Istat, l’industria italiana mostra qualche timido segnale di ripresa

Meno preoccupanti i numeri sull'industria italiana. A giugno 2020 il fatturato è cresciuto del +13,4% su mese e gli ordini del +23,4% rispetto a maggio 2020

Istat, l’industria italiana mostra qualche timido segnale di ripresa

Istat, fatturato e ordini industria ultime notizie:

 

*** Istat, fatturato e oridini industria ultime notizie 28 agosto 2020: prosegue a giugno la crescita congiunturale del fatturato all'industria, mostrando un +13,4% rispetto a maggio. Lo conferma l'Istat, segnalando però una flessione nel secondo trimestre del -23% rispetto al trimestre precedente.

 

Bene anche gli ordinativi di giugno: +23,4% rispetto a maggio 2020 mentre nella media del secondo trimestre hanno registrato una contrazione del -22,8%.

 

Istat, l’industria italiana piange lacrime amare a causa del Covid-19

Continuano ad arrivare numeri preoccupanti sull’economia italiana, in particolare sulle industrie.

 

Secondo l’Istat nel mese di marzo 2020 il fatturato dell’industria ha registrato una flessione del 25,8% rispetto a febbraio, portando in rosso anche la media del primo trimestre dell’anno. L’indice complessivo registra, infatti, un calo del 6,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

 

Fatturato industrie in calo del 25,8% a marzo 2020

Si delinea un quadro a tinte scure per l’industria italiana nel mese di marzo, che ha visto l’inizio del lockdown per arginare la pandemia da coronavirus.

 

Secondo l’Istat – Istituto di statistica nazionale - nel mese di marzo 2020 il fatturato dell’industria ha registrato una brusca contrazione del 25,8% rispetto a febbraio. Si tinge di rosso anche la media del primo trimestre dell’anno, con l’indice complessivo in calo del 6,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2019.

 

Da segnalare poi il crollo degli ordinativi. L’incertezza che sta dominando questo inizio anno non permette di fare previsioni neanche nel breve periodo, bloccando tutte le attività economiche. Rispetto allo scorso mese gli ordinativi mostrano una caduta del 26,5%, mentre nel primo trimestre 2020 diminuiscono del 9,5% rispetto al quarto trimestre del 2019.

 

Il calo tendenziale del fatturato e degli ordinativi ha raggiunto valori simili a quelli registrati nel momento più acuto della crisi del 2008-2009.

 

Mercato interno fortemente depresso

L’Italia è stato tra i paesi più colpiti dalla pandemia sia in Europa che nel mondo. Con la chiusura delle attività, il Governo italiano è riuscito ad arginare l’epidemia ma non è riuscito ancora a salvare l’economia. Con il Decreto Rilancio l’esecutivo ha messo in campo 55 miliardi di euro per far fronte a quella che si prospetta come la peggior recessione del dopoguerra.

 

L’Italia, sottolinea l’Istat, essendo stato il primo paese colpito dall’epidemia in Europa, ha registrato una contrazione del mercato interno molto più accentuata rispetto a quello estero. Nel mese di marzo il fatturato del mercato interno rileva una diminuzione del 27,9%, più marcata rispetto a quella del mercato estero che registra un calo del 21,9%.

 

Si muovono sulla stessa linea gli ordinativi, con una contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno in calo del 29,9% mentre le commesse provenienti dall’estero subiscono una flessione del 21,4%.

 

Soffrono quasi tutti i settori. Bene solo l’industria farmaceutica e alimentare

Il fatturato delle industrie italiane nel mese di marzo registra ampie flessioni diffuse a tutti i settori. Gli unici settori in crescita sono quelli dei beni alimentari e dei prodotti farmaceutici. In particolare, si osserva un -20,1% per i beni intermedi, -20,8% per i beni di consumo, -32,0% per l’energia e, infine, un -36,2% per i beni strumentali.

 

Si salvano dalla pandemia solo l’industria farmaceutica e quella alimentare. Guardando al comparto manufatturiero le industrie attive nel settore farmaceutico registrano una crescita tendenziale del fatturato del 9,9% mentre le industrie del settore alimentare, bevande e tabacco registrano un aumento del fatturato del 3,1%.

 

In coda alla classifica troviamo invece il settore dei mezzi di trasporto, che con il -45,7% mostra il calo maggiore. Situazione pesante anche per l’industria tessile, dell’abbigliamento, pelli ed accessori, con il fatturato che flette del 43,1%.

 

Gli industriali continuano a chiedere aiuti al Governo, ribadendo che servono misure di sostegno a fondo perduto e non solo prestiti. Segnalano grosse difficoltà ad accedere alle agevolazioni decise dall’esecutivo per fornire liquidità alle imprese, per colpa della burocrazia italiana e delle differenze sostanziali nell’operatività delle banche. Si prospetta dunque un’ecatombe che porterà alla chiusura di moltissime attività, non solo commerciali.

 

Produzione industriale -11,3% nella zona Euro

In settimana sono stati diffusi anche i dati sulla produzione industriale, sia dell’Italia che dell’Europa.  Secondo l’Eurostat la produzione industriale nel mese di marzo nei 19 paesi dell’Area Euro ha registrato una contrazione dell’11,3% rispetto a febbraio 2020 e del 12,9% rispetto a marzo 2019. A febbraio 2020 la produzione era scesa dello 0,1%. Nell’Unione Europea allargata ai 27 membri, invece, l’output delle industrie è diminuito del 10,4% su mese e dell’11,8% su anno.

 

I maggiori decrementi della produzione si sono registrati in Italia, dove il calo è stato del 28,4%, ed in Slovenia, dove si è registrata una flessione del 20,3%. A seguire troviamo la Francia (-20,3%) mentre il maggiore incremento di output lo ha registrato l’Irlanda con un +15,5%.

Prosegue a giugno la crescita congiunturale del fatturatodell’industria, confermando la ripresa avviata nel mese precedentedopo l’allentamento delle misure legate all’emergenza sanitaria chehanno caratterizzato il bimestre marzo-aprile. Il confronto su basetrimestrale rimane tuttavia ampiamente negativo sia per lacomponente interna sia per quella estera, evidenziando come ilivelli di fatturato restino ancora distanti da quelli prevalenti all’iniziodell’anno.I nuovi ordini mostrano un’ampia crescita congiunturale a giugno euna variazione tendenziale positiva per le commesse pervenutenell’industria dei mezzi di trasporto. Quest’ultimo risultato è dovutoesclusivamente al comparto degli altri mezzi di trasporto (diversidagli autoveicoli) che rappresenta la componente più volatiledell’intero settore.

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