Demansionamento: è legale spostare lavoratore a mansioni inferiori

Demansionamento Jobs Act legale spostare il lavoratore a mansione di livello inferiore mantenendo lo stesso stipendio cambia lo Statuto Lavoratori

Demansionamento: è legale spostare lavoratore a mansioni inferiori

Demansionamento: cos'è cambiato dopo il Jobs Act? 

Con l'approvazione dei decreti attuativi Jobs Act 81/2015 è entrata in vigore la possibilità per il datore di lavoro spostare il lavoratore ad altra mansione inferiore, se le esigenze tecnico organizzative lo consentono o se tale opzione è prevista dal CCNL.

 

In altre parole, nel caso in cui il demansionamento è previsto dal CCNL di riferimento, o si verifica una modifica nell'organizzazione aziendale tale da incidere sulla posizione del lavoratore, è possibile attribuire al dipendente mansioni di livello più basso rispetto all'inquadramento con il quale è stato assunto, a patto però che la nuova mansione rientri nella medesima categoria legale.

 

Nuove disposizioni contenute nel Jobs Act:

Le nuove disposizioni contenute nel famoso Jobs Act di Renzi hanno riguardato fino adesso:

Riordino dei contratti di lavoro in Italia: con abolizione a partire dal 25 giugno 2015 dei cocopro, ossia, i contratto a progetto e delle cd. mini cococo ossia, le collaborazioni occasionali con durata inferiore ai 30 giorni e un limite reddituale sotto i 5000 euro l'anno.

Modificata la prestazione occasionale lavoro autonomo, l'unica ancora consentita ed estensione del lavoro accessorio con reddito fino a 7.000 euro.

 

Nuove disposizioni per gli ammortizzatori sociali con l'introduzione del sussidio universale disoccupazione Naspi, Dis coll disoccupazione collaboratori.

Incentivi e misure per superare la crisi occupazionale in Italia attraverso il bonus occupazionale INPS, riservato alle imprese che assumono a tempo indeterminato;

 

Nuove modalità per i licenziamenti collettivi e individuali con modifica all'articolo 18 con la nuova normativa sui licenziamenti economici, discriminatori e sui termini di impugnazione del licenziamento da parte del lavoratore oltre che l'introduzione dei contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti che riguarderanno i soli lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 e non quelli assunti prima. 

 

Ed altre due importanti disposizioni, contenute sempre nel decreto attuativo Jobs Act, che riguardano la modifica di altri due articoli dello Statuto dei Lavoratori, quella all'articolo 4 che come modificato, permette alle aziende e datori di lavoro, di installare telecamere sul posto di lavoro, prima vietate per legge e l'altra all'articolo 13 che consente il demansionamento del lavoratore, ossia, la possibilità di essere spostato, in qualsiasi momento e arbitrariamente dal datore di lavoro, ad una mansione di livello inferiore, a patto che la retribuzione rimanga la stessa. 

 

Statuto lavoratori prima del Jobs Act: cosa prevedeva?

Demasionamento secondo lo Statuto dei Lavoratori: L'articolo 13 dello Statuto del Lavoratori ha sostituito integralmente, e modificato solo parzialmente i contenuti dell’art. 2103 del codice civile.

 

Tale norma, prevede l'obbligo a far svolgere al lavoratore le mansioni per le quali è stato assunto. Tuttavia, il datore di lavoro può facoltativamente spostare il lavoratore a mansioni "equivalenti" quando per ragioni organizzative della stessa impresa lo lo richiedano.

 

In altre parole, lo Statuto dei Lavoratori vieta il declassamento a mansioni di livello professionale inferiore, rispetto a quelle con cui è stato inquadrato il lavoratore al momento dell'assunzione.

Secondo la normativa attuale, l'unica eccezione per cui il lavoratore può essere spostato a mansione inferiore, solo quando il soggetto non è più in grado di svolgerla a seguito di eventi successivi all’assunzione come malattie o infortuni.

 

Non è inoltre permessa la riduzione della retribuzione rispetto all’ultima acquisita, iniziale o quella successivamente riconosciuta a seguito di scatti di anzianità, passaggi di livello o per merito. Anche in caso di una riduzione di ore con il passaggio da un full time ad un part time, la retribuzione deve essere diminuita proporzionalmente alla retribuzione più alta raggiunta nel corso dello svolgimento dell'attività lavorativa. Una diminuzione dello stipendio, può quindi configurarsi solo nel caso in cui al lavoratore, vengano inflitte delle sanzioni disciplinari come ad esempio la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione.

 

Alla luce di tale normativa, che vieta espressamente lo spostamento del lavoratore ad altra attività lavorativa inferiore rispetto a quella per cui è stato assunto, eventuali violazioni all'articolo 13 si configurano nella disciplina di mobbing e demasionamento, reati riconducibili a violazioni dell’art. 2103 Codice civile per il settore privato e dell’art. 52 del d. legs n. 165/2001 per il settore pubblico relativi ai limiti al potere di variazione delle mansioni.

In questo casi, il lavoratore può ricorrere all’azione di adempimento, alla risoluzione del contratto e al risarcimento danni per demansionamento e mobbing sul lavoro.

 

Demansionamento 2018: cos'è e come funziona?

Demansionamento 2018. Secondo l'articolo 4 della Legge Delega Lavoro, così come modificato dall'emendamento 4100 del Governo, approvato al Senato e poi alla Camera con il Jobs Act, e poi attuato con il decreto attuativo 81/2015 dal 2015 è diventato legale spostare il lavoratore a mansioni di livello inferiore alla luce di esigenze tecniche e organizzative dell'azienda e di conservazione del posto di lavoro, purché sia mantenuta al dipendente la stessa retribuzione acquisita nel corso dell'attività lavorativa, quindi scatti di anzianità, per merito, o quella iniziale.

 

Tra gli ultimi interventi del Jobs Act, è stata prevista inoltre la possibilità di modificare la categoria contrattuale nel caso in cui vi sia un forte interessamento da parte del lavoratore a modificare il suo contratto di lavoro, si parla per esempio nei casi di conservazione del posto di lavoro, acquisizione di una diversa professionalità o miglioramento delle condizioni di vita.

Il datore di lavoro, che decide di assegnare mansioni inferiori al lavoratore per esigenze tecniche organizzative, perché per esempio quel ramo d'azienda è in fallimento o in fase di dismissione o in caso di possibili licenziamenti, deve comunicare in forma scritta al dipendente l’assegnazione di mansioni inferiori a quelle del suo inquadramento, pena la nullità. In questo caso, il demansionamento è giustificato sia se viene disposto autonomamente dal datore di lavoro, che se viene deciso a seguito di un accordo sindacale.

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