Decreto Dignità testo: cos'è, cosa prevede la legge, ultime novità

Cosa prevede il testo Decreto Dignità cos'è primo provvedimento di Di Maio lavoro precario, fattura elettronica delocalizzazione contratti a termine

Redazione
di Redazione
1 ottobre 2019 15:21
Decreto Dignità testo: cos'è, cosa prevede la legge, ultime novità

Decreto Dignità, cosa prevede il testo del primo provvedimento di Di Maio come ministro del Lavoro e del Ministero dello Sviluppo Economico? 

 

Il primo decreto che Luigi Di Maio firma come ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico si chiama appunto Decreto Dignità ed è composto da 4 punti fondamentali:

1) semplificazioni fiscali: con proroga spesometro, aggiornamento del redditometro e abolizione split payment professionisti;

2) Disincentivazione delle delocalizzazioni;

3) Lotta alla precarietà con la modifica del Jobs Act;

4) Stop alla pubblicità dei giochi che prevedono premi in denaro.

e poi proroga fattura elettronica carburante che arriverà però con un provvedimento a parte.

 

Alla luce di questa importante novità andiamo a vedere nel dettaglio i punti del decreto Dignità cos'è e cosa prevede il testo approvato dal Consiglio dei Ministri?

 

Decreto Dignità testo in Gazzetta Ufficiale: ultimissime novità

Decreto Dignità testo approvato: il Decreto Dignità del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, è stato approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri al via quindi la discussione alle Camere del testo del decreto legge che prevede norme sul lavoro precario, semplificazioni fiscali, misure per prevenire la ludopatia e sanzioni per chi delocalizza dopo aver preso soldi pubblici.

 

Dopo l'approvazione del decreto Dignità, Luigi Di Maio ha detto: "Avevo promesso di fare una guerra al gioco, alla burocrazia, al precariato, alle delocalizzazioni, l’abbiamo detto e l’abbiamo fatto".

 

Il decreto è stato duramente criticato dalle imprese.

Ecco il testo decreto Dignità approvato dal Consiglio dei Ministri.

 

Decreto Dignità pubblicato in Gazzetta Ufficiale: è stato pubblicato in GU il DECRETO-LEGGE 12 luglio 2018, n. 87 "Disposizioni urgenti per la dignita' dei lavoratori e delle imprese. (18G00112) (GU Serie Generale n.161 del 13-07-2018).

 

Successivamente alla pubblicazione del Decreto Dignità in Gazzetta ufficiale, sono stati presentati nelle commissioni Lavoro e Finanze della Camera 890 emendamenti di cui 180 non sono stati però ammessi.

 

Tra gli inammissibili anche l'emendamento presentato dalla maggioranza per l'abolizione della cd. tassa sull'acqua per le e-cig mentre quasi sicuri dovrebbero invece essere i seguenti emendamenti al decreto Dignità 2.0:

  • proroga bonus assunzioni giovani 2019 per gli under 35 per due anni;

  • regime transitorio per i contratti a termine dove, facendo salva la durata massima di 2 anni e il numero di 4 proroghe ammissibili, si prevede che le imprese possano rinnovare oltre i 12 mesi senza l'indicazione della causale. 

  • rafforzamento dei centri per l'impiego, grazie all'assunzione di nuovo personale attraverso la quota assunzioni delle regioni 2019-2021, previo accordo tra Stato e regioni. Questa misura potrebbe accelerare l'iter verso il famoso reddito di cittadinanza.

  • delocalizzazioni: decadenza dagli incentivi incassati per le aziende che riducono il 50% dei posti di lavoro e non il 10% come previsto prima.

  • ritorno dei voucher lavoro Inps: dopo l'abolizione dei vecchi voucher e l'istituzione dei nuovi vocuher PrestO per le imprese e i voucher famiglia con i Libretti famiglia, il M5S presenta un emendamento a quello che Luigi Di Maio ha già chiamato Decreto Dignità 2.0, per reintrodurre i buoni lavoro occasionale digitali e cartacei, tracciabili e limitati a pensionati, disoccupati e giovani.

 

Decreto Dignità cos'è?

Cos'è il decreto Dignità? il decreto Dignità è stato il primo provvedimento che Luigi Di Maio ha firmato e presentato al Parlamento come ministro del Lavoro e del Ministero dello Sviluppo Economico.

 

Nel primo decreto Di Maio ci sono diversi punti fondamentali:

1) per le imprese:

- rinvio scadenza spesometro 3° trimestre al 28 febbraio 2019, in realtà le prime bozze del decreto davano l'anticipazione dell'abolizione dello spesometro a settembre 2018 anziché dal 2019 per effetto dell'introduzione dell'obbligo della fattura elettronica tra privati.

- Aggiornamneto del redditometro,

- Abolizione split payment professionisti ossia, il meccanismo di inversione contabile IVA.

