Assegno di mantenimento figli: separazione rivalutazione ISTAT 2020

Assegno di mantenimento figli separazione rivalutazione ISTAT 2020, è un obbligo mensile per l’ex coniuge cosa fare in caso di mancato pagamento del padre?

Assegno di mantenimento figli: separazione rivalutazione ISTAT 2020

L'assegno di mantenimento figli 2020 per separazione dei coniugi è un adempimento obbligatorio per l’ex coniuge, in caso di separazione consensuale o con causa in tribunale.

 

Tale obbligo, è sancito dal codice civile e dal nuovo ambito normativo introdotto con la legge 54/2006, invece, l’art. 570 del codice penale prevede le sanzioni circa le violazioni concernenti il mancato pagamento dell’assegno di mantenimento figli, prevedendo anche la reclusione fino ad un anno o una multa da 103 euro a 1.032 euro, per il coniuge che non adempie agli obblighi di assistenza familiare, ovvero, in caso del mancato pagamento dell’assegno di mantenimento figli.

  

Assegno di mantenimento figli per separazione:

Cos'è l'assegno di mantenimento figli per separazione?

L'assegno di mantenimento figli per separazione dei coniugi è un sostegno economico periodico, ovvero, un assegno generalmente a cadenza mensile che l’ex coniuge è obbligato a versare con una somma di denaro ai fini di mantenimento dei figli nati durante il matrimonio, questo perché l’obbligo di assistenza materiale, non si esaurisce con la separazione tra i coniugi.

 

Il mantenimento figli maggiorenni e il mantenimento figli minorenni, a seguito dell’entrata in vigore della legge 54/2006, ha posto l’attenzione su due principi molto importanti che sono: l’affidamento condiviso ed il concetto di tenore di vita. 

 

Secondo la nuova normativa, nello specifico l’articolo 155 del codice civile, il mantenimento figli deve essere garantito anche in caso di separazione personale tra i genitori, in quanto il figlio ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno genitore, di ricevere cure e assistenza, educazione e istruzione da entrambi i genitori e di conservare rapporti tra nonni, zii, cugini e parenti in generale, di entrambi i genitori.

 

Il giudice, pertanto, dopo un’attenta valutazione delle informazioni sui genitori, stabilisce:

  • a chi deve essere affidato il minore;

  • determina i tempi e le modalità di visita presso ciascun genitore;

  • fissa altresì la misura dell’assegno di mantenimento del figlio per la cura e l’istruzione, l’alimentazione e l’educazione.

 

In questo contesto, il giudice prende atto degli accordi intervenuti tra i genitori e per l’importo dell’assegno tiene conto di:

  • attuali esigenze figli;

  • tenore di vita dei figli durante il matrimonio;

  • tempi di permanenza presso ciascun genitore;

  • risorse economiche di entrambi i genitori. Nel caso in cui, le informazioni economiche fornite dai genitori sia insufficienti, il giudice può disporre un accertamento della situazione patrimoniale dei redditi e beni immobiliari intestati ai genitori;

  • misura dell’assegno di mantenimento figli, automaticamente adeguato agli indici ISTAT.

L’assegno mantenimento figli maggiorenni, è obbligatorio nel caso in cui il figlio non sia ancora economicamente autosufficiente sarà lo stesso giudice, a deciderne la misura tenendo conto dei presupposti sopra citati, nel caso invece di figli maggiorenni portatori di gravi handicap, si applica interamente la disciplina prevista per i figli minori.

 

Assegno mantenimento 2020 figli maggiorenni e minorenni:

L'assegno di mantenimento 2020 figli maggiorenni e figli minorenni fino a che età deve essere pagato? Il dovere dei genitori di mantenere i figli, non si esaurisce con il raggiungimento della maggiore età. 

 

Pertanto l’assegno di mantenimento figli minorenni, può essere ridotto o cessato solo nel caso in cui, il minore lavori e quindi sia autossufficiente, ovvero, disponga di mezzi propri tali da permettersi di sostenersi da solo, vi sono invece casi in cui il figlio pur avendo superato già da molti anni i 18 anni, mantiene il diritto a ricevere l’assegno di mantenimento se non dispone di mezzi propri o se ad esempio è iscritto all’università.

