Riforma fallimentare 2019: cos'è come funziona liquidazione giudiziale

Riforma fallimento 2019 nuova liquidazione giudiziale cos'è e come funziona, quando e come si attua il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell'insolvenza

Redazione
di Redazione
13 settembre 2019 13:46
Riforma fallimentare 2019: cos'è come funziona liquidazione giudiziale

Il fallimento di una azienda, è la procedura che serve a dichiarare il fallimento di un imprenditore, ditta o società commerciale iscritta alla Camera di Commercio e in possesso di requisiti soggettivi e oggettivi, definiti dalla Legge fallimentare.

 

L'istanza va presentata al Tribunale con allegata una serie di documenti, oltre alla ricevuta di pagamento del contributo unificato, marca da bollo e diritti.

 

Con l'approvazione e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 155/2017, è in vigore la riforma del fallimento che delega il governo a cambiare entro 12 mesi dall'entrata in vigore della stessa delega, i principi e gli istituti di gestione della crisi di impresa e dell'insolvenza.

 

Il Consiglio dei Ministri, in data 10 gennaio 2019 ha approvato in via definitiva il decreto legge che, in attuazione della legge 19 ottobre 2017, n. 155, introduce il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza atta a:

  • A) rinnovare le procedure concorsuali della c.d. Legge fallimentare: in modo da conseguire una riduzione dei costi e di durata delle procedure concorsuali;

  • B) disciplinare la composizione delle crisi da sovraindebitamento (legge n. 3 del 2012);

  • C) regolamentare il sistema dei privilegi e delle garanzie.

 

Vediamo quindi quali sono le novità Riforma fallimentare 2019 e sul nuovo Condice della crisi d'impresa e aziendale cos'è come funziona, chi può fallire e quando.

 

Riforma Fallimento 2019 cosa prevede e cosa cambia?

Riforma fallimento 2019: cosa cambia?

Con l'arrivo della nuova legge fallimentare cambia, per effetto del DDl fallimenti approvato il 10 gennaio 2019 e del nuovo Codice sulla gestione della crisi d'impresa, a cambiare è la parola stessa di fallimento che oggi viene sostituita con la nuova parola liquidazione giudiziale.

 

Con la nuova liquidazione giudiziale 2019, sono introdotte le seguenti novità:

  • nuovi alert con l'obiettivo di impedire che le crisi aziendali possano trasformarsi in procedure più complesse e critiche;

  • più spazio a strumenti come la composizione stragiudiziale atta a favorire il colloquio e la mediazione tra creditori e debitori;

  • Nella liquidazione giudiziale più poteri al curatore per quanto riguarda l'accesso alle banche dati della Pa, nella promozone di azioni giudiziali spettanti ai soci o ai creditori sociali e nel riparto dell'attivo tra Azioni prima della crisi.

  • Per quanto riguarda la composizione giudiziale assistita, ci sarà una fase preventiva di allerta che potrà essere attivata dal debitore stesso o dal tribunale su segnalazione dei creditori pubblici, in quanto la segnalazione sarà obbligatoria per l'Agenzia delle Entrate ed Inps. 

    • composione giudiziale assistita volontaria: se è il debitore a richiedere la procedura di liquidazione, verrà assistito da un apposito organismo istituito presso le Camere di commercio ed avrà 6 mesi di tempo per raggiungere una soluzione concordata con i creditori. 

    • composizione giudiziale tribunale: se la procedura di liquidazione è per iniziativa dell'ufficio, il giudice, convoca in maniera confidenziale e del tutto riservata, il debitore e lo affida ad un esperto che ha l'incarico di risolvere la crisi trovando un compromesso entro sei mesi con i creditori.

  • Per il debitore che si avvale della composizione della crisi o di altre misure per trovare un compromesso al debito, sono previsti i seguenti vantaggi:

    • non punibilità dei delitti fallimentari qualora il danno patrimoniale sia di speciale tenuità;

    • attenuanti per gli altri reati;

    • riduzione di interessi e sanzioni per debiti fiscali.

  • Regole processuali semplificate: verrà data priorità alle proposte che consentono ed assicurano continuità aziendale, al fine di ridurne i costi e la durata delle procedure concorsuali.

  • Incentivi alla ristrutturazione del debito: riduzione o abolizione del limite del 60% dei crediti per ottenere l'accordo di ristrutturazione.

