I mercati finanziari possono suddividersi in base alla natura degli strumenti negoziati in azionari, obbligazionari, valutari e delle materie prime.
Quest’ultimo, anche detto mercato delle commodity, riveste un importante ruolo per gli investitori, basti pensare all’oro o al petrolio.
Cosa sono le commodity
Il termine inglese commodity, al plurale commodities, deriva dal francese commodité che vuol dire pratico oppure vantaggio o convenienza. Con questo termine si indica un qualsiasi bene o servizio scambiabile sul mercato senza differenze qualitative per il quale ci sia una domanda ed una offerta.
Sono materie prime che tendono a conservare nel tempo le loro caratteristiche originali e proprio per questo si prestano ad essere scambiate sui mercati finanziari, senza che vi sia il pericolo di deterioramento immediato del bene. Le commodity sono dunque immagazinabili e conservabili nel tempo.
Possono essere classificate in due macrocategorie a seconda delle loro caratteristiche principali. Parliamo di:
Soft commodity, riferendoci a beni del settore agricolo e dall’allevamento. Sono suddivisibili in queste sottocategorie:
prodotti agricoli quali tabacco, zucchero, cacao, caffè, succo d'arancia, frumento, mais, avena, farina di soia, olio di soia, soia, legname;
carni: bovini, bovini da latte, maiali, pancetta di maiale.
Hard commodity, riferendoci al settore energetico e dei metalli. Si possono a loro volta suddividere in:
prodotti energetici: benzina, etanolo, gas naturale, nafta, petrolio, propano, energia elettrica da fonte primaria e non;
metalli: quelli preziosi come oro, platino, argento, palladio e quelli comuni come alluminio, nickel, rame, zinco, cobalto, acciaio, stagno
Come si fa trading con le commodity?
Lo scambio delle commodity è standardizzato per qualità, valuta ed unità di misura. Ad esempio, il petrolio è quotato in dollari al barile mentre l’oro in dollari l’oncia.
Il prezzo della materia prima viene determinato in base alla legge della domanda e dell’offerta.
Gli investitori possono fare trading sulle commodity in vari modi, attraverso:
a) Commodity fisiche: il bene stesso può essere oggetto di negoziazione;
b) Commodity derivate: lo scambio della materia prima può avvenire attraverso strumenti derivati come:
Commodity future: si tratta di contratti futuri in cui ci si obbliga a scambiare ad un determinato prezzo una prefissata quantità di merce ad una data stabilita a priori;
Commodity bond: obbligazioni il cui valore di rimborso del capitale e gli interessi è indicizzato alla quotazione di una certa materia prima;
Commodity option e swap: contratti nati per fornire coperture sulle oscillazioni dei prezzi. Le parti acquisiscono solo un diritto di acquisto o vendita sulle commodity senza obbligo di esecuzione del contratto.
Dove vengono scambiate le commodity?
Ci sono diversi mercati dove possono essere scambiate le commodities e gli strumenti finanziari ad esse collegate. Tra i più importanti ci sono:
In America il Chicago Mercantile Exchange (CME) dove vengono scambiati i future sulle commodity. Nel 2007 ha incorporato il Chicago Board of Trade (CBOT) e nel 2008 il New York Mercantile Exchange (NYMEX) ed il COMEX;
In Europa l'Intercontinental Exchange (ICE) ed il London Metal Exchange (LME). Da segnalare anche il London International Financial Futures Exchange (LIFFE) dove sono negoziati i futures e le opzioni dell’Euronext;
In Italia grazie all’ETFplus di Borsa Italiana, al SeDeX, all’IDEX e all’IDEM;
In Asia il Dalian Commodity Exchange (DCE), seconda borsa al mondo per lo scambio di futures nel settore agricolo e il Multi Commodity Exchange (MCX) con sede a Mumbai, in India.
Commodity: petrolio ed oro tra i più scambiati
Ai primissimi posti della classifica delle materie prime più scambiate al mondo ci sono il petrolio e l’oro, con il secondo considerato bene rifugio per eccellenza in situazioni di elevata incertezza. Le quotazioni del greggio, invece, risentono delle recessioni economiche e della riduzione nell’estrazione e produzione.
Quando parliamo di petrolio possiamo distinguere tra Brent e WTI. Il Brent Crude viene estratto nel Mare del Nord, mentre il West Texas Intermediate viene dal Nord America, in particolare dal Texas, dalla Louisiana e dal Nord Dakota. Questi due tipi di petrolio hanno una scarsa densità e sono dunque facilmente raffinabili. Il Brent e il WTI hanno prezzi differenti, con il secondo in genere più costoso del primo. Il Brent però influenza il 60% dei prezzi di mercato.
Molto richiesti anche il gas naturale, l’argento, il gasolio da riscaldamento, lo zucchero, il mais, il caffè, il grano e la soia.