Jobs act che cos'è, traduzione e cosa prevede la riforma di Renzi

Che cos'è il Jobs act e cosa prevede in sintesi la riforma del lavoro di Matteo Renzi quale è la traduzione e significato del testo della legge lavoro 2018

Redazione
di Redazione
26 aprile 2018 11:31
Jobs act che cos'è, traduzione e cosa prevede la riforma di Renzi

Jobs Act 2018: cos'è? Il Jobs Act è la riforma sul lavoro fatta dall'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

La legge è stata approvata alla Camera dei Deputati, arrivata con una forte maggioranza che ha visto ben 316 si e 6 no, anche il Senato della Repubblica ha approvato la riforma del lavoro portata avanti dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi (le votazioni a Palazzo Madama sono state per 166 si, 112 no e 1 astenuto).

Molti i contrasti di natura politica sono nati prima dell'attuazione della legge.

Scontri che si sono accentuati con il forte disaccordo tra sindacati e Matteo Renzi.

Dopo una lunga discussine, tuttavia, il Jobs Act è diventata legge.

Ecco tutte le informazioni utili per apprendere al meglio questa nuova modifica della normativa che regola il lavoro

 

Che cos'è il Jobs act?

Ma che cos'è il Jobs act? Con quest'ultimo temine s'intende la modifica del lavoro che il Governo guidato da Matteo Renzi ha attuato.

Quindi il termine inglese viene utilizzato a livello giornalistico per identificare la riforma del mercato del lavoro che andrà a sostituire la Riforma Fornero.

Il Jobs act è stato approvato dalla Camera dei Deputati con 316 voti favorevoli, 6 contrari e l'astensione delle opposizioni.

Nel Senato della Repubblica si sono visti 166 voti favorevoli, 112 voti contrati e una astenzione. 

Il Jobs act fa parte del Decreto Poletti, il decreto legge del 20 marzo 2014 numero 34, che è stato convertito successivamente, il 16 maggio 2014, con la legge numero 78.

Il Jobbs act rappresenta una piccola parte del Decreto Poletti, decreto portato avanti dall'ex Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti.

Ma la nuova approvazione porterà grandi cambiamenti nel mondo del lavoro.

Si può dire che l'origine del Jobs act si rifà alla campagna elettorale di Matteo Renzi.

Fu proprio quest'ultimo che, prima di ricoprire l'attuale carica di Presidente del Consiglio, sottolineò la necessità di un intervento concreto per uscire dalla crisi economica italiana con una nuova legge nel mercato del lavoro che semplificasse le assunzioni e che diminuisse la disoccupazione. Dopo la formazione dell'esecutivo Renzi i lavoro sono cominciati, tra approvazioni e contestazioni, trovando il via libero della Camera e successivamente dal Senato che ha validato il lavoro di questi mesi.

 

Che cosa prevede il Jobs act di Renzi? Sintesi riforma:

Ecco che cosa prevede in sintesi il Jobs act di Matteo Renzi. Come prima cosa si punta ad una riprese del mondo del lavoro con riduzione della disoccupazione e un'agevolazione per le aziende nelle assunzioni.

Con la nuova riforma del lavoro si punta sui contratti a tutele crescenti. L'obiettivo è quello di creare assunzioni a tempo indeterminato che prevedano un aumento delle tutele in base all'anzianità.

L'assunzione a tempo indeterminato dovrebbe rimpiazzare tutte le altre tipologie di contratto che attualmente vengono adoperate nel mondo del lavoro. Il contratto a tempo indeterminato, però, non arriverà nell'immediato. Difatti si parla di una sorta di periodo di prova di tre anni, lasso di tempo in cui il datore di lavoro potrà avvalersi del contratto a tempo determinato (alla scadenza del quale è prevista l'assunzione). In questi tre anni non ci saranno vincoli per quanto riguarda il licenziamento. Il datore di lavoro potrà, quindi, mandare via il lavoratore qualora questo non fosse più indispensabile nella produzione aziendale. Un punto che sembra accentuare una certa flessibilità prima dell'assunzione. Tuttavia il contratto a tempo determinato eliminerebbe tutte le tipologie che hanno reso fino ad oggi estremamente precario questo settore.

Per quanto riguarda l'articolo 18 ci saranno delle novità. Quest'ultimo subirà delle modifiche con il Jobs act, questo è il volere di Matteo Renzi e del suo esecutivo, variazioni che non permetteranno più il reintegro per i licenziamenti di natura disciplinari. Quindi ci sarà una diminuzione delle tutele dettate dal medesimo articolo. La parte di modifica che tratta i licenziamenti legati a fattispecie di natura disciplinare si è voluta modificare per ridurre anche l'interpretazione dei giudici sui singoli casi. Tuttavia resta, anche per questa casistica, il reintegro per casi particolari. Non ci sarà, invece, lo stesso destino per i lavoratori che verranno licenziati per motivi disciplinari. Per questi casi è previsto il reintegro e quindi di la continuità della tutela fornita fino ad oggi dell'articolo 18.