  • Nuovo concordato preventivo: che tenga conto non solo della continuità ma anche della liquidazione dell'azienda.

  • Insolvenza gruppi di imprese: nuova procedura per le crisi e l'insolvenza delle società di gruppo.

 

Riforma fallimentare 2019: cos'è e cosa prevede?

Il Consiglio dei Ministri, in data 10 gennaio 2019 ha provveduto ad approvare in via definitiva il decreto legislativo che introduce il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

Il base al testo approvato, il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell'insolvenza ha come primo obiettivo quello di riformare la disciplina delle procedure concorsuali, intervenendo principalmente su:

  • diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese;

  • e salvaguardare la capacità imprenditoriale di coloro che vanno incontro a un fallimento di impresa dovuto a particolari contingenze.

Tra le novità principali introdotte:

  • il termine fallimento è sostituito con liquidazione giudiziale termine già in uso in Francia o in Spagna. In questo modo si evita la descriminazione sociale e personale ch si accompagna alla parola "fallito".

  • nuovo sistema di allerta in moda da consentire l'immediata emersione della crisi ed un possibile risanamento dell'impresa o maggiori somme per i creditori;

  • priorità alle proposte che prevedono il superamento della crisi mettendo in sicurezza la continuità aziendale;

  • previlegiare tra gli strumenti di gestione delle crisi e delle insolvenza, le procedure alternative a quelle dell'esecuzione giudiziale;

  • unificazione e semplificazione dei regolamenti che disciplinano i diversi riti speciali previsti in materia concorsuale;

  • riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;

  • Istituzione di un albo dei soggetti destinati a svolgere su incarico del tribunale, le funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;

  • armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e di insolvenze del datore di lavoro con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.

L'entrata in vigore del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è trascorsi 18 mesi dalla data della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, fatta eccezione di quanto previsto agli articoli 27, comma 1, 350, 363, 364, 366, 373, 374, 377 e 378 e delle disposizioni riguardanti le garanzie in favore degli acquirenti di immobili da costruire, che entrano invece in vigore il 30° giorno successivo alla pubblicazione in GU del decreto.

 

Alert Liquidazione giudiziale: quando una azienda è in crisi

In base a quanto previsto dal testo del Codice della crisi d’impresa e dell'insolvenza, vengono istituiti degli alert sulla base di indicatori di dissesto finanziario, patrimoniale e reddituale tali da preannunciare che l'azienda è in crisi. Tali alert sono fissati dall'articolo 13 del nuovo Codice in:

  • ritardo nei pagamenti delle retribuzioni dei dipendenti;

  • ritardo nei pagamenti dei fornitori;

  • superamento degli indici di bilancio, elaborati dal CNDC, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.

 

Liquidazione giudiziale vantaggi:

Quali sono i vantaggi per l'imprenditore con la nuova Liquidazione giudiziale?

I vantaggi della liquidazione giudiziale per gli imprenditori sono in termini di benefici anche penali in caso di bancarotta semplice o fraudolenta, se l’imprenditore si attiva immediatamente a segnalare la crisi aziendale.

 

Secondo quanto previsto dall'articolo 324 della riforma fallimento 2019, l'imprenditore, qualora presenti l'istanza per accedere alla procedure di liquidazione giudiziale al fine di evitare la crisi, beneficia di una causa di non punibilità.

 

Riforma fallimento 2019: SRL obbligo nomina di organi di controllo

In base a quanto previsto dalla nuova riforma fallimentare 2019, le società SRL con obbligo di nomina degli organi di controllo entro 9 mesi dall'entrata in vigore del codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, sono le società:

  • con obbligo redazione del bilancio consolidato;

  • che controllano una società obbligata alla revisione legale dei conti;

  • che ha superato per 2 esercizi consecutivi almeno 1 dei seguenti limiti:

    • 2 milioni di euro: totale attivo dello stato patrimoniale;

    • 2 milioni di euro: di ricavi delle vendite e delle prestazioni.

  • cui il n° medio di dipendenti durante l’esercizio:  è di 10 unità.

L'obbligo di nomina dell’organo di controllo o del revisore termina nel momento in cui trascorsi 2 anni consecutivi, la società non rientra nei suddetti limiti.

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