Lo smart working per quarantena

Smart working: cos'è come funziona, proroga con quarantena figli

Prevista una proroga delle procedure semplificate per smart working nel privato, nel caso di figli fino a 14 anni in quarantena con riapertura delle scuole

Smart working: cos'è come funziona, proroga con quarantena figli

Smart working ultime notizie:

 

*** Smart working ultime notizie 23 settembre 2020: approvate nuove regole per lo smart working in vista della riapertura delle scuole.

 

Se i figli fino a 14 anni restano a casa da scuola per la quarantena, i genitori hanno diritto allo smart working oppure possono chiedere un congedo parentale straordinario di 30 giorni.

 

Nel pubblico impiego, invece, il lavoro agile è già stato prorogato fino al 31 dicembre 2020.

 

Decreto Agosto proroga Smart working: come funziona e fino a quando

Lo smart working o lavoro agile è ormai entrato nelle abitudini degli italiani, costretti inizialmente a lavorare da casa a causa del lockdown imposto dal governo per arginare i contagi da coronavirus.

 

L’esecutivo ha deciso sin da subito di semplificare le procedure per le aziende ed i lavoratori, eliminando per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria l’obbligo della stipula individuale dell’accordo tra le parti e la comunicazione all’Amministrazione.

 

Il lavoro agile è stato prorogato per i dipendenti della Pubblica Amministrazione fino al 31 dicembre 2020 mentre con il decreto Agosto si conosceranno anche i termini relativi alla proroga per i dipendenti privati.

 

Smart working: cos’è e come funziona

Lo smart working (SW) è una forma flessibile di organizzazione del rapporto di lavoro subordinato applicabile a molte mansioni svolte in azienda, ma non a tutte. Può essere a tempo determinato o indeterminato.

 

Il lavoro agile o smart working viene definito dalla legge n. 81/2017 come una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività.

 

La prestazione lavorativa viene eseguita, in parte all'interno di locali aziendali e in parte all'esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell'orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.

 

Lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità di lavoro agile deve essere disciplinato da un apposito accordo che deve contenere:

  • la disciplina dell'esecuzione della prestazione lavorativa svolta all'esterno dei locali aziendali, anche con riguardo alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro ed agli strumenti utilizzati dal lavoratore;

  • con riferimento alle prestazioni svolte al di fuori dei locali aziendali, la disciplina dell'esercizio del potere di controllo del datore di lavoro, nonché l'individuazione delle condotte che danno luogo all'applicazione di sanzioni disciplinari;

  • la disciplina dei tempi di riposo del lavoratore, nonché le misure (tecniche ed organizzative) necessarie per assicurare la disconnessione del lavoratore dalle strumentazioni tecnologiche di lavoro.

Per quanto concerne la retribuzione smart working, il lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ha diritto ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello riconosciuto ai lavoratori che svolgono le medesime mansioni esclusivamente all'interno dell'azienda.

 

Infine, i datori di lavoro, pubblici e privati, che stipulano accordi per lo svolgimento dell'attività lavorativa in modalità agile, hanno l'obbligo di dare priorità alle richieste presentate dalle lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del congedo di maternità, ovvero ai lavoratori con figli disabili che necessitino di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale.

 

Decreto Agosto: proroga dello smart working

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in un’audizione congiunta delle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul nuovo scostamento di bilancio da 25 miliardi di euro, ha annunciato che il decreto Agosto conterrà una proroga delle procedure semplificate per lo smart working nel privato, grazie anche alla proroga dello Stato di emergenza fino al prossimo 15 ottobre 2020.

 

Terminato lo Stato di emergenza, infatti, lo smart working tornerà ad essere disciplinato dalla normativa sul lavoro agile che sancisce l’obbligatorietà di un accordo individuale tra datore e lavoratore e di comunicazioni ad hoc al Ministero del Lavoro.

 

Il governo ha raccomandato sin da subito il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile per affrontare il lockdown e la pandemia, emanando con il DPCM del 1° marzo 2020 una procedura telematica semplificata con la quale le imprese hanno imposto al personale lo smart working anche senza il consenso dei lavoratori.

 

Successivamente il decreto Cura Italia ha sancito il diritto allo smart working per i dipendenti disabili o per coloro che hanno nel proprio nucleo familiare un disabile. Ai dipendenti privati con ridotta capacità lavorativa è stata riconosciuta invece la priorità nell’accoglimento delle richieste.

 

Nuove misure sono arrivate poi con il decreto Rilancio, che ha esteso il diritto al lavoro agile ai dipendenti privati con almeno un figlio a carico minore di 14 anni, fino al 31 dicembre 2020, sempre a condizione che l’altro genitore non sia disoccupato o in cassa integrazione.

 

Smart working: vantaggi e svantaggi

Questa forma flessibile di organizzazione del rapporto di lavoro subordinato oltre ad aver salvaguardato l’economia del paese permettendo a molte aziende la prosecuzione dell’attività anche senza la presenza fisica sul posto di lavoro, ha anche sostenuto i lavoratori, evitando loro di finire nel girone dantesco della cassa integrazione covid-19, il tutto in piena sicurezza rispetto alla pandemia.  

 

I benefici sono molti, soprattutto dal punto di vista economico-sanitario, ma ci sono anche alcuni effetti negativi, come il calo di fatturato di tutte quelle aziende che ruotano attorno agli uffici, soprattutto della ristorazione. Da considerare poi, che alcune attività si sono trovate costrette a fare i conti anche con l’assenza dei turisti dalle nostre città d’arte, una doppia batosta quindi.

 

Se le attività dei centri storici stanno pagando il prezzo più alto ritornano invece a fiorire i piccoli negozi di quartiere, visto che lavorando da casa non ci si allontana dalla propria abitazione, a svantaggio dei centri commerciali.

 

Ripercussioni economiche pesanti si sono registrate anche sul mercato immobiliare, con le compravendite di uffici ed immobili commerciali scese di oltre il 17%.

 

Smart working: sarà il futuro?

Sono in molti a chiedersi se lo smart working sarà il futuro, lo sperano ardentemente i pendolari ma anche gli ambientalisti per via del minore inquinamento derivante dal mancato spostamento casa-lavoro, lavoro-casa.

 

Questo cambiamento di mentalità, difficile da concepire prima della pandemia, è diventato realtà in pochissimi mesi, portando alle aziende notevoli benefici sottoforma di riduzione dei costi, il tutto a fronte di livelli di produttività dei lavoratori piuttosto buoni.

 

Sarà difficile tornare indietro una volta intrapresa la strada del cambiamento, intanto la Pubblica Amministrazione si sta organizzando con un Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) da presentare entro il 31 gennaio 2021, per consentire ad almeno il 60% dei dipendenti di beneficiarne mentre le grandi imprese private si stanno organizzando autonomamente per prorogare lo smart working fino alla fine dell’anno, in attesa di una ridefinizione totale della legislazione in accordo con i sindacati.

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