Bonus colf e badanti 2020: come funziona, domanda bonus 1000 euro

Decreto Rilancio 2020 bonus colf e badanti, governanti, baby sitter, camerieri, cuochi, assistenti familiari Reddito di emergenza ultime notizie 28 giugno

Bonus colf e badanti 2020: come funziona, domanda bonus 1000 euro

Bonus colf e bandanti 2020 decreto Rilancio:

 

*** Bonus colf e badanti fino a 1000 euro nel Dl Rilancio 2020. I lavoratori domestici possono fare domanda del bonus da 1.000 euro all'Inps.

 

Ecco cosa prevede il testo del decreto Rilancio:

  • Bonus colf e badanti 2020 da 1000 euro per 2 mesi: per i collaboratori domestici con contratti in essere dal 23 febbraio, è previsto un bonus 1000 euro colf e badanti, ovvero indennità di 500 euro ad aprile e di 500  euro a maggio pagate in un'unica soluzione.

 

*** Bonus colf e badanti. Nel nuovo decreto Rilancio 2020 di maggio, previste nuove tutele a sostegno del reddito anche per i lavoratori domestici..

In base alle ultime notizie, infatti, sono in arrivo importanti novità per colf, badanti, baby sitter, governanti nel decreto di maggio

  • Bonus domestici nel decreto maggio, una sorta di cassa integrazione per coloro che in regola, siano stati sospesi dal servizio, licenziati, siano in malattia o quarantena. La cig in deroga sarà con procedura semplificata, “semplice e leggera”, non essendo le famiglie in grado di sostenere l’impatto burocratico previsto normalmente per questi ammortizzatori.

Ad annunciare che il governo è a lavoro su misure di salvataggio per buona parte di quell’esercito di circa 2 milioni di lavoratori che ogni giorno accudiscono bambini, anziani e malati, in Italia, è il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo.

 

Ricordiamo che i Lavoratori domestici sono tutti coloro che svolgono un'attività lavorativa di assistenza alla vita familiare come le colf, badanti, governanti, baby sitter, camerieri, cuochi, assistenti familiari etc.

 

Per tale attività svolta in maniera continuativa, il datore di lavoro deve mettere in regola il lavoratore domestico con regolare contratto e versare i relativi contributi INPS dal momento dell'apertura della posizione assicurativa fino alla cessazione del contratto di lavoro.

 

Vediamo quindi chi sono i lavoratori domestici 2020 Inps, quando e come si pagano i contributi colf e badanti nel 2020, calcolo, pagamento malattia, ferie e tredicesima.

 

Lavoratori Domestici: chi sono?

Chi sono i lavoratori domestici?

I lavoratori domestici sono tutti coloro che prestano un’attività lavorativa continuativa per le necessità della vita familiare del datore di lavoro e della sua famiglia, come ad esempio colf, assistenti familiari o baby sitter, governanti, camerieri, cuochi ecc.

 

Nella stessa categoria rientrano anche i lavoratori che prestano la loto attività presso conventi e seminati, caserme, ONLUS ossia orfanatrofi, ricoveri per anziani, purché il fine, sia prevalentemente assistenziale. 

 

Ecco chi sono i Lavoratori domestici:

  • colf;

  • assistenti familiari;

  • baby sitter;

  • governanti;

  • camerieri;

  • cuochi;

  • badanti;

  • autisti;

  • dame di compagnia.

Altresì sono considerati lavoratori domestici coloro i quali prestano tali attività presso:

  • Comunità religiose (conventi, seminari);

  • Caserme e comandi militari;

  • comunità senza fini di lucro come orfanotrofie ricoveri per anziani.

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Lavoratori domestici contributi 2020: quando e come si pagano?

Quando si devono versare i contributi ai lavoratori domestici nel 2020? 