2) disincentivate le imprese che delocalizzano le proprie attività produttive al di fuori dell'Italia;

3) disincentivare i giochi che prevedono premi in denaro, vietando ogni forma di pubblicità diretta ed indiretta, ivi comprese le sponsorizzazioni, per i giochi, sia quelli raccolti nelle sale o con le macchinette che quelli giocati sulle piattaforme online.

4) intervenire in modo radicale sulle regole del mercato del lavoro precario fortemente penalizzato dal Jobs Act di Renzi;

5) per la fattura elettronica carburante proroga ed abolizione scheda carburante rinviata di 6 mesi, ci sarà invece un provvedimento ad hoc che rimanderà l'obbligo e-fattura dal 2019.

 

Decreto dignità cosa prevede il testo approvato:

Cosa prevede il testo decreto Dignità? Nel testo Decreto Dignità che ricordiamo essere stato il primo provvedimento a firma del neo ministro Luigi Di Maio, si trovano diverse ed importanti novità che riguardano per lo più il miglioramento delle condizioni dei precari fortemente penalizzati dal Jobs Act.

  • Tra le novità c'è quindi la reintroduzione della "causale" per i contratti a termine, la cui abolizione richiesta dalle associazioni datoriali, ha vanificato, secondo diversi economisti, non solo le assunzioni a tempo indeterminato rispetto a quelle a tempo determinato ma anche l’abolizione dell’articolo 18 e i bonus assunzioni che avrebbero dovuto far aumentare le nuove assunzioni a tempo indeterminato a tutele crescenti, punto nevralgico della riforma del lavoro di Renzi.

  • Nel testo decreto Dignità avrebbero dovuto trovare spazio anche le prime misure di salvaguardia per i lavoratori precari della gig economy, a cominciare dai cosiddetti riders ossia quei giovani, per lo più studenti universitari, che consegnano il cibo in bici o in moto, ed in generale, per i lavoratori che oggi sono intesi come lavoratori autonomi ma che vengono gestiti da aziende attraverso piattaforme digitali. Per tutti loro, il decreto dignità, era pronto a riconoscere alcune importanti tutele previdenziali e antinfortunistiche, a proibire la retribuzione a cottimo con l'introduzione del cd. salario minimo orario ma il tutto è stato rinviato per aprire un tavolo tra Di Maio ed i rappresentati delle società.

  • Il decreto Dignità prevede per le imprese e i titolari di partita IVA, l'abolizione dello split payment professionisti, aggiornamento del redditometro e nuove scadenze spesometro.

  • Il terzo provvedimento del decreto Dignità riguarda invece la stretta sulle delocalizzazioni da parte di quelle imprese che spostano le proprie attività dopo aver avuto accesso a fondi e trasferimenti pubblici.

  • Il quarto provvedimento del decreto Dignità di Di Maio, prevede la stretta sui giochi che prevedono premi in denaro con il divieto di pubblicizzarlo in qualsiasi forma e modo.

 

Decreto Dignità lavoro precario e a tempo determinato:

Cosa prevede il decreto Dignità 2018 per il lavoro precario?

Per i lavoratori precari il decreto Dignità di Di Maio ha previsto:

1) all'articolo 1 Modifiche alla disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato con conseguente modifica dell'articolo 19 del Jobs Act 81/2015 con il nuovo comma 1 in cui si dice che il contratto di lavoro subordinato non può avere una durata superiore a 12 mesi. Tale durata è però aumentabile a 24 mesi se ricorre una delle seguenti condizioni:

a) esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività per esigenze sostitutive di altri lavoratori;

b) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.

 

2) Al comma 2, invece è sostituito il 24 con il 36, per cui la durata massima è di 24 mesi.

3) il comma 4, è invece sostituito dal seguente nuovo comma: per i contratti a tempo determinato di durata non superiore a 12 mesi, il termine del contratto deve essere scritto e specificato ed una copia deve essere rilasciata al lavoratore entro 5 giorni dall'inizio del lavoro e può essere prorogato liberamente nell'arco dei primi 12 mesi mentre successivamente andrà specificata la causa se il contratto ha una durata superiore a 12 mesi.

4) Le disposizioni di cui al comma 1 sono da applicarsi ai contratti di lavoro a tempo determinato stipulati successivamente all’entrata in vigore del presente decreto nonché ai rinnovi ed alle proroghe dei contratti in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto.

