La manovra che verrà

Nadef via libera del CdM. Ecco i piani del governo per la Manovra 2021

Il documento indica le stime del governo di crescita ed indebitamento e fissa gli obiettivi della politica di bilancio fino al 2023 nel quadro Recovery Plan

Nadef via libera del CdM. Ecco i piani del governo per la Manovra 2021

Nella notte è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (Nadef) 2020, strumento che definisce il perimetro di finanza pubblica nel quale si iscriveranno le misure della prossima legge di Bilancio.

 

Il provvedimento avrà come obiettivo quello di sostenere la ripresa dell’economia italiana nel triennio 2021-2023, in stretta coerenza con il prossimo Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il Recovery Plan, che si inserisce all’interno del Next Generation EU (NGEU), un pacchetto di strumenti per il rilancio e la resilienza delle economie dell’Unione Europea che sarà dotato di 750 miliardi di risorse nel periodo 2021-2026.

 

Nadef: previsioni del governo ed obiettivi 

Approvata nella notte, esattamente alle 0.15 di martedì 6 ottobre 2020, la Nota di aggiornamento al Def, che anticipa quelle che saranno le prossime mosse del governo nella Legge di Bilancio 2021, insieme ad un decreto-legge sulla sicurezza ed immigrazione che riscrive i decreti Salvini.

 

Il documento oltre ad indicare le stime del governo di crescita ed indebitamento, fissa gli obiettivi della politica di bilancio fino al 2023 nel più ampio quadro del Recovery plan e del Recovery fund.

 

Cinque i principali obiettivi della politica di bilancio per il 2021 – 2023:

  • sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da COVID-19, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti;

  • valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma “Next Generation EU” per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità; 

  • attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli;

  • assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia;

  • ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/PIL.

Le misure a sostegno della crescita, si legge nella Nota di aggiornamento al Def, assicureranno un incremento del PIL del 6% nel 2021, dopo il -9% del 2020, che potrebbe addirittura arrivare al -10,5% nel caso di scenario avverso di recrudescenza dell’epidemia. Nel caso di riacutizzarsi dei contagi Covid, il governo potrebbe optare per delle “chiusure selettive” di alcuni settori e misure di distanziamento sociale.

 

Nel 2022 e nel 2023 si registreranno aumenti del PIL del 3,8% e del 2,5% rispettivamente, secondo le stime indicate nel testo.

 

Il rapporto debito/PIL nel 2021 è previsto in calo di 2,4 punti percentuali, portandosi dal 158% al 155,6% mentre per gli anni successivi viene delineato un percorso di graduale rientro del rapporto, con l’obiettivo di riportare il debito della P.A al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.

 

Per i prossimi anni lo scenario a legislazione vigente prefigura una discesa del rapporto debito/PIL pari in media a circa due punti percentuali all’anno nel 2021 e 2022, e poi una riduzione più lieve nel 2023, anno in cui tale rapporto scenderebbe al 153,5 per cento.

 

Legge di Bilancio 2021: Riforma Irpef rinviata al 2022

Definiamo una strategia economica che punta a far ripartire il Paese con più crescita, investimenti, lavoro. Grazie anche ai fondi europei, disegniamo l'Italia del futuro da lasciare ai nostri figli: più verde, più digitale, più giusta e inclusiva”, ha scritto in un tweet il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in occasione dell’approvazione della Nadef.

 

Per il 2021 il testo fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7%, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di PIL, vale a dire oltre 22 miliardi di euro.

 

Soffermandoci sulla Riforma del Fisco, cuore della prossima Manovra finanziaria, si evince che la Riforma Irpef scatterà solo nel 2022 mentre nel 2021 verrà confermato il taglio del cuneo fiscale e l’avvio dell’assegno unico.

 

La Riforma delle aliquote, oltre ad essere particolarmente onerosa, non trova ancora un’esatta ridefinizione all’interno della maggioranza di governo, con il ministro dell’Economia orientato verso un modello alla tedesca che non convince il Movimento 5 stelle e Italia Viva.  

 

Le risorse per il finanziamento della Manovra di bilancio per il 2021 saranno assicurate dai seguenti ambiti di intervento:

  • la rimodulazione di alcuni fondi di investimento e l’avvio di un programma di revisione e riqualificazione della spesa della PA;

  • la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale;

  • incrementi di gettito derivanti dal miglioramento della compliance, correlati anche all’incentivazione all’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento;

  • gettito addizionale derivante dalla più elevata crescita generata dal programma di investimenti descritto. Tale retroazione fiscale è prudenzialmente inclusa nelle stime solo a partire dal 2022, anche per tenere conto dei ritardi temporali con cui il gettito risponde agli incrementi dell’attività economica;

  • utilizzo delle risorse messe a disposizione dal pacchetto NGEU, tra cui quelle dei fondi React-EU, Sviluppo Rurale e RRF (cd. Recovery and Resilience Facility). Per quest’ultimo si prevede l’utilizzo pieno delle sovvenzioni (grants) messe a disposizione del nostro Paese, e un utilizzo dei prestiti compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Si sottolinea che le sovvenzioni forniscono uno stimolo fiscale ma sono al contempo neutrali dal punto di vista dei saldi di bilancio.

 

In particolare, il quadro programmatico per il 2021-2023 ipotizza il completo utilizzo delle sovvenzioni previste dalla prima fase del Recovery Plan europeo, pari al 70 per cento dell’importo complessivamente stimato a favore dell’Italia. Inoltre, si è assunto un parziale ricorso ai prestiti della RRF in deficit. La restante parte della RRF e delle altre componenti del NGEU verrà utilizzata nel periodo 2024-2026.

 

Per non aggravare il debito, dunque, il governo sembra propenso ad utilizzare nel 2021 principalmente i trasferimenti a fondo perduto del Recovery fund, pari a circa 10 miliardi di euro, e non prestiti mentre resta il dubbio su quando arriveranno i fondi del Recovery fund, vista l’ultima impasse che si è venuta a creare con i Paesi frugali in occasione dell’approvazione del bilancio Ue che potrebbe far slittare tutto al 2022.

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