Il datore di lavoro è tenuto al pagamento dei contributi del collaboratore domestico ogni trimestre rispettando determinate scadenze e termini di pagamento, ossia:

 

Contributi Primo trimestre: dal 1° aprile ed entro massimo il 10 aprile. La scadenza del 10 aprile 2020, termine per pagare i contributi dovuti sugli stipendi di gennaio, febbraio e marzo, è stata rinviata al 10 giugno 2020 per effetto del decreto Cura Italia.

 

Secondo trimestre: dal 1°luglio al 10 luglio;

 

Terzo Trimestre: dal 1° al 10 ottobre;

 

Quarto trimestre: dal 1° al 10 gennaio.

 

Il pagamento dei contributi deve avvenire necessariamente entro le date indicate, nel caso in cui l’ultimo giorno utile per il versamento cada di domenica o con una festività, è prorogato al giorno successivo non festivo.

Il versamento mancato, tardivo o parziale comporta per legge l’applicazione di sanzioni amministrative da parte dell’Inps. 

 

Come si versano i contributi ai lavoratori domestici? 

I contributi pagati dal datore di lavoro vengono utilizzati dall’INPS per la liquidazione in favore della colf della pensione, delle indennità di maternità, degli assegni familiari, delle rendite da infortunio, ecc. 

 

I contributi possono essere versati dal datore di lavoro non solo tramite carnet di bollettini inviati dall’INPS ma anche mediante: 

  • Bollettino MAV: sono i bollettini precompilati inviati dall’INPS in base al contratto stipulato tra lavoratore e datore di lavoro, in caso di variazioni contrattuali mediante i servizi telematici del sito dell’Inps pù essere modificato l’importo Mav.

  • Reti Amiche: tabaccherie convenzionate, sportelli bancari Unicredit, sportelli virtuali Unicredit on linedichiarando soltanto il codice fiscale del datore di lavoro e il codice rapporto di lavoro. La procedura calcolerà automaticamente l’importo dei contributi in base ai dati comunicati al momento dell’assunzione o successivamente.

  • Online sul sito Internet Inps: nella sezione Servizi on line> cittadino> “Lavoratori domestici: pagamento online contributi”, utilizzando la carta di credito.

  • Telefonando al Contact Center: chiamando l'Inps numero verde 803.164 con PIN e carta di credito.

Importante: qualsiasi sia la modalità scelta dal datore di lavoro per il versamento dei contributi del lavoratore domestico, viene comunque rilasciata una doppia copia della ricevuta in modo da poterla consegnare una al lavoratore.

 

In caso di pagamento tramite carta di credito presso il Contact Center, la ricevuta sarà inviata direttamente dalla banca affidataria, all’indirizzo e-mail del datore di lavoro del servizio, il quale successivamente riceverà, all’indirizzo di residenza una doppia copia della ricevuta analitica.

 

Collaboratori domestici 2020 contributi: calcolo e pagamento online

Il datore di lavoro per essere facilitato nel calcolo del versamento dei contributi per il lavoratore domestico può utilizzare il software di calcolo messo a disposizione sul sito dell’INPS che attraverso brevi e facili passaggi calcola in automatico l’importo dei contributi dovuti trimestralmente: Simulatore di calcolo dei contributi domestici.

 

Per pagare i contributi ai lavoratori domestici online il datore di lavoro, una volta autenticato in una delle due funzioni messe a disposizione (senza Pin, nel caso di singolo rapporto lavoro attivo o cessato e, con Pin per uno o più rapporti di lavoro ma solo attivi) può effettuare:

  • il pagamento online dei contributi dei lavoratori domestici con il Pos Virtuale del gruppo bancario Intesa SanPaolo (con carta di credito Visa, MasterCard e Moneta)

  • l’emissione e stampa online del M.AV per il pagamento dei contributi dei lavoratori domestici.

 

Contributi lavoratori domestici: calcolo importo e esempio

L’importo dei contributi che il datore di lavoro deve versare trimestralmente al lavoratore domestico è determinato con la seguente formula: Contributo orario x n° ore retribuite:

  • Calcolo del Contributo ORARIO: Dove il contributo orario si verifica, in base ai valori espressi nelle tabelle che annualmente l’INPS pubblica, la fascia in cui è compresa la retribuzione oraria effettiva ed il contributo orario corrispondente a tale fascia.

