Jobs Act di Matteo Renzi: cos'è cambiato con la sua riforma del lavoro

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Jobs Act di Matteo Renzi: cos'è cambiato con la sua riforma del lavoro

Il Jobs Act Matteo Renzi è stato un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta del Presidente e del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, riguardanti interventi urgenti atti a favorire la ripresa dell'occupazione in Italia e la semplificazione degli obblighi da parte delle imprese.

 

Tra le misure urgenti, inserite nella riforma del lavoro, ci sono i nuovi termini e specifiche del contratto di lavoro a tempo determinato, riduzione del cuneo fiscale, smaterializzazione del Durc, e il disegno di legge Delega al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, di semplificazione delle procedure e degli adempimenti in materia di lavoro, di riordino delle forme contrattuali e di miglioramento della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita.


Il testo decreto legge Jobs act Matteo Renzi riforma lavoro, è scaricabile dal sito istituzionale di Palazzo Chigi.

 

Vi ricordiamo che ora a distanza di qualche anno, il nuovo governo Conte mira a modificare il Jobs Act. Il primo provvedimento di modifica è il cd. decreto Dignità a firma di Luigi Di Maio.

 

 

Jobs Act di Matteo Renzi: novità su contratto a termine e apprendistato:

Il decreto legge Jobs act Matteo Renzi prevede la riforma del contratto a termine e dell'apprendistato.

 

Nello specifico, il riordino dei contratti lavoro, ha previsto un aumento della durata del contratto a tempo determinato da 12 a 36 mesi se trattasi di primo rapporto di lavoro a termine e nel caso in cui non venga richiesto il requisito della cd. causalità, il limite massimo è fissato al 20% per le imprese che assumono con questa tipologia di contratto.

E' stata poi prevista, la possibilità per l'impresa di prolungare più volte la durata del contratto a tempo determinato entro il limite dei 3 anni, qualora si tratti della stessa attività lavorativa.

 

Per il contratto di apprendistato, invece, il decreto Job Act ha previsto che tale inquadramento sia definito da specifico contratto scritto e non come viene inteso oggi, come percorso relativo al piano formativo individuale. Inoltre, viene abolita la norma che prevede l’assunzione di nuovi apprendisti solo se viene confermato l'inquadramento dei precedenti apprendisti al termine del percorso formativo.

 

Riguardo alla retribuzione dell’apprendista, il decreto legge, interviene portando per la parte riferita alle ore di formazione al 35% della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento. 

 

Ammortizzatori sociali: cosa cambia con il Jobs Act?

La delega ammortizzatori sociali con il Jobs act di Matteo Renzi prevede che il lavoratore che perde involontariamente il posto di lavoro ha diritto ad avere tutele uniformi e legate alla contribuzione dei lavoratori. In base alla delega quindi è necessario rivedere i requisiti di concessione dell'indennità di cassa integrazione e mobilità escludendo dal beneficio le aziende che chiudo la loro attività, introdurre automatismi per la concessione del beneficio e concedere la cassa integrazione solo dopo aver esaurito tutte le altre possibilità come riduzione dell'orario, revisione della durata dell'indennità anche rispetto all'ASpI specialmente per i lavoratori che hanno versato più contributi, nuova disoccupazione NASPI, disoccupazione collaboratori Dis Coll e nuovo ASDI ossia assegno di ricollocazione.

 

Inoltre, la delega deve valutare la possibilità che una volta finita l'indennità ASpI, possa essere riconosciuta un'altra prestazione per i disoccupati con ISEE particolarmente ridotto.

 

Jobs act tempi di lavoro - genitori lavoratori:

L'obiettivo della delega Jobs act di Matteo Renzi è quello di riuscire a conciliare anche le esigenze dei genitori con l'attività lavorativa, introducendo per questo l'indennità di maternità per tutte le donne lavoratrici comprese coloro che versano alla gestione separata, garantendo l'accesso alla prestazione anche alle lavoratrici parasubordinate, anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro.

 

Come incentivo al lavoro femminile, si prospetta di abolire la detrazione del coniuge a carico, flessibilità di orario per le donne madri e utilizzare i premi produzione per conciliare al meglio i tempi di lavoro con l’attività lavorativa.

 

Il Jobs Act com'era prima che Renzi diventasse Presidente del Consiglio:

Jobs Act Matteo Renzi: cos'è e in cosa consiste?

