I ristori post Dpcm

Decreto Ristori unificato: al via maxi-emendamento da 20 miliardi euro

Via libera di Camera e Senato al decreto Ristori, pacchetto di aiuti e ristori da 20 miliardi a imprese e famiglie per restrizioni e chiusure autunnali

Decreto Ristori unificato: al via maxi-emendamento da 20 miliardi euro

Con 303 voti a favore e 215 contrari la Camera ha ottenuto la fiducia sul decreto Ristori unificato, provvedimento da 20 miliardi di euro che riunisce tutte le misure di indennizzo varate a seguito delle limitazioni e chiusure autunnali per contenere la seconda ondata di contagi Covid. 

 

Il decreto Ristori contiene nuove misure anticrisi a sostegno del lavoro, come il prolungamento della cassa integrazione fino al 31 marzo 2021 ma anche aiuti a fondo perduto per le attività economiche maggiormente colpite dalle restrizioni, come bar e ristoranti, piscine e palestre, cinema e teatri. 


Queste le novità del primo decreto Ristori, al quale poi si sono aggiunti il bis, il ter e il quater, tutti riuniti nel decreto Ristori unificato.

 

Decreto Ristori pubblicato in Gazzetta Ufficiale:

Il Decreto Ristori - Dl del 28 ottobre 2020 n. 137, contenente le misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e nello specifico, le misure di sostegno economico per le attività che hanno subito uno stop a causa delle misure anti-Covid previste dal Dpcm del 24 ottobre 2020, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 269 del 28.10.2020 ed è già in vigore dal 29 ottobre 2020.

 

Con il decreto Ristori il governo stanzia 5,4 miliardi di euro in termini di indebitamento netto e 6,2 miliardi in termini di saldo da finanziare, destinati al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle restrizioni disposte a tutela della salute, nonché al sostegno dei lavoratori in esse impiegati.

 

Conte e Gualtieri: indennizzi per attività colpite da chiusure

In questo periodo la migliore misura economica è contenere la pandemia, ha dichiarato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, sottolineando la necessità delle misure anti-contagio appena varate, spiegando che i numeri della finanza pubblica sono strettamente legati a quelli del Coronavirus.

 

Una seconda pesante ondata di contagi in Italia, infatti, si tradurrebbe in una perdita del PIL dello 0,3% - 0,6% nel 2021, come rilevato dall’Ufficio parlamentare di bilancio nella Nota congiunturale.

 

Parlando del DPCM ottobre, il titolare del dicastero di via XX Settembre a Roma ha specificato che l’obiettivo del governo è quello di non arrivare ad un lockdown generalizzato come avvenuto in primavera, ma di adottare misure specifiche di contenimento che purtroppo andranno a colpire alcuni settori già piegati dalla pandemia, come bar e ristoranti, piscine e palestre, cinema e teatri.

 

Queste attività meritano il pieno sostegno economico, assicurano Gualtieri e Conte. 

 

Decreto Ristori 2020: proroga cig Covid fino al 31 gennaio 2021

Dopo il DPCM ottobre, l’esecutivo ha varato il decreto Ristori, quarto provvedimento anticrisi per contenere le tensioni sociali derivanti dalle nuove chiusure forzate.

 

Il provvedimento contiene il prolungamento della cassa integrazione fino al 31 gennaio 2021 e nuovi aiuti a fondo perduto per le Partite IVA colpite dalle restrizioni.

 

Da tener presente che la cig Covid si è rivelata un buon ammortizzatore sociale durante la pandemia, evidenziando però pesanti limiti. Al momento, infatti, sono ancora 17 mila i lavoratori che non hanno ancora ricevuto il tanto atteso assegno dall’Inps, come dichiarato dal presidente dell’Istituto Pasquale Tridico, sottolineando che si tratta dello 0,3% di tutti coloro che l’hanno ricevuta.

 

Il decreto Ristori ha stanziato 1,4 miliardi di euro per la proroga della cig Covid fino al 31 gennaio 2021, con le stesse modalità contenute nel decreto Agosto. Il provvedimento in questione, infatti, ha prorogato di altre 18 settimane la Cassa, vale a dire fino alla metà di novembre per quelle aziende che hanno richiesto la cig sin da subito, dalle prime settimane di marzo.

 

Decreto Ristoro: aiuti a fondo perduto per 350 mila imprese

Il governo ha stanziato 2,6 miliardi di euro circa di contributi a fondo perduto per le attività che verranno maggiormente colpite dalle chiusure anticipate decise con il DPCM ottobre, come bar e ristoranti obbligati a tirare giù le serrande alle ore 18 mentre palestre e piscine, centri benessere, parchi divertimento, cinema e teatri si sono fermati per più di un mese.  

 

Le misure annunciate dal governo costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione, ha osservato la Fipe–Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi, chiedendo “contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica”.

È necessario che i sostegni del DL Ristori arrivino fin da subito – commenta Giancarlo Banchieri, Presidente di Fiepet Confesercenti -. Non c’è più tempo da perdere: bar, ristoranti e pub sono già ai limiti dopo un anno disastroso, lo stop decretato dal DPCM rischia di far saltare migliaia di attività e di posti di lavoro”. 

 

Sono circa 350 mila le Partite IVA interessate al ristoro. Il ministro dell’Economia Gualtieri assicura che gli indennizzi saranno rapidi e che se ne occuperà l’Agenzia delle Entrate erogando le somme di denaro direttamente su conto corrente dei beneficiari entro metà novembre, senza alcun controllo di fatturato, tramite il codice Ateco dell’attività esercitata.

 

Gli indennizzi saranno superiori alla volta scorsa, assicura invece il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

 

Decreto Ristori: le altre misure

Oltre alla proroga della cassa integrazione Covid fino a fine anno e alle misure di ristoro per le Partite IVA colpite dalle restrizioni, il Decreto Ristori contiene:

  • un nuovo credito di imposta per gli affitti commerciali per ottobre, novembre e dicembre;

  • la cancellazione della seconda rata Imu dovuta entro il 16 dicembre;

  • misure a sostengo della filiera agroalimentare che risentirà delle chiusure di bar e ristoranti.

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