 

Altre sentenze, invece, hanno disposto l’interruzione dell’assegno di mantenimento figlio maggiorenne iscritto all’università rimasto troppo indietro con gli esami, oppure, perché prossimo alla laurea, allo stesso modo è stato riconosciuto l’assegno invece al figlio ventottenne prossimo alla conclusione del percorso universitario, perché iscritto ad una facoltà molto difficile come medicina.

 

Riassumendo, secondo il codice civile l’obbligo di mantenere i figli e quindi dell’assegno figli minorenni possa cessare a 18 anni oppure essere mantenuto fino ed oltre i 28 anni, solo il giudice tenendo conto del contesto familiare, della situazione patrimoniale e l’impegno del figlio, può prendere la decisione in merito a cessazione, riduzione o proseguimento del versamento dell’assegno di mantenimento da parte dei genitori.

 

Assegno di mantenimento figli: cosa comprende?

Il mantenimento dei figli si ottiene presentandone specifica richiesta in allegato alla domanda di separazione dal coniuge.

La misura dell’importo, la cadenza periodica ecc viene stabilita dal giudice tenendo conto di tutte le voci di spesa irrinunciabili a garantire l’assistenza materiale ai figli.

 

L'assegno di mantenimento figli cosa comprende? Nel calcolo importo assegno di mantenimento figli vanno comprese le spese per:

  • alimentazione;

  • vestiti;

  • acquisto di libri;

  • cure e visite mediche.  

La somma di tutte le singole voci di spesa, determina l’importo minimo necessario per il mantenimento di un figlio, tale da garantire al figlio, lo stesso tenore di vita che c’era prima della separazione. Pertanto, maggiore è il reddito dell’ex coniuge rispetto a quello più debole e più alto sarà la misura dell’assegno.

 

Per l’assegno di mantenimento quantificazione spese figli e importo minimo, varia con l’aumentare dell’età del figlio, nel senso che per un neonato di pochi mesi, lo sforzo economico dei genitori è molto più alto rispetto al bambino di 10 anni, perché servono  pannolini, omogeneizzati, prodotti delicati, ecc. allo stesso modo, il mantenimento di un figlio maggiorenne, è maggiore rispetto a quello che potrebbe essere per un bambino di 10 anni. 

 

L’importo minimo per l’assegno mantenimento figli, varia quindi a seconda delle diverse esigenze dei figli durante le fasce di età, inoltre, tali costi devono essere rivalutati ogni anno a causa dell’aumento dei prezzi, i tassi di interesse, le crisi di mercato, ecc. in quanto deve essere sempre garantito lo stesso tenore di vita che i figli avevano durante il matrimonio.

 

A tal fine, va considerato tutto ciò che nei coniugi può determinare l’aumento del loro patrimonio personale, ovvero, risparmi, case o locali intestati, rendite finanziarie, come va tenuto conto di tutto ciò che può determinare un loro impoverimento, ad esepio gli oneri pagati con il mutuo o l’affitto dell’abitazione principale.

 

Assegno di mantenimento figli 2020: come si calcola l'importo?

Per il calcolo assegno di mantenimento 2020 dei figli per separazione tra coniugi, si deve partire prendendo in considerazione i seguenti fattori:

 

Redditi e patrimonio: la quantificazione dell’importo dell’assegno di mantenimento ai figli si calcola tenendo conto del reddito patrimoniale di marito e moglie: beni immobiliari, rendite finanziarie, redditi diversi ecc che intervengono ad aumentare le possibilità economiche di entrambi o di uno solo dei coniugi. Altresì vanno considerate le spese per il canone di locazione o mutuo della casa coniugale.

 

Bisogno del beneficiario: l’art. 156 del codice civile, sancisce che in mancanza di elementi atti a determinare e quantificare il diritto all’assegno di mantenimento, è necessario far riferimento al tenore di vita della famiglia durante il matrimonio. Tale tenore, deve essere mantenuto anche dopo la separazione o il divorzio tra i coniugi.

