2023, cosa prevede e quando entra in vigore

Oggi, 1° Maggio 2023, durante la giornata che celebra la Festa dei Lavoratori, il CdM presieduto dalla premier Giorgia Meloni provvederà ad approvare il decreto Lavoro con tante importanti novità per i lavoratori e datori di lavori, a partire da un più consistente taglio del cuneo fiscale che porterà a maggiori aumenti in busta paga per i lavoratori.

Nel decretone anche l'addio al Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024 e l'introduzione del nuovo assegno di inclusione e dello strumento di attivazione al lavoro. Via libera anche alle nuove e meno stringenti causali per i rinnovi dei contratti a termine e  l'aumento del tetto dei fringe benefit detassati ma solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico: dagli attuali 258 euro la soglia di non imponibilità passerebbe a 3mila euro. 

L'entrata in vigore del provvedimento avverrà dopo l'approvazione in CdM e l'iter parlamentare.

 

Dal 2024 arriva l'Assegno di inclusione

Il nuovo decreto Lavoro prevede tra le altre misure, l’addio al reddito di cittadinanza con l’esordio, dal 1° gennaio 2024, dell’assegno di inclusione, come misura di contrasto alla povertà, rivolto alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e che potrà arrivare a 500 euro al mese+ 280 euro se il nucleo vive in affitto. Il pagamento sarà erogato per 18 mesi e potrà essere rinnovato, dopo lo stop di un mese, per periodi ulteriori di dodici mesi. «Procediamo alla riforma del Reddito di cittadinanza, per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è» ha commentato la premier.

 

Attivazione al lavoro dal 1° settembre 2023

Nella bozza del decreto è presente la stretta del beneficio per gli occupabili: per loro a partire dal 1° settembre 2023 ci sarà lo strumento di attivazione al lavoro, che prevede la partecipazione obbligatoria ai corsi di formazione proposti. L'importo spettante sarà di 350 euroe al massimo per 12 mesi, non rinnovabili.

 

Il taglio del cuneo fiscale arriva al 7%

A Palazzo Chigi la premier ha illustrato le misure contenute nel nuovo provvedimento che dovrebbe contenere un taglio del cuneo fiscale e contributivo più consistente del previsto. «Arriviamo al 6% del taglio sotto i 35mila euro e al 7% sotto i 25mila euro, fino alla fine dell’anno».

 

Contratti a termine

Nel nuovo provvedimento anche un intervento sui contratti a termine, con meno vincoli sulle causali per i rinnovi oltre l’anno (fino a dodici mesi non sono richieste): secondo l’ultima bozza, le causali sono affidate ai contratti collettivi o, in assenza della previsione contrattuale, individuate dalle parti per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.

 

Tetto dei fringe benefit sale a 3mila euro

Tra le misure del decreto 1° Maggio c'è anche l'aumento del tetto dei fringe benefit detassati ma solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico: dagli attuali 258 euro la soglia di non imponibilità passerebbe a 3mila euro. «Limitatamente al periodo d’imposta 2023 - si legge in una bozza del decreto - non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3mila».

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