  • Calcolo delle ORE retribuite nel trimestre: Le Ore retribuite nel trimestre si calcolano con la seguente formula: ore retribuite a settimana x n°settimane del trimestreImportante: la settimana lavorativa decorre dalla domenica al sabato, per cui con ogni pagamento devono essere indicate tutte le ore retribuite nelle settimane del trimestre che si concludono con il sabato. Le ore retribuite nei giorni successivi all’ultimo sabato del trimestre considerato, si aggiungono a quelle del trimestre solare successivo. Inoltre, ai fini di calcolo delle settimane si precisa che il n° di settimane presenti nel trimestre dipende dal numero dei sabato compresi nel trimestre. Questo numero indica le settimane cui fare riferimento per il versamento dei contributi. Esempio Ore retribuite: se lavorate 24 ore a settimana x 13 sabato (13 settimane) = 312 (totale ore lavorate nel trimestre).

  • Calcolo della Retribuzione oraria effettiva: La retribuzione oraria effettiva si calcola in base alla seguente formula: retribuzione mensile o oraria + 1/12° rateo di tredicesima Importante: nei casi in cui la retribuzione è settimanale, quindicinale o mensile, il datore di lavoro deve sempre ricondurre la retribuzione all’importo orario, dividendo la paga erogata nel periodo per il numero di ore retribuite nello stesso arco temporale. Esempio con paga oraria comprensiva soltanto di 13^: su una retribuzione di 8,00 euro all’ora, la quota oraria di tredicesima è data dalla retribuzione oraria (8,00) diviso 12 = 0,66 euro (quota di tredicesima). L’importo totale di 8,66 euro, è l’indice di riferimento per l’individuazione della fascia retributiva e del relativo contributo da versare.

  • Cosa fare in caso di Cessazione del Rapporto di Lavoro: Qualora si verifichi una cessazione del rapporto di lavoro tra colf, badante ecc con il datore di lavoro, quest’ultimo è tenuto al versamento anche dei contributi relativi a ferie maturate ma non fruite ed al preavviso. Il versamento dei contributi deve essere effettuato entro i 10 giorni successivi alla data di cessazione, tenendo comunque conto delle settimane che devono essere retribuite e contribuite, anche se non corrispondono all’attività lavorativa. 

La comunicazione di cessazione del rapporto di lavoro è obbligatoria e deve essere effettuata entro 5 giorni on-line direttamente sul sito dell’INPS oppure telefonando al Numero verde 803164.  

 

Lavoratori domestici e la malattia Inps 2020:

In caso di malattia da parte del collaboratore domestico sia il datore di lavoro che lo stesso lavoratore devono:

Lavoratore: deve avvertire immediatamente il datore di lavoro, salvo cause di forza maggiore o impedimenti, entro l’orario previsto per l’inizio della prestazione lavorativa, successivamente, il lavoratore deve far pervenire al datore di lavoro, entro 2 giorni dal rilascio, il certificato medico rilasciato entro il giorno successivo all’inizio della malattia.

 

Datore di lavoro: al lavoratore domestico in malattia, l’Inps non paga alcuna indennità ma riconosce il diritto alla conservazione del posto, per periodi differenti secondo l’anzianità maturata presso la stessa famiglia:

  • 10 giorni, per anzianità fino a 6 mesi;

  • 45 giorni, anzianità da sei mesi fino a 2 anni di servizio;

  • 180 giorni, se l’anzianità di servizio supera i 2 anni.

Oltre alla conservazione del posto di lavoro, il datore di lavoro deve garantire il pagamento della metà del salario pattuito per i primi 3 giorni e del salario intero per i giorni successivi, fino a un massimo di:  

  • 8 giorni, per anzianità fino a sei mesi;

  • 10 giorni, per anzianità da sei mesi a due anni;

  • 15 giorni, per anzianità superiori a due anni.