In pratica il decreto Dignità prevede:

  • Stretta sui contratti di lavoro a tempo determinato: il neo ministro del lavoro e del Mise, Luigi Di Maio ha detto che il decreto Dignità, è una vera e propria rottamazione del Jobs Act a cominciare da:

    • 1) reintroduzione della causale e di alcuni vecchi vincoli esistenti fino al 2014 sulle assunzioni a termine: dal 2014 in poi, infatti, su richiesta delle associazioni dei datori di lavoro, il ministro del lavoro di allora, Giuliano Poletti ha abolito la "causale" nella stipula di contratti a tempo determinato e ciò, secondo molti economisti, è andato ad annullare gli effetti del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, l'abolizione dell'articolo 18 nonché gli sgravi fiscali sulle nuove assunzioni. Per cui dall'entrata in vigore del primo decreto di Di Maio chiunque intenda assumere un dipendente con un inquadramento precario dovrà specificare nel contratto la causale, ossia il motivo per cui è stata utilizzata l'assunzione a tempo determinato al posto di quella a tempo indeterminato, se il contratto è superiore a 12 .

    • 2) reintroduzione dei limiti al numero di rinnovi per le stesse assunzioni precarie: oggi infatti un'azienda può rinnovare il contratto per 5 volte in 3 anni.

Le Garanzie e tutele per i lavoratori della gig economy sono state rimandate: il provvedimento gig economy ed in particolare i cd. riders, cioè i fattorini che consegnano il cibo in bicicletta o in motorino in varie città, attualmente considerati lavoratori autonomi anche se sono gestiti da piattaforme online come Foodora, Deliveroo ecc., sono state rimandate per consentire l'apertura di un tavolo tra Di Maio ed i rappresentanti delle società più importanti per parlare di:

  • una indennità mensile di disponibilità;

  • malattia, ferie e maternità in proporzione alle ore di lavoro, in linea con le norme sul lavoro intermittente con il cd. contratto a chiamata;

  • riconoscimento del diritto alla disconnessione per almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore all’ultimo turno di disponibilità completato.

Si prevede inoltre una fase di sperimentazione degli algoritmi di gestione delle prestazioni e l’obbligo di informare i lavoratori "sulle modalità di formazione, elaborazione dell’eventuale rating reputazionale, e sugli effetti che tale valutazione ha sul rapporto di lavoro".

 

Decreto dignità spesometro, redditometro e split payment:

Decreto Dignità 2018 imprese: in base a quanto previsto dal testo del Decreto Dignità di Di Maio è arrivato in aula lo scorso 2 luglio 2018, per i titolari di partita Iva potrebbero arrivare diverse novità fiscali come il rinvio della scadenza spesometro, l'aggiornamento del redditometro e abolizione split payment professionisti.

Al loro posto, non è ancora chiaro se ci saranno altri strumenti ma con molta probabilità sarà semplicemente capovolto il loro meccanismo di funzionamento che oggi si basa, sull'accertamento dei redditi degli imprenditori, esercenti e professionisti partendo da dati presuntivi ovvero su quanto spendono per le forniture e per le attività. 

Perciò con l'entrata in vigore del decreto Dignità ecco che vi sarà:

  • proroga scadenze spesometro: solo per coloro che provvedono all'invio della comunicazione Iva fatture emesse e ricevute, la scadenza spesometro relativa al terzo trimestre è rinviata dal 30 novembre 2018 al 28 febbraio 2019.

  • aggiornamento redditometro: il redditometro per quanti non lo ricordano, è lo strumento di accertamento sintetico in dote all'Agenzia delle Entrate che dovrebbe servire a rilevare importanti scostamenti di spesa sulla rilevazione di 100 voci di spesa. Il decreto Dignità interviene con la necessità di determinare nuovi criteri e voci di spesa.

  • abolizione degli studi di settore: gli studi di settore quale strumento per verificare la congruità tra quanto dichiarato ed effettivamente percepito da un contribuente, devono essere aboliti dal 2019 con conseguente adozione dei nuovi ISA, Indici di affidabilità Il decreto Dignità avrebbe dovuto abolirli definitivamente ma di questa abolizione non ce n'è traccia all'interno del decreto..

  •  abolizione dello split payment professionisti.

 

Decreto dignità: stop alla delocalizzazione e ludopatia

Il terzo ed il quarto provvedimento del Decreto Dignità 2018 riguarda rispettivamento lo stop alla delocalizzazione e lo stop a tutte le fome di pubblicità dei giochi che prevedono premi in denaro.

In particolare, con il terzo provvedimento del decreto Dignità 2018 sullo stop alle delocalizzazioni, Di Maio mira ad impedire alle aziende che ottengono aiuti e fondi pubblici, di delocalizzare e cioé di spostare all'estero, verso paesi più "attraenti" dal punto di vista delle norme sul lavoro e sugli stipendi, il loro business mentre con il quarto provvedimento, di imporre il divieto di pubblicizzare qualsiasi forma.

L'obiettivo di Di Maio e del nuovo governo Conte con quest'ultima misura è quello di combattere la ludopatia, cioè la dipendenza patologica da giochi e scommesse "vera e propria piaga sociale che danneggia migliaia di famiglie”. 

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