Ecobonus 110%, sosterrà il settore costruzioni ma restano criticità

L’ecobonus al 110% può dare una scossa positiva all'intera filiera delle costruzioni, tassello importante dell'economia, ma restano delle criticità

Ecobonus 110%, sosterrà il settore costruzioni ma restano criticità

Ecobonus 110% ultime notizie:

 

***Ecobonus 110% ultime notizie 10 luglio 2020: ok di Montecitorio al Decreto Rilancio che stanzia risorse per 55 miliardi di euro per sostenere imprese, famiglie e lavoratori colpiti dal covid. Il Decreto passa ora al Senato. 

 

Rispetto alla bozza ci sono delle novità sul superbonus al 110%: già rivolto alle prime e seconde case ma in condomini, potrà essere utilizzato anche per immobili del Terzo settore e per le seconde case unifamiliari e villette a schiera. Escluse le abitazioni di lusso, le ville e i castelli. 

 

Come funziona il superbonua 110%.

 

Ecobonus 110% sosterrà il settore costruzioni ma restano criticità

L’ecobonus al 110%, detto anche superbonus, può sicuramente dare una scossa positiva all’intera filiera delle costruzioni, tassello importante dell’economia italiana, ma restano delle criticità importanti.

 

Costruzioni: contribuiscono a quasi un quarto del PIL italiano

Tra i settori vitali per l’economia italiana c’è sicuramente quello delle costruzioni, che con le sue quasi 734.400 imprese attive nel 1° trimestre del 2019, rappresenta con l’indotto oltre il 22% del PIL nazionale. Come il comparto auto e quello del turismo, anche la filiera delle costruzioni sta registrando un periodo buio a causa degli effetti economici legati al coronavirus.

 

Nonostante negli ultimi tre anni il settore edile italiano abbia mostrato alcuni segnali di ripresa, con i suoi 130 miliardi di euro di investimenti nel 2019, ad oggi si trova ad essere ben lontano dai valori precrisi del 2008 (220 miliardi di euro). Numeri che mettono in evidenza alcune criticità mai affrontate negli ultimi 50 anni e che si sono ulteriormente acutizzate a causa del lockdown.

 

La chiusura forzata, secondo le stime di Ance - Associazione Nazionale Costruttori Edili - potrebbe generare un calo del 10% degli investimenti in costruzioni, un dato importante se si considera che ogni euro investito in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia con un effetto moltiplicatore di circa tre volte.

 

Ecobonus 110% per rilanciare settore edile

Tra le misure che il governo ha varato a supporto del settore costruzioni c’è l’ecobonus al 110% previsto dal decreto Rilancio, su cui l’economia italiana fa tanto affidamento.

 

Di che cosa si tratta? Della possibilità di detrarre dalle tasse in 5 anni il 110% delle spese sostenute per le ristrutturazioni edilizie volte a migliorare l’efficientamento energetico di uno stabile o abitazione e la riduzione del rischio sismico. L’ecobonus sarà valido per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 fino al 31 dicembre 2021.

 

La norma consente oltre alla detrazione del 110% in dichiarazione dei redditi anche una cessione del credito o uno sconto in fattura. 

 

Secondo il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Riccardo Fraccaro, “sarebbe importante riuscire a estenderlo al 2022 per utilizzarlo anche per l’abbattimento e la ricostruzione. Se lavoriamo tutti bene a novembre, con la legge di bilancio, potremo aver dimostrato che questa impostazione keynesiana orientata alla sostenibilità è la strada da percorrere”.

 

Criticità dell’ecobonus 

L’ecobonus al 110%, ben visto da quasi tutti gli operatori del settore, potrebbe essere fondamentale per il rilancio del comparto, sempre che tutto funzioni come previsto. Sono molti, infatti, i soggetti coinvolti tra enti, aziende e banche e non tutto potrebbe andare come si spera.

 

Le procedure non sono molto semplici e chiare. Proprio per tale ragione il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, ha dichiarato: “Sarà fondamentale che nel percorso di conversione del dl rilancio tutti i nodi vengano sciolti per assicurare la massima chiarezza delle regole e semplicità delle procedure da adottare. Tutti i soggetti coinvolti, banche, assicurazioni, professionisti devono poter lavorare serenamente nella stessa direzione - ha concluso Buia - con l’obiettivo di consentire con semplicità e senza ostacoli gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità a cui la nuova misura tende”.

 

Tra le altre criticità dell’ecobonus c’è la possibilità che si crei un collo di bottiglia a causa delle lungaggini burocratiche degli istituti di credito, che potrebbero lesinare finanziamenti alle imprese lamentandone il merito creditizio. Svantaggiate soprattutto le imprese più piccole, che faranno più fatica a sostenere l’onere di anticipare il contributo statale, con un evidente svantaggio competitivo.

 

L’efficacia delle nuove misure – dichiara Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli Piceno – rimane però subordinata alla semplicità e alla velocità del processo necessario a certificare la legittimità dei crediti di imposta e a gestirne la cessione. In questo sarà utile la disponibilità e un approccio collaborativo da parte del sistema bancario per sviluppare al massimo il potenziale dell’Ecobonus e del Sismabonus come volano per la ripresa dell’economia”.

