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Decreto Ristori bis 2020: cos'è, cosa prevede, quando arrivano aiuti

Allo studio nuovi codici Ateco per beneficiari ristori bis ma anche nuove percentuali di indennizzo. Da sciogliere nodo coperture decreto collegato a Dpcm

Decreto Ristori bis 2020: cos'è, cosa prevede, quando arrivano aiuti

Nuovi ristori in vista per nuove chiusure. Dopo neanche un paio di settimane dall’approvazione del decreto Ristori siamo nuovamente punto e a capo, con un nuovo decreto Novembre contenente misure restrittive per frenare i contagi Covid che porterà con sé nuovi contributi a fondo perduto per le aziende e le categorie colpite dalle limitazioni.

 

Il meccanismo chiusure-indennizzi, in atto da questa primavera, è ormai rodato. Vediamo insieme come cambieranno i nuovi contributi a fondo perduto e come verrà sciolto il nodo coperture del secondo decreto Ristori collegato al Dpcm del 3 novembre.

 

Dpcm 3 novembre: lockdown a zone e coprifuoco dalle 22

Si apre un nuovo scenario, quello del lockdown a zone. Il premier Conte ha firmato nella notte il nuovo Dpcm 3 novembre 2020, che prevede misure più stringenti alle libertà personali a partire dal 5 novembre e fino al 3 dicembre, per arginare la seconda ondata di contagi da Covid.

Il bollettino coronavirus del 3 novembre 2020 conta 28.244 nuovi casi positivi, e 353 morti in ventiquattro ore, rischiamo di superare in poche settimane i livelli di aprile.

 

Sul provvedimento, il presidente del Consiglio sembra averla spuntata sulle Regioni, con i governatori che chiedevano un lockdown nazionale identico in tutte le zone d’Italia. Il dpcm appena varato, invece, istituisce un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una Regione, sulla base di 21 parametri elencati nel testo che dividono l’Italia in tre fasce di rischio.

L’obiettivo è quello di evitare un lockdown generalizzato, che come abbiamo sperimentato sulla nostra pelle questa primavera ha effetti catastrofici sull’economia.

 

Tra le principali misure adottate c’è il coprifuoco nazionale dalle 22.00 alle ore 5.00, eccezion fatta per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.

 

Vietati gli spostamenti in entrata ed uscita dalle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell'Iss mentre nelle zone che ricadono nello scenario 4 sono vietati anche gli spostamenti all’interno del territorio stesso, a livello comunale e provinciale.

 

Sospese tutte le attività commerciali nelle zone a massimo rischio, le cosiddette zone rosse, eccezion fatta per quelle relative alla vendita di generi alimentari, per barbieri e parrucchieri mentre nelle aree ad alto rischio, le zone arancioni, chiudono solo bar e ristoranti. Chiusi i centri commerciali nei weekend.

 

Decreto Ristori bis: resta il nodo coperture

Decise le misure da adottare, bisognerà sciogliere un altro nodo, quello delle coperture per il decreto Ristori bis. Come promesso dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, pochi giorni fa, l’esecutivo supporterà finanziariamente le imprese colpite dalle chiusure: le risorse ci sono e verranno utilizzate finché servirà.

 

Ristori necessari ed immediati che dovrebbero servire non solo a sostenere le attività commerciali ma anche a contenere la rabbia esplosa in questi giorni nelle piazze per le nuove misure imposte, che rischiano di portare al collasso milioni di imprese.

 

Questa volta i commercianti delle zone rosse saranno costretti a chiudere per almeno un mese e probabilmente non basteranno gli 1,5-2 miliardi di euro a disposizione dell’esecutivo tra saldi della Nadef ed altri avanzi di bilancio 2020 per tenere a galla l’economia nazionale, proprio ora che la ripresa economica era iniziata.

Il PIL Italia del 3° trimestre, infatti, ha sorprendentemente registrato un balzo del +16,1%, battendo le attese del governo stesso, assicurando per il 2020 una flessione del Prodotto Interno Lordo non superiore al 9%, stando a quanto dichiarato dal titolare del Tesoro.

 

Dove si troveranno i soldi per i ristori per il secondo decreto Ristori collegato al nuovo Dpcm novembre? Si pensa a tutto, anche ad un ulteriore scostamento di bilancio, l’ennesimo dopo i 100 miliardi di euro già chiesti complessivamente nel 2020.

 

I tempi sono strettissimi, non solo per chiedere ulteriore deficit ma anche per definire la platea dei destinatari dei nuovi ristori. Al lavoro il Mef e il Mise, a cui è stato affidato questo arduo compito visto che stavolta le differenziazioni da fare sono molte e su base regionale.

Allo studio non solo nuovi codici Ateco per i beneficiari dei ristori ma anche nuove percentuali di indennizzo.

In discussione possibili indennizzi per le partite IVA e gli artigiani, dopo quelle da 600-1.000 euro dei provvedimenti precedenti.

 

Delusi i governatori. "Il Governo ha ascoltato poco le Regioni, a partire dai ristori per arrivare fino ai congedi parentali. Nella bozza del Dpcm si specificano bene i divieti ma poco le misure a favore della cittadinanza", ha commentato il presidente della Regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz.

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