Il discorso a Strasburgo sullo stato dell’Unione

Le sfide Ue ai tempi della guerra in Ucraina e della crisi del gas

Von der Leyen: riformare i Trattati. Energia: dagli extraprofitti 140 mld di aiuti. Interferenze straniere: presto un pacchetto a difesa della democrazia

Le sfide Ue ai tempi della guerra in Ucraina e della crisi del gas

La guerra in Ucraina e la crisi energetica spingono la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad accelerare sulla modifica dei Trattati. “E’ tempo di rinnovare la promessa europea”, dice nel discorso sullo stato dell’Unione, vestita con i colori dell’Ucraina. “Dobbiamo migliorare il modo in cui facciamo e decidiamo le cose. Se vogliamo prepararci al mondo di domani, dobbiamo essere in grado di agire sulle cose che contano. Se vogliamo un’Unione più ampia, dobbiamo essere seri sulle riforme. Pertanto, come richiesto da questo Parlamento, credo che sia arrivato il momento di una Convenzione europea”.

 

Parla davanti al Parlamento di Strasburgo riunito in seduta plenaria la presidente, e tocca tutti i temi più importanti. Il momento che vive il Vecchio Continente è complicato e le regole che sovrintendono alle decisioni dei Ventisette hanno mostrato tutti i loro limiti a fronte delle nuove sfide. Prima la pandemia, poi l’aggressione russa di uno stato sovrano alle porte dell’Ue, a seguire le conseguenze del ricatto di Mosca sul gas e delle sanzioni economiche necessarie per fermare Putin. Ma più della crisi pandemica è stato il conflitto russo-ucraino a portare a galla le fragilità della complessa architettura istituzionale Ue. Debolezze di sistema a cui Bruxelles ora vuole porre rimedio, per non rimanere schiacciata dai nuovi equilibri geopolitici e geoeconomici che stanno cambiando volto al mondo.

 

Quella in Ucraina, dice von der Leyen, è “una guerra alla nostra energia, alla nostra economia, ai nostri valori e al nostro futuro. Democrazia contro autocrazia”. Per questo “la solidarietà dell'Europa nei confronti di Kiev rimarrà incrollabile” anche “con le sanzioni più dure che il mondo abbia mai visto e che sono destinate a rimanere”. Ai vertici dell’Unione c’è consapevolezza delle interferenze degli “autocrati stranieri che prendono di mira i nostri Paesi” e, dunque, della necessità di “proteggersi meglio”. E’ in dirittura di arrivo un ‘pacchetto per la Difesa della democrazia”. Ma tra i nodi più importanti resta, ovviamente, l’emergenza energetica e l’approvvigionamento delle materie prime. La proposta sulla riforma del mercato elettrico arriverà “a fine anno”, mentre sul taglio ai consumi elettrici e il tetto ai ricavi sugli extra-profitti dovrebbe esserci “l’ok del Consiglio a fine settembre”.

 

L’Ue conta di “raccogliere 140 miliardi di euro per gli Stati membri per attutire il colpo”. In ogni caso, si lavora al disaccoppiamento dei prezzi del gas rispetto a quelli dei consumi elettrici. “L’attuale struttura del mercato elettrico non rende più giustizia ai consumatori, che dovrebbero ricavare benefici dalle rinnovabili”. Bisogna separare “l’influenza dominante del gas e il prezzo dell’elettricità. Per questo si farà una riforma profonda e complessiva”. Rimane però il problema della dipendenza dell’Europa dalle materie prime e, in particolare, dalle terre rare fornite da pochi produttori, soprattutto dalla Cina. “Dobbiamo evitare di ritrovarci nuovamente in una situazione di dipendenza, come è avvenuto con il petrolio e il gas”, afferma perentoria la numero uno della Commissione. “Qui entra in gioco la nostra politica commerciale. costituiremo un Fondo per la sovranità europea”.

 

Per Bruxelles, tuttavia, la tenuta europea in questa fase così delicata passa anche dalle politiche di bilancio. Il Patto di Stabilità verrà rivisto per dare agli Stati “una maggiore flessibilità sul percorso di riduzione del debito”. Ma gli stessi “devono assumersi pienamente la responsabilità degli accordi presi. Occorre aprire spazio per gli investimenti strategici e nello stesso tempo mantenere la fiducia dei mercati”.

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