La conferenza stampa

Caso Cospito, Nordio: “Trasferimento non è cedimento dello Stato”

I ministri Tajani, Piantedosi e il Guardasigilli ribadiscono che “il 41bis non cambia”. Ma la questione arriva anche alle Camere: bagarre tra Pd e FdI

Caso Cospito, Nordio: “Trasferimento non è cedimento dello Stato”

Continua il dibattito sul caso Cospito e il 41 bis, ieri il consiglio dei ministri per affermare ancora una volta la compattezza dell’esecutivo in merito ai violenti ricatti e intimidazione da parte delle frange anarchiche in difesa di Alfredo Cospito, in sciopero della fame da 103 giorni contro il carcere duro per tutti i detenuti. Oggi la conferenza stampa dei ministri Nordio, Piantedosi e Tajani dopo giorni di scontri e di attacchi alle diplomazie italiane e la bagarre in Aula tra il Partito Democratico e Fratelli d’Italia.

 

La conferenza stampa di Nordio, Tajani e Piantedosi

“Ieri in consiglio dei ministri abbiamo confermato la volontà di non scendere a patti con chiusa minaccia e violenza come strumento di lotta politica". Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa, ha definito inaccettabile "la  violenza conto lo stato e l'autorità". "Ci auguriamo che tutti sostengano l'azione del governo contro la violenza". Aggiunge Tajani. 

 

Sulla stessa linea anche il ministro della Giustizia Nordio che evidenzia che: "Di fronte alla violenza non si tratta". Alfredo Cospito “è stato trasferito per sicurezza sanitaria ma non cambia il suo regime carcerario. La scelta del trasferimento è stata fatta perché Opera ha una struttura sanitaria forse la più efficiente in Italia, ma il 41bis non cambia”. Il trasferimento di Alfredo Cospito, ha continuato Nordio, "non è un minimo cedimento dello Stato ma il riconoscimento che una cosa è la doverosa espiazione della pena, ma altro l'assoluta tutela della salute. Tutela della salute che è principio sacro e inderogabile". E, in merito al carcere duro, il ministro Nordio ha specificato che: "La decisione sul mantenimento del 41bis ad Alfredo Cospito sarà presa dopo un maturato studio della situazione giuridica. Qualsiasi decisione sulla parte che ci compete non può e non deve essere adottata se prima non riceviamo i pareri delle  autorità giudiziarie". 

 

Mentre per il ministro dell’Interno Piantedosi "l'ondata di gesti vandalici prova che il legame tra il detenuto e i suoi compagni rimane e tenderebbe a giustificare il mantenimento del 41 bis". "La metodologia messa in atto dagli anarchici ci impone di porre  attenzione alle sedi istituzionali per le modalità molto insidiose con cui si sono manifestate le azioni, anche" in forma di "attacchi terroristici". Ha sottolineato il ministro, che domani presiederà una riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo con forze di polizia ed intelligence. “Non ci sarà alcuna valutazione sulla procedura del 41 bis o su Cospito. Non ci sono motivi per dire che non è successo niente, ma neanche che la minaccia terroristica è dietro l'angolo. Prenderemo decisioni equilibrate" ha concluso Piantedosi.

 

La bagarre in Aula tra Pd e FdI

Il caso Cospito arriva tempestoso anche tra i banchi della Camera dove in Aula, riunita per l'esame della proposta di legge sulla istituzione della commissione Antimafia, è scoppiata una bagarre dopo l'intervento di Fratelli d’Italia in cui Giovanni Donzelli, ha citato parti delle affermazioni di Alfredo Cospito in relazione al 41 bis. Dai banchi è insorto il Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra contro l'esponente di FdI.

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