 

Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, invece lamenta il fatto che il superbonus è solo a vantaggio dell’edilizia, visto che produrrà effetti limitati sul risparmio energetico delle famiglie italiane a fronte di un contributo pubblico “sproporzionato”.

 

Ci sono poi i rischi legati alle frodi. “Il rischio è che ci si affidi a imprese che operano in modo poco onesto e che offrano interventi a titolo gratuito ai condomini, chiedendo in cambio di chiudere un occhio su alcune irregolarità. E magari installino pannelli di 3 centimetri dichiarando di aver installato (e pagato) quelli da 10”. Da considerare anche la possibilità di sovrafatturazione fino ai limiti di spesa, con l’inserimento di interventi non incentivati o incentivati ma non al 110%.

 

Misure necessarie per rilanciare il settore costruzioni

Per affrontare questo momento di emergenza legato al covid-19, bisogna guardare al futuro con una visione strategica a lungo termine.

 

Il bonus e gli incentivi green, infatti, rappresentano solo una piccola parte delle misure necessarie a garantire un adeguato rilancio del settore costruzioni.  Le principali associazioni della filiera edile, Ance, Federcostruzioni, Federcomated, Oice, Consiglio Nazionale Geometri e Rete Professioni Tecniche, Gruppo Tecniche Nuove, hanno identificato alcune linee guida utili a superare questo momento difficile, realizzando un manifesto in 10 punti rivolto al governo per aiutare da subito le imprese e porre le basi per riforme strutturali. Dalla liquidità alle aziende allo sblocco dei cantieri, dalla minore burocrazia alla semplificazione dei processi, fino alle procedure più snelle per l’avvio dei cantieri, alla digitalizzazione e al rafforzamento degli incentivi.

 

Di seguito i 10 punti della Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni:

  • Una strategia organica per interventi su scuole, sanità, infrastrutture e sistemi di trasporto;

  • Sblocco rapido dei cantieri già finanziati per produrre lavoro e generare reddito, anche attraverso il lavoro dei Comuni e le Amministrazioni Locali sul territorio. Rilancio dei cantieri strategici;

  • Sicurezza. Il COVID19 prevede la definizione di protocolli permanenti sulla sicurezza in cantiere e la loro esecuzione.

  • Liquidità per gli attori della filiera per sostenerne la ripartenza. Non integralmente a debito ma quota a fondo perduto, anche attraverso il saldo dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese e dei professionisti;

  • "Sburocratizzazione” e semplificazione delle procedure legate alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione di qualsiasi tipologia di edificio o infrastruttura. Procedure snelle, redazione di un codice e un regolamento che non necessiti di provvedimenti straordinari;

  • Rafforzamento di bonus e incentivi per interventi premianti in termini di efficienza energetica e ristrutturazione green e più in generale revisione complessiva del patrimonio abitativo esistente attraverso l’adeguamento alle normative, l’utilizzo di tecnologie innovative e di sistemi e soluzioni performanti;

  • Valorizzazione del ruolo della progettazione sia per quanto riguarda le nuove esigenze abitative, sia nello sviluppo delle città e dei sistemi urbani, andando oltre, laddove possibile, strumenti e standard obsoleti e non più adeguati alle condizioni odierne;

  • Digitalizzazione della filiera finalizzata alla condivisione delle informazioni e alla condivisione di competenze e best practice del settore all’interno di una piattaforma digitale appositamente creata;

  • Maggiore coinvolgimento delle figure professionali in alcuni processi gestiti oggi dalla pubblica amministrazione;

  • Piano investimenti per i Comuni per dare avvio a una grande opera di manutenzione del territorio e di rigenerazione delle città.

 

Serve liquidità immediata. Urgente che la PA paghi  

Le associazioni invocano soprattutto una semplificazione del processo normativo, istituzionale e realizzativo, per far sì che lo Stato non sia il primo debitore delle imprese.

 

Le costruzioni erano già martoriate da una crisi profonda e i primi segnali positivi che avevamo avuto nel mercato privato ora rischiano di venire meno - ha dichiarato Gabriele Buia, Presidente Ance -. Per questo dobbiamo intervenire rapidamente, a partire dalla PA, primo committente delle imprese di costruzione, che deve alle aziende ben 6 mld di euro. E poi è necessario semplificare: servono poche regole, semplici e chiare, e bisogna fare in fretta per immettere liquidità immediata nel sistema e aiutare le imprese nella ripartenza. Dobbiamo adottare un Piano Marshall per l’Italia. Che vuol dire risorse pubbliche immediatamente spendibili per opere pubbliche diffuse sul territorio e incentivi indispensabili per rilanciare il mercato privato che ha bisogno di fiducia”.

 

Dello stesso parere Giuseppe Freri, Presidente Federcomated, Federazione Nazionale Commercianti Materiali Edili, secondo cui per ripartire “dobbiamo avere liquidità sui nostri conti correnti. Ed è necessario e urgente che la Pubblica Amministrazione paghi i costruttori affinché possano onorare i loro impegni verso i distributori di materiali edili: a marzo, a livello nazionale, abbiamo avuto insoluti per il 25% e prevediamo diventi il 40% per aprile e il 60% a maggio. Fare presto è d’obbligo”.

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