Per quanto riguarda i licenziamenti di natura economica, oggi sempre più frequenti date le difficoltà economiche, resterà sempre la tutela nei confronti del lavoratore dettata dall'ammortizzatore sociale che verrà applicato sembra sulla base delle diverse casistiche. Anche per i licenziamenti aziendali, così come comunque prevede l'attuale normativa vigente, dovranno sussistere i dovuti requisiti che dimostrino gli esuberi all'interno di un'azienda.


Con il Jobs act il Governo punta a tutelare i singoli posti di lavoro con la facilità nel passaggio di mansioni. Con quest'ultimo punto s'intende che a seguito di una riorganizzazione aziendale potrà essere cambiata la mansione del lavoratore. Mentre da una parte questa fattispecie viene vista come una possibilità per le aziende di spostare i lavoratori in mansioni poco adatte a loro, dall'esecutivo viene accentuata la necessità per le aziende di adeguarsi, anche con nuove organizzazioni, ad un mercato del lavoro che è sempre in continuo cambiamento. Difficile capire gli effetti fino a quanto la legge non sarà in vigore. Sicuramente il buon senso delle aziende farà la differenza.

Il Jobs act andrà ad influenzare anche il il sussidio. Anche in questo caso, come nell'assunzione, la differenza sarà fatta dall'anzianità del lavoratore o meglio dall'anzianità lavorativa. In fatti il sussidio di disoccupazione, così come l'Aspi, verrà erogato sulla base dei contributi versati secondo un semplice rapporto: maggiori sono gli anni di contributi versati e maggiore sarà l'indennizzo e la tutela dopo la fine dell'attività lavorativa. Anche la durante dell'Aspi sarà incrementata da questo principio e con la nuova riforma del mercato del lavoro.

 

Il Jobs act andrà a modificare anche la vigente normativa che regola al Cassa Integrazione Ordinaria e Straordinaria. Attualmente è prevista la Cig ordinaria per un periodo che può arrivare fino a due anni e quattro anni quanto si parla di Cig straordinaria. Con la nuova riforma sul lavoro si eliminerà la Cig in caso di fine attività aziendale. Questo non vuole dire che non ci saranno sussidi per i lavoratori delle aziende in crisi e per tutti coloro che perdono il lavoro a seguito di aziende che cessano l'attività lavorativa.

Come nella logica che il Jobs act segue nel sussidio di disoccupazione, si vuole creare un solo tipo di Cig (che probabilmente avrà un nuovo acronimo) che includerà sia la Cig ordinaria (legata solo a determinate aziende che attualmente sostengono un costo mensile per averla) sia quella straordinaria (che è legata ad interventi del Governo su determinate situazioni).

Per la tutela della maternità, che oggi non è presa in considerazione da diverse tipologie di contratto, ci sarà l'estensione a tutte le donne che non hanno un contratto a tempo determinato. Secondo il Jobs act ci sarà un vero e proprio contratto di solidarietà che permetterà alle donne in gravidanza di essere tutelate per poter alternare attività lavorativa e vita privata.

 

Infine, tra le principali modifiche della nuova riforma del lavoro, va sottolineata l'importanza delle Nuove Agenzie del lavoro. Queste si baseranno sul modello tedesco (riferimento attualmente in Europa) e si ritroveranno ad interagire con 'esigenze legate alla domanda e all'offerta del mondo del lavoro. La finalità è quella di creare un maggior reintegro a tutti coloro che perdono il lavoro.

 

Qual è la traduzione e significato di Jobs act?

La traduzione del significato Jobs act si trova dietro la riforma del lavoro. A livello letterale con traduzione si intende "azione sul lavoro". Ed è forse proprio questo che Matteo Renzi sta cercando di fare, un'azione sul lavoro che permetta di ridurre la disoccupazione. Si è capito, ormai, che il termine è viene utilizzato a livello giornalistico per indicare la riforma del mercato del lavoro di Matteo Renzi e del Ministro del lavoro Poletti.

Il testo della legge Jobs act 2014 2015 è reperibile presso la Gazzetta Ufficiale della Repubblica. Con il testo integrale della nuova riforma del lavoro si possono apprendere tutte le modifiche portate avanti dall'ultima votazione del Senato della Repubblica.

Tutti coloro che vogliono comunque approfondire il testo ora a disposizione si possono rifare al Decreto Poletti, la legge del 20 marzo 2014 numero 34

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