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Decreto Partite IVA Milleproroghe: novità e cosa ha previsto

Decreto sulle partite IVA emendamento Milleproroghe cosa ha previsto e cambia per regime dei minimi e forfettario? Quali sono le novità nel testo?

Redazione
di Redazione
7 settembre 2019 16:49
Decreto Partite IVA Milleproroghe: novità e cosa ha previsto

Cosa prevedeva il decreto sulle Partite IVA 2015 con il Milleproroghe?


L'importante emendamento ad hoc da parte del Governo, sul nuovo regime dei minimi, ossia, la proroga di un 1 anno del regime e la possibilità di scelta tre i minimi e il regime forfettario con aliquota al 15%.

 

Decreto sulle partite IVA:

Il Decreto sulla fiscalità internazionale del 20 febbraio 2015 conteneva un emendamento del Governo avente come oggetto una revisione più ampia delle piccole partite IVA modificate a seguito dell'entrata in vigore della Legge di Stabilità 2015 con il nuovo regime agevolato forfettario.

 

Tali modifiche, richieste a gran voce dalle associazioni dei professionisti, autonomi e free lance, come ad esempio la campagna promossa da Acta in Rete con l’hashtag #refurtIva, sono diventate sempre più insistenti a causa della forte penalizzazione che i professionsiti e autonomi, hanno dovuto subire con la revisione dei regimi fiscali voluti con la Delega fiscale.

 

Ma cosa prevedeva il decreto sulle partite IVA? Il Milleproroghe del 20 febbraio, conteneva una serie di emendamenti che riguarderanno:

  • Proposta di proroga per un anno del regime dei minimi aliquota al 5% per i contribuenti minimi che non hanno compiuto ancora 35 anni. Confermata dalla commissioni Bilancio e Affari Costituzionali della Camera. La proroga del vecchio regime dei minimi Iva che coesisterà con il nuovo forfetario.

  • Possibilità  di scegliere tra il vecchio sistema e il nuovo forfettario introdotto con la Legge di stabilità 2015. 

  • Probabile revisione sulle piccole partite Iva: penalizzate sia da un'imposta sostitutiva al 15% e limiti molto duri per i ricavi: 15.000 euro per i professionisti e 40.000 per i commercianti. Soglie di ricavi che riducono di molto l'accesso al nuovo regime rispetto al regime dei minimi era uguale per tutte le categorie di contribuenti a 30 mila euro.

  • Ultimo aggiornamento contributi INPS gestione separata: approvazione dell'emendamento di Saltamartini sulle partite Iva, sottoscritto anche da tutti i gruppi parlamentari. Bloccato l'aumento dei contributi INPS per gli iscritti alla gestione separata. L'aliquota per il 2015 rimane al 27,72% grazie alla copertura di 120 milioni di euro individuata dal governo. Al 2017, il blocco aumento

 

Milleproroghe 2015 minimi e forfetario:

Con il decreto Milleproroghe 2015 il Governo intende intervenire sulla questione dei minimi  e del nuovo regime forfettario con un emendamento al decreto legge all'esame alla Camera nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali. Il prossimo CdM di venerdì 20 febbraio 2015, verrà proposta la modifica dei due regimi che dovrebbe prevedere:

 

1) Regime dei minimi: Proroga per un anno del precedente regime fiscale agevolativo, quindi quello dei minimi fino al 31 dicembre 2015, già confermato dalla commissione Bilancio manca solo la fiducia del Governo.

 

2) Regime forfettario: Possibilità di scelta tra il vecchio sistema e quello introdotto con la legge di Stabilità 2015 con il nuovo forfettario. Un regime questo, che prevede che la determinazione del reddito da assoggettare all'imposta sostitutiva sia del 15% mentre per i  "vecchi minimi', era del 5% garantito per 5 anni per i giovani fino a 35 anni e limite di ricavi a 30.000 euro. Per i giovani professionisti e autonomi, invece, le nuove norme hanno abbassato il tetto a 15mila euro mentre per i commercianti è salito da 30 a 40mila euro. Possibile anche un abbassamento dell'aliquota dal 15% al 10%, ma molto difficilmente potrà arrivare una simile modifica, dal momento che il Governo non ha le coperture necessarie.

Il relatore Marchi ha quindi confermato che il Milleproroghe conterrà diversi emendamenti dei deputati che riguardano sia i nuovi minimi che la proroga dei contributi per la gestione separata, ovvero, blocco dell'aumento percentuale dei contributi gestione separata mantenendo quella al 27,72% in vigore fino al 2014.

 

A tal proposito, Marchi ammette che "l'orientamento del governo è comunque relativo a un intervento sui minimi" per cui i contributi Inps non dovrebbero rientrare nel Milleproroghe mentre "Si sta ragionando su due ipotesi, "o prorogare la normativa precedente o consentire la scelta" tra il vecchio regime dei minimi al 5% e il nuovo forfettario al 15% con i nuovi coefficienti ma senza limiti, né di durata né di età e con un regime contributivo agevolato. A tal proposito, la circolare INPS del 29 gennaio 2015 ha chiarito che i contribuenti che adotteranno il nuovo regime fiscale forfetario introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 non saranno obbligati a versare la quota fissa di contributi, il versamento avverrà infatti in percentuale rispetto al reddito forfettario, senza l’applicazione del minimo imponibile. 

Per accedere a tale regime contributivo, per i contribuenti a partire da gennaio 2015 devono compilare l'apposito modello INPS online entro il 28 febbraio dell’anno per il quale intendono usufruire del regime agevolato ed in caso di ritardo, l'agevolazione scatterà dall'anno successivo, per i soggetti invece che avviano una nuova attività dal 1° gennaio 2015, devono presentare una dichiarazione di adesione dopo aver ricevuto la conferma dell’avvenuta iscrizione alla gestione previdenziale.

 

Le altre misure del decreto Milleproroghe:

Nello stesso decreto decreto “milleproroghe” (D.L. n. 192 del 31 dicembre 2014) sempre per gli imprenditori, un emendamento sulla rateizzazione Equitalia decadute, ovvero, la possibilità per le medie e piccole imprese che hanno perso la rateazione, di presentare nuovamente l'istanza per la concessione di un nuovo piano, fino a un massimo di 72 rate mensili.

 

Nella relazione illustrativa all'emendamento, all'articolo 6 si legge infatti che «il periodo di scadenza per la concessione viene prorogato per la decadenza dal 22 giugno 2013 al 31 luglio 2015, mentre per la relativa richiesta dal 31 luglio 2014 al 31 luglio 2015». Ciò significa, che se l'emendamento al CdM dovesse essere confermato il prossimo 20 febbraio, i piccoli imprenditori e PMI potrebbero richiedere una nuova rateazione Equitalia per quelle decadute in precedenza, fino ad un massimo 72 rate, ricordando però che il piano decade in caso di mancato pagamento di due rate anche non consecutive.

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