Negli eventuali giorni di ricovero ospedaliero o di degenza presso il datore di lavoro, al lavoratore non spetta l’indennità di vitto e di alloggio.

Leggi anche come funzionano gli orari visite fiscali.

 

Lavoratori domestici infortunio e malattia professionale:

In caso di malattia professionale o infortunio INAIL, da parte del collaboratore domestico sia il datore di lavoro che lo stesso lavoratore devono:

 

Datore di lavoro: Se il lavoratore subisce un infortunio durante il lavoro domestico, il datore di lavoro, deve denunciare l’incidente all’INAIL, Istituto Nazionale contro gli Infortuni sul Lavoro Inail, secondo le seguenti modalità:

  • entro le 24 ore e telegraficamente per gli infortuni mortali;

  • entro due giorni dalla ricezione del certificato di infortunio, per gli eventi pronosticati non guaribili in tre giorni;

  • entro gli stessi termini deve presentare una denuncia all’autorità di Pubblica Sicurezza;

  • deve corrispondere la retribuzione globale di fatto per i primi tre giorni di assenza;

  • deve conservare il posto di lavoro per un numero di giorni relativamente all’anzianità di servizio:

    • 10 giorni, per anzianità fino a sei mesi;

    • 45 giorni, se ha più di sei mesi e fino a due anni di servizio;

    • 180 giorni, se l’anzianità di servizio supera i due anni.

 

Lavoratore: deve controfirmare il modulo di denuncia infortunio che il datore avrà predisposto per ottenere, a secondo dei casi, le seguenti prestazioni dall’INAIL.

  

Lavoratrici domestiche gravidanza: astensione dal lavoro e assegno di maternità Stato

In caso di gravidanza della lavoratrice domestica, la legge riconosce il diritto alla lavoratrice di conservare il posto di lavoro, di astensione dal lavoro e di indennità sostitutiva della retribuzione. 

 

Dall’inizio della maternità fino al momento della astensione obbligatoria dal lavoro, la lavoratrice può essere licenziata solo per mancanze gravi che non consentono la prosecuzione del rapporto, nemmeno in via provvisoria, ovvero:

  • durante i due mesi precedenti la data presunta del parto;

  • durante il periodo che va dalla data presunta a quella effettiva del parto;

  • durante i tre mesi successivi al parto.

Importante: a tal proposito la Nuova disposizione della flessibilità dell’astensione obbligatoria: consente alla lavoratrice di ritardare il periodo di assenza obbligatoria fino a un mese prima della data presunta del parto, e fino a quattro mesi dopo la nascita del bambino. 

 

Durante il periodo di assenza obbligatoria la lavoratrice, la lavoratrice domestica in gravidanza, ha diritto all’indennità di maternità pagata dall’Inps, pari all’80 % del salario convenzionale sul quale sono versati i contributi orari.

 

Nel calcolo dell’indennità sono considerati solo i periodi di lavoro svolti come lavoratrice domestica. Le lavoratrici domestiche hanno diritto alla tutela economica della maternità solo se:

  • nei 24 mesi precedenti il periodo di astensione obbligatoria risultano versati a loro carico (o dovuti) 52 contributi settimanali, anche se relativi a settori diversi da quello del lavoro domestico.

  • oppure se nei 12 mesi precedenti l’inizio dell’astensione obbligatoria risultano versati a loro carico (o dovuti) almeno 26 contributi settimanali, anche in settori diversi da quello del lavoro domestico.

Quando spetta l’assegno di maternità dello Stato per le lavoratrici domestiche?

L’assegno di maternità dello Stato spetta alle madri residenti, cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie in possesso del Permesso CE per soggiornanti di lungo periodo, per ogni figlio nato, adottato, o in affidamento preadottivo.