Altre circostanze: articolo 156 del Codice Civile, la determinazione dell’importo dell’assegno di mantenimento figli, avviene sulla base degli accordi presi dai coniugi al momento della separazione e durante il matrimonio ma le altre circostanze che possono intervenire nella quantificazione della somma da versare da parte dell’ex coniuge sono anche l’assegnazione della casa familiare in favore del coniuge assegnatario della prole, la presenza di un convivente di uno dei coniugi in grado di contribuire al sostentamento della moglie o del marito facendo così cessare o riducendo significativamente lo stato di bisogno del beneficiario.

 

Casa coniugale: L’assegnazione della casa familiare, a favore del coniuge al quale sono stati affidati i figli, produce immediati effetti circa l’aumento di spese a carico dell’ex coniuge obbligato al pagamento, in quanto dovrà rinunciare all’unica casa in comproprietà con la moglie per affittare un altro immobile. Ciò comporta quindi, il versamento di una somma inferiore a favore del coniuge beneficiario dell’assegno di mantenimento.

Generalmente, comunque se il coniuge più debole affidatario dei figli e assegnatario della casa di famiglia, percepisce redditi sufficienti per sé, il giudice è solito quantificare l’assegno di mantenimento figli in misura inferiore ad un terzo dello stipendio dell’obbligato.

 

L’importo medio dell’assegno mantenimento di un solo figlio in separazione, in genere varia da 160/170 euro a 320/350 euro mentre per separazioni con più figli l’assegno può andare dai 210/230 euro a 420/600 euro mensili.

 

Assegno di mantenimento rivalutazione ISTAT 2020:

L'assegno di mantenimento figli rivalutazione Istat 2020 è un meccanismo automatico concernente l’aumento dell’importo dell’assegno stabilito in sede di separazione.

 

Per effettuare il calcolo di rivalutazione ISTAT e stabilire l’aumento dell’importo dell’assegno di mantenimento, è necessario far riferimento all’indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati (FOI), che viene pubblicato ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale.

 

Tale rivalutazione automatica, è obbligatoria e quindi l’aumento dei prezzi deve essere calcolato sull’importo dell’assegno di mantenimento figli, il mancato rispetto dell’adeguamento annuale che deve coincidere nel mese indicato dal provvedimento di separazione, divorzio.

 

Esempio tabella assegno mantenimento rivalutazione ISTAT:

  • Periodo di rivalutazione assegno mantenimento: inserire il mese di riferimento rivalutazione;

  • Importo assegno mantenimento: 500,00 euro;

  • Importo assegno di mantenimento con rivalutazione Istat: 505,65 euro;

  • Coefficiente di rivalutazione Istat assegno di mantenimento: 1,0113;

  • Aumento percentuale assegno di mantenimento figli: 1,1%.

Per calcolare in tempo reale e online la percentuale di rivalutazione ISTAT assegno di mantenimento figli, l’ISTAT sul sito ufficiale ha messo a disposizione tabelle e form di calcolo assegno mantenimento figli calcolo online, un servizio gratuito on line che serve a calcolare le variazioni percentuali tra gli indici dei prezzi al consumo dell’intera collettività (Nic), i prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati (Foi) ecc.

 

L'assegno di mantenimento figli è datraibile o deducibile dalle tasse?

Sebbene la legge italiana, abbia previsto l’obbligo dei genitori di mantenere e sostenere i figli anche se nati fuori dal matrimonio e quindi ai figli naturali, dal punto di vista tributario e fiscale, l’articolo 3, comma 3, lettera b), del Tuir non consente di scaricare dalla dichiarazione dei redditi annuale, con modello 730 o Unico, la detrazione assegno mantenimento figli dichiarazione redditi, ovvero, dalla base imponibile del coniuge obbligato, a seguito di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, nella misura in cui risultano da provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

 

A differenza dell’assegno mantenimento coniuge che è deducibile dalla dichiarazione dei redditi ai fini Irpef, non è invece consentita la detrazione assegno mantenimento figli naturali, ai sensi dell’articolo 10, comma 1, lettera c). Sono comunque mantenute le garanzie di tutela circa il diritto mantenimento figli naturali anche se nati al di fuori del matrimonio, il trattamento fiscale previsto per l’assegno periodico destinato al mantenimento dei figli legittimi si applica anche all’assegno mantenimento figli naturali, sempreché risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria, circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 20/2011.