Il Jobs Act Matteo Renzi è la bozza di legge sul lavoro come nuova riforma proposta dal segretario del PD che mira a promuovere e facilitare l'occupazione in Italia sia dal punto di vista delle aziende che dei lavoratori. Le misure su cui si concentra Renzi sono sostanzialmente orientate a garantire, aumentare, favorire e mantenere l'occupazione in Italia e assicurare una maggiore presenza di società estere pronte ad investire sul nostro know how. Come? Con una politica orientata alla semplificazione come ad esempio l'abolizione dell'obbligo delle imprese a registrarsi alla Camera di Commercio, l'estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le categorie di lavoratori compresi i precari, abolizione di tutte le forme di contratto a favore di una sola tipologia di contrattuale con il contratto unico, rappresentazione nei Cda anche dei lavoratori, possibilità di licenziare i dirigenti pubblici, tagliare il costo dell'energia elettrica del 10%, aumentare le tasse sulle rendite finanziarie e tagliare l'IRAP del 10%.

 

Jobs Act Matteo Renzi testo pdf riforma del lavoro:

  • Riduzione costo energia elettrica: La prima parte della Jobs Act Matteo Renzi pone l'accento è la riduzione del costo dell'energia elettrica di chi fa impresa. Tale costo deve essere ridotto del 10% sopratutto per le piccole imprese, i cui costi e spese risultano, oggi, insostenibili.

  • Riduzione delle Tasse. La proposta di Renzi si base su una semplice affermazione chi produce lavoro deve pagare meno tasse mentre chi opera in ambito finanziario deve dare di di più. Ciò consentirebbe di abbassare il calcolo IRAP per le aziende del 10% in modo da garantire maggiore equità, crescita occupazione e maggiori investimenti.

  • Riduzione fiscale sul reddito da lavoro.

  • Agenda digitale: già inserita e promossa dal Governo come intervento di semplificazione per la PA e imprese mediante l'utilizzo di fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.

  • Eliminazione obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio da parte delle aziende, imprese, ditte individuali e professionisti, che pur traducendosi in un piccolo risparmio, quello del diritto camerale annuale, sarebbe un forte segnale contro ogni corporazioni. Le funzioni delle Camere di commercio sarebbero poi assegnate come competenza degli Enti territoriali pubblici.

  • Licenziamento dei dirigenti pubblici: perché mentre la normativa vigente prevede la possibilità di licenziare un dipendente pubblico a tempo indeterminato anche se ha vinto un concorso, il dirigente pubblico non può essere licenziato anche se sbaglia.

  • Semplificazione della burocrazia al fine di  velocizzare l'utilizzo e l'impiego immediato di risorse già disponibili ma bloccate da una eccessiva burocrazia capillarizzata. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo ed eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.

  • Obbligo di trasparenza da parte della Pubblica Amministrazione, partiti, sindacati che devono essere appunto obbligati a informare la collettività di ogni voce di spesa ed entrata in modo chiaro e trasparente mediante la pubblicazione della rendicontazione online.

Jobs Act Matteo Renzi come creare nuovi posti di lavoro:

Il Jobs Act, nella parte B del testo pubblicato sull'enews Matteo Renzi, contiene e conterrà uno specifico piano industriale e le azioni e gli interventi operativi e concreti utili alla creazione di nuovi posti di lavoro nei seguenti settori: Cultura, turismo, agricoltura e enogastronomia; Made in Italy quindi moda, artigianato, designer, makers; ICT; nuovo Welfare; Green Economy; Edillizia e Manifattura.

 

Jobs Act Matteo Renzi nuove regole del lavoro:

Semplificazione delle norme sul lavoro: entro 8 mesi Matteo Renzi presenterà un nuovo codice del lavoro nel quale racchiudere e semplificare tutte le regole attualmente esistenti in modo da essere maggiormente comprensibile e trasparente anche all’estero.
Contratto Unico: con l'abolizione delle oltre 40 tipologie contrattuali a favore di una singola contrattazione a tempo indeterminato con tutele crescenti.
Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
Obbligo della Pubblica Amministrazione di pubblicare online le singole voci di spesa utilizzate per la formazione professionale finanziata con il denaro pubblico. Come presupposto del finanziamento per la formazione professionale, e quindi della sua effettiva erogazione, ci deve essere la domanda delle imprese e la valutazione su criteri meritocratici delle agenzie di formazione con la possibilità di cancellare dagli elenchi, quei soggetti che non rispettano determinati standard performanti.
Agenzia Unica Federale che sia in grado di coordinare e gestire i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
Rappresentazione sindacale e dei lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

 

Delega riforma dei contratti:

La delega ha come ulteriore obiettivo la riforma dei contratti di lavoro in modo da renderli maggiormente coerenti alle esigenze del nuovo contesto produttivo nazionale e internazionale. La riforma dei contratti di lavoro, promossa con il Jobs act, pertanto, parte da un riordino di tutti i contratti CNNL in base alle stesse tipologie e altri tipi di contratti che nasceranno per aumentare l'occupazione. Sarà possibile, inoltre, introdurre in via sperimentale anche il compenso orario minimo, che potrà essere applicato a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previo accordo con i sindacati.

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