 

L’assegno spetta se la madre: 

  • si è dimessa volontariamente dal lavoro durante la gravidanza ed abbia almeno 3 mesi di contribuzione nel periodo compreso fra i 18 e i 9 mesi precedenti la nascita del bambino (o il suo inserimento in famiglia, nel caso di adozione o affidamento)

  • precedentemente ha avuto diritto ad una prestazione dell’Inps (ad esempio per malattia o disoccupazione) per aver lavorato almeno tre mesi, purché tra la data della perdita del diritto a prestazioni previdenziali e la data di nascita o di ingresso del minore in famiglia non siano trascorsi più di nove mesi.

La domanda deve essere presentata all’INPS entro 6 mesi dalla nascita o dall’adozione o dall’affidamento pre-adottivo.
Se l’INPS non accoglie la domanda, questa viene automaticamente trasmessa al comune territorialmente competente per fare ricevere al richiedente l’assegno di maternità concesso dai Comuni. 

 

Lavoratori domestici calcolo ferie, tredicesima e disoccupazione NASPI:

Al lavoratore domestico spetta la tredicesima mensilità che corrisponde ad 1/12 dell’intera retribuzione annua. Tale 13a va versata dai datori di lavoro a favore dei loro collaboratori familiari entro il mese di dicembre, in corrispondenza delle festività di natale.

 

Come si calcola la tredicesima Lavoratori domestici? Il lavoratore matura la tredicesima mensilità anche in caso di malattia, infortunio e maternità nei limiti per la conservazione del posto di lavoro, e per la parte non coperta dalle suddette indennità.

 

Per capire il calcola basta fare un semplice esempio: se il lavoratore domestico presta la sua assistenza dal 1° aprile al 31 dicembre ed ha una retribuzione di 600 euro al mese, si applica la seguente formula: 600 € x 9(mesi lavorati):12 = 450 euro.

 

Come si calcolano le ferie che spettano al lavoratore domestico? A prescindere dall'orario di lavoro, ala lavoratore domestico spettano ogni anno 26 giorni, escluse le domeniche e le festività infrasettimanali, fruibili, considerando le esigenge del datore di lavoro, nel periodo giugno-settembre.

Per ogni giorno di ferie, al lavoratore spetta 1/26° della retribuzione mensile, comprensiva di eventuale indennità sostitutiva per il vitto e per l’alloggio.

Per informazioni, invece, su cosa spetta al collaboratore domestico in caso di disoccupazione: vedi NASPI disoccupazione colf.

 

Deducibilità contributi lavoratori domestici 2020:

Il datore di lavoro che versa regolarmente all’Inps i contributi per colf o assistenti familiari, secondo le aliquote contributi INPS lavoratori domestici, può usufruire di agevolazioni fiscali relative ai contributi versati, ovvero, delle deduzioni da esercitare nel momento della presentazione della Dichiarazione dei Redditi con il Modello 730 o modello Unico.

  • Agevolazioni Fiscale deducibilità contributi Colf: Il datore di lavoro può dedurre dal proprio reddito, per un importo massimo di 1.549,37 euro l’anno, i contributi previdenziali obbligatori versati per la colf. 

  • Assistente familiare: Il datore di lavoro può detrarre dall’imposta lorda il 19% delle spese sostenute per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, per un importo massimo di 2.100 euro l’anno solo se il reddito complessivo non supera 40.000 euro. Tale deduzione per la colf si può sommare anche alla detrazione prevista per l’assistente familiare, e viceversa.  La detrazione spetta al soggetto non autosufficiente o ai familiari che sostengono la spesa. 

  Per usufruire della detrazione, il datore di lavoro deve possedere:

  • Certificato medico, rilasciato da un medico specialista o generico, che attesti la condizione di non autosufficienza, da esibire a richiesta dell’amministrazione finanziaria.

  • Ricevute di pagamento del salario firmate dall’assistente familiare.

L'importo contributi lavoratori domestici 2020 deve ancora essere aggiornato dall'Inps.

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