Intesa Sanpaolo e UBI alle prese con una battaglia di esposti Consob

Nuovi retroscena nell’operazione Intesa Sanpaolo – UBI. Secondo La Repubblica, le due banche avrebbero intrapreso una battaglia legale con esposti in Consob

Intesa Sanpaolo e UBI alle prese con una battaglia di esposti Consob

Spuntano nuovi interessanti retroscena nell’operazione Intesa Sanpaolo – UBI Banca. Secondo alcune indiscrezioni stampa riportate dal quotidiano La Repubblica, le due banche avrebbero intrapreso una battaglia legale, con esposti in Consob, prima dell'avvio dell'Offerta Pubblica di Scambio (OPS). Incerto dunque l’esito dell’offerta di Intesa, che dovrebbe partire a luglio.

 

Scatta la battaglia di esposti Consob tra Intesa ed UBI

Si agitano le acque attorno all’operazione lanciata Intesa Sanpaolo su UBI Banca. Secondo alcuni rumors riportati da La Repubblica, l’Offerta di Intesa avrà un esito incerto. I due istituti di credito, infatti, avrebbero inviato degli esposti alla Consob prima dell’avvio dell’Offerta Pubblica di Scambio.

 

In particolare, lo studio di avvocati Pedersoli, per conto del gruppo guidato da Carlo Messina, avrebbe sollevato alla commissione di Borsa alcuni dubbi sul management e alcuni dei maggiori soci di UBI.

 

A sua volta UBI Banca avrebbe sollevato alla Consob la sopravvenienza della forza maggiore (Mac) per il coronavirus tramite un altro esposto.

Intanto l’Amministratore Delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in occasione della presentazione della trimestrale, ha dichiarato che si accontenterà del 50% più un’azione.

 

Qual è l’orientamento dei soci di UBI Banca?

Per il momento sembra che il primo patto Car – Comitato Azionisti di Riferimento, con il 19,6% del capitale, non veda di buon occhio l’operazione. Indecisa la Parvus, che detiene il 7,93% mentre non si è ancora espresso Silchester con l’8,61%.

Favorevoli i Lucchini, con l’1% del capitale, usciti dal Patto dei bresciani.  

 

Intanto l’advisor Credit Suisse arruolato da UBI Banca continua la ricerca di un cavaliere bianco.

 

L’offerta Pubblico di Scambio di Intesa Sanpaolo

Il 5 maggio scorso il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo ha approvato la fusione per incorporazione di Banca IMI S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A.

 

Il Documento di Offerta sulla totalità delle azioni ordinarie di Unione di Banche Italiane S.p.A. è stato depositato presso la Consob il 6 marzo 2020 e prevede l’Offerta di massime n. 1.144.285.146 azioni ordinarie di UBI Banca, pari all’intero capitale sociale di UBI Banca.

 

Secondo i termini dell’Offerta, Intesa Sanpaolo riconoscerà agli azionisti di UBI Banca che aderiranno all’OPS 17 azioni Intesa per 10 azioni UBI portate in adesione all’Offerta.

 

L’unione creerà un leader europeo

L’offerta promossa da Intesa Sanpaolo sulla totalità delle azioni ordinarie di UBI Banca ha come obiettivo la creazione di valore per tutti gli stakeholder. L’unione tra le due banche è basata su modelli di business affini e su valori condivisi, che non presenta complessità significative anche in considerazione della comprovata capacità di Intesa Sanpaolo di realizzare integrazioni.

 

Il perfezionamento dell’operazione - atteso entro la fine di quest’anno - permetterà al Gruppo risultante di rafforzare il supporto all’economia reale e sociale consolidando il proprio ruolo di prima banca italiana con quote di mercato di circa il 20% in tutti i principali settori di attività, accrescendo la creazione e distribuzione di valore con la realizzazione di importanti sinergie senza costi sociali e con la riduzione del profilo di rischio senza costi straordinari per gli azionisti.

 

Il Gruppo risultante dall’operazione beneficerà di una capacità di generazione di ricavi di scala europea basata su un modello di business resiliente focalizzato su Wealth Management & Protection, con un radicamento italiano che valorizza il risparmio del Paese, superando i 1.100 miliardi di euro di attività finanziarie della clientela con i circa 3 milioni di clienti di UBI Banca, che detengono circa 200 miliardi di euro di attività finanziarie.

 

I vantaggi della fusione

Intesa Sanpaolo promette agli azionisti dividendi cash elevati e sostenibili. Vi sarà anche un’ulteriore creazione di valore con un’accresciuta generazione di ricavi conseguente all’ampliamento della base di clientela, un miglioramento della qualità del credito e la realizzazione di sinergie senza che si aggiungano complessità.

 

I clienti beneficeranno di una maggiore presenza in tutte le regioni italiane e del rafforzamento dell’offerta di prodotti e servizi.

 

La redditività del Gruppo risultante dall’operazione beneficerà di sinergie annue ante imposte attese pari a 730 milioni di euro a regime, 680 milioni entro il 2023 e ulteriori 50 milioni entro il 2024, di cui 510 milioni da costi (pari a circa il 5% dei costi pro-forma 2019 del Gruppo risultante dall’operazione) e, tenendo conto delle dissinergie, 220 milioni da ricavi (pari a circa l’ 1% dei ricavi pro-forma 2019 del Gruppo risultante dall’operazione).

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