 

Mancato pagamento assegno cosa fare?

L’obbligo assegno mantenimento figlio, è sancito dal codice civile e dal nuovo ambito normativo introdotto con la legge 54/2006, invece, l’art. 570 del codice penale prevede le sanzioni per il coniuge obbligato che non provvede a versare l’assegno.

 

Le sanzioni per il mancato pagamento assegno mantenimento figlio, vanno dalla reclusione fino ad un anno o una multa da 103 euro a 1.032 euro, per il coniuge che non adempie agli obblighi di assistenza familiare.

 

Per cui l’assegno mantenimento figli va sempre versato, poiché tutela e garantisce la sopravvivenza dei figli, la loro istruzione ed educazione, per questo motivo, il genitore presso il quale dimora abitualemente il figlio, ha diritto a ricevere mesilmente l’assegno anche quando il figlio passa un periodo di vacanza con l’altro genitore non affidatario, come ad esempio durante le vacanze scolastiche.

 

Assegno di mantenimento: non versato per licenziamento, disoccupazione o mancanza di soldi ex coniuge:

L’obbligo di pagare l’assegno mantenimento figli, vige anche qualora l’ex coniuge non abbia un reddito stabile a causa di un licenziamento o disoccupazione.

Pertanto, se l’ex coniuge a causa del licenziamento, disoccupazione o mancanza di soldi, evita di pagare l’assegno periodico, commette una violazione che può essere punita fino alla reclusione, questo è quanto stabilito da una recente sentenza della Suprema Corte, che ha di fatto sottolineato come uno stato di disoccupazione, non può esimere l’ex coniuge, dal sostenere le spese di mantenimento figli che devono essere eventualmente coperte utilizzando il Tfr, l’indennità di disoccupazione o mediante il sostegno economico dei nonni.

 

Revisione assegno di mantenimento: riduzione importo

La revisione assegno di mantenimento, è la possibilità che ha l’ex coniuge, obbligato a pagare l’assegno mensile, a richiedere una riduzione importo in caso di particolari circostanze. La legge prevede che sebbene l’ex coniuge sia sempre tenuto a sostenere le spese di mantenimento del figlio, anche qualora sia stato licenziato o disoccupato, è suo diritto però richiedere una riduzione assegno mantenimento figli mensile. 

La riduzione assegno di mantenimento ai figli può essere ridotto per licenziamento e disoccupazione dell’ex coniuge obbligato, oppure, in caso di malattia, tale da precludere ogni attività di lavoro, la riduzione spetta anche se vi sono immobili di proprietà.

 

Assegno mantenimento figli non versato obbliga i nonni a partecipare alle spese:

Per l’assegno mantenimento figli non versato obbliga i nonni a partecipare alle spese per i nipoti, integrando le disponibilità economiche del figlio. Tale obbligo è sancito dall’art. 148 c.c., e prevede che in caso di insufficienza economica da parte dei genitori legittimi nei confronti dei figli, sono, gli altri ascendenti legittimi o naturali, in ordine di prossimità, che sono tenuti a fornire ai genitori, i mezzi necessari al mantenimento della prole e quindi al pagamento dell’assegno mensile.

 

I nonni pertanto, possono essere chiamati a partecipare al mantenimento dei nipoti e quindi al versamento dell’assegno, quando entrambi i genitori, non sono in grado con i loro redditi di assolvere ai bisogni primari dei figli come il cibo, casa, vestiti o libri scolastici. In questa situazione, quindi i nonni paterni e materni sono chiamati a corrispondere somme di denaro tali da garantire la completa sussistenza dei nipoti o ad integrare quanto possibile i redditi dei genitori. Tali somme, dovranno essere ripartite equamente tra i 4 nonni se aventi pari reddito. L’obbligo dei nonni a concorrere alle spese di mantenimento e all’assegno mensile, dura fino a quando perdura la situazione di indigenza.

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