Istat, consumi in forte calo a maggio. Aumenta il disagio sociale

Nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada per un rapido recupero

Istat, consumi in forte calo a maggio. Aumenta il disagio sociale

***Istat, consumi ultime notizie 7 luglio 2020: negativo il dato di maggio sulle vendite al dettaglio diffuso dall’Istat, che evidenzia una flessione su base annua del -10,5%. Rispetto ad aprile, invece, i consumi mostrano un rimbalzo del 24,3%, grazie soprattutto alle vendite dei beni non alimentari, che crescono del 66,3%. Quelle dei beni alimentari, invece, diminuiscono dell’1,4%.

 

Consumi in forte calo. Peggiora l'economia e aumenta disagio sociale

L’emergenza sanitaria da coronavirus è sotto controllo mentre l’economia italiana sembra essere sempre più malata. Nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada per un rapido recupero.

 

Il Governo sta studiando misure volte ad incentivare i consumi, dai vari bonus ad un possibile taglio selettivo e temporaneo dell’IVA, anche se si tratta solo di un’ipotesi visto che è una misura troppo costosa.

 

Per far ripartire i consumi serve però un’iniezione di fiducia agli italiani, troppo preoccupati per il futuro, non solo dal punto di vista della salute, ma anche sul fronte dell’occupazione. Gli italiani sono cauti anche perché potrebbero spuntare nuove tasse per sostenere l’incremento del debito pubblico derivante dalle misure per la ripartenza.

 

Consumi ancora in forte calo a maggio

Gli italiani non sono in vena di fare acquisti. Preoccupanti i dati diffusi da Confcommercio, con l’indicatore dei consumi (ICC) che nel confronto annuo segnala un calo del 29,4% nel mese di maggio, dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile, ma che conferma le grandi difficoltà economiche che stiamo attraversando. Negli ultimi tre mesi, si rileva una riduzione del 36,4% dei consumi su base annua.

 

A soffrire sono soprattutto i servizi legati alla fruizione del tempo libero mentre sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa.

 

Si teme per il futuro del Paese e per l’avvio di un “possibile corto circuito depressivo”. Per molti segmenti non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione.

 

Confcommercio: Segnali di ripresa non soddisfacenti

Confcommercio giudica “non pienamente soddisfacente” l’intensità dei segnali di ripresa, che sono evidenti già da maggio e si confermano anche in giugno. La Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo rileva che al rimbalzo congiunturale del 10,4% del PIL stimato per il mese di maggio, avrebbe fatto seguito un contenuto +4,7% in giugno. Nel complesso del secondo trimestre, la riduzione del PIL sarebbe del 17,4% congiunturale e del al 21,9% su base annua. “Queste cifre rendono ben chiara l’entità della montagna che il Paese deve scalare”.

 

Il peggioramento dell’economia porta con sé un inevitabile aumento del disagio sociale, con il Misery Index Confcommercio (MIC) esploso nel mese di aprile a causa del deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo. “Aspettative pesantemente negative su questo versante minano la fiducia delle famiglie, spingendole ad atteggiamenti ancora più prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero”.

 

Timidi segnali di recupero solo per alcuni segmenti

Gli italiani continuano a consumare beni e servizi legati alla maggiore presenza in casa, come l’alimentazione domestica e le comunicazioni registrando un timido approccio verso elettrodomestici, tv e altri apparecchi. Un moderato recupero ha interessato anche l’abbigliamento e le calzature, i mobili ed i prodotti tessili per la casa ed i giochi e gli articoli per il tempo libero.

 

Soffre il comparto automotive, con il dato meno negativo di maggio che va letto con cautela, in quanto nel mese sono state effettuate consegne di ordini effettuati a gennaio e febbraio, spiega Confcommercio.

 

Tra i servizi, per i quali si riscontrano ancora riduzioni che si avvicinano al 100%, qualche timido segnale di recupero si rileva per i pubblici esercizi. I limitati flussi turistici e il permanere di molte attività lavorative in casa rendono, peraltro, incerte le possibilità del settore di tornare in tempi ragionevoli su livelli vicini a quelli pre-pandemia.

 

Confimprese: “L’online tiene acceso il motore dei consumi”

Nonostante la crescita dei consumi online, continua la grande fase negativa del commercio. Nelle prime due settimane di giugno si registra un calo medio dei consumi del -35%, con punte del -41% nella ristorazione e del -25% nel fashion, -21% nell’entertainment. Solo casa e arredo crescono dell’8,5%.

 

Secondo i dati del Centro studi Confimprese si salva solo l’online: nella ristorazione il delivery registra +47%, nel non food +278%. Nel ranking delle regioni la Lombardia è quella che performa meglio secondo la metà delle aziende, il non food vince al Sud con la Puglia.

 

Mario Resca, presidente Confimprese lancia un grido di aiuto al governo. “La politica deve prendere atto dell’importanza del commercio e supportarne la ripresa perché il settore non può reggere ulteriormente l’urto della crisi. A rischio ci sono migliaia di posti di lavoro e un’intera filiera. Gli operatori lottano per riaprire i negozi, ma manca il turismo, che prima del Covid era la sola voce in attivo del Paese con 90 milioni di incoming l’anno. Oggi il turismo è solo locale e si concentra nel week end ma, nel frattempo, gli alberghi sono vuoti, i ristoranti non aprono e non pagano gli affitti con il rischio di contenziosi legali con le proprietà immobiliari. I dati del rapporto Confimprese evidenziano la cautela degli italiani nel riprendere una vita normale, privilegiata dagli acquisti online”.

 

Turismo: Sarà l’estate peggiore degli ultimi 20 anni

Il settore turismo fatica a ripartire a causa della mancanza di linee guida certe e chiare. Ad affermarlo è Salvatore Belcaro, Presidente FIAST Confesercenti, sottolineando che “la situazione per le aziende del mondo dell’Animazione Turistica e Territoriale è diventata insostenibile”.

 

Secondo uno studio condotto da CST Firenze per Assoturismo Confesercenti, intervistando un campione di 2.118 imprenditori della ricettività, le prenotazioni non decollano e per i tre mesi dell’estate si prevede un calo senza precedenti, con 12,8 milioni di viaggiatori e 56 milioni di pernottamenti in meno rispetto all’estate 2019.

 

Andranno in fumo 3,2 miliardi di euro di fatturato, di cui il 52% per le attività extralberghiere e il 48% per il comparto alberghiero. Questi dati riportano indietro l’orologio del turismo italiano di circa 20 anni: quella del 2020, infatti, è l’estate peggiore per numero di presenze dal 1998.

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