La nuova pax fiscale

Pace fiscale 2021, rottamazione cartelle ter-quater, saldo e stralcio

Pace fiscale, nuova rottamazione cartelle quater e proroga rottamazione ter, saldo e stralcio al 1 marzo 2021 con il decreto Ristori quater novità Fisco

Pace fiscale 2021, rottamazione cartelle ter-quater, saldo e stralcio

Approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Ristori quater che prevede il rinvio delle scadenze fiscali. 

 

Prorogata al 10 dicembre la scadenza del secondo acconto Irpef, Ires ed Irap e al 30 aprile 2021 per coloro che hanno registrato  un calo del 33% del fatturato nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 o che siano oggetto delle misure restrittive del Dpcm del 3 novembre.

 

Esteso al 1° marzo 2021 dal 10 dicembre 2020, il termine per pagare le rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio

 

Il testo del decreto Ristori quater continene anche la sospensione dei versamenti contributivi previdenziali, ritenute e IVA di dicembre, la proroga per la presentazione della dichiarazione dei redditi e dell'Irap, la razionalizzazione della rateizzzione concessa dall'agente della riscossione. Tra le novità una sanatoria fiscale, un fondo perequativo per l'esonero totale e parziale dei versamenti fiscali e contributivi da destinare nel 2021 a chi abbia registrato una significativa perdita di fatturato causa Covid-19.

 

In arrivo anche la pace fiscale omnibus, nuovo saldo e stralcio per sovraindebitamento.

 

Pace fiscale 2021, rottamazione cartelle ter, quater, saldo e stralcio

Pace fiscale 2021, rottamazione cartelle quater nel decreto Ristori quater.

 

Il Governo all'interno del nuovo decreto non ha previsto quello che viene chiamata nuova rottamazione delle cartelle che probabilmente sarà rinviata al 2021. A darne notizia era stato un post su Facebook, della viceministra MEF Laura Castelli.

 

"Lavoriamo per far ripartire le rateizzazioni decadute, prevedendo le sospensioni della rottamazione ‘ter’, un saldo e stralcio e impostando una rottamazione ‘quater’. Questo sarà accompagnato da una riforma della riscossione che stralci le vecchie cartelle che non sono più riscuotibili". Lo scrive la viceministra dell’economia Laura Castelli su Facebook

 

Pace fiscale, rottamazione quater cartelle nel Ristori:

La nuova rottamazione quater delle cartelle e una più ampia “riforma della riscossione che stralci le vecchie cartelle che non sono più riscuotibili", così come confermato dalla viceministra Castelli, arriveranno con molta probabilità nel 2021. Con questa riforma, il MEF andrà dunque a cancellare i ruoli inesigibili.

 

Nel nuovo decreto Ristori quater, il quarto provvedimento Ristori arrivato dopo il voto positivo allo scostamento di bilancio di 8 miliardi, visto che nel decreto Ristori ter non è rientrata la proroga a dopo il 10 dicembre per la rottamazione e il saldo e stralcio delle cartelle, è stato approvato e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Previsto dunque il rinvio delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio al 1 marzo 2021.

 

Intanto il testo definitivo della Legge di Bilancio 2021 è stato approvato e continua l'iter di approvazione definitiva.

 

Pace fiscale, proroga scadenza rottamazione nel Ristori quater?

Come già anticipato in un altro articolo sulla proroga secondo acconto tasse 2020 nel nuovo decreto Ristori quater c'è quindi la proroga di:

Ricordiamo invece che il blocco delle cartelle è fino al 31 dicembre 2020. Dal giorno successivo l’Agenzia delle entrate tornerà a chiedere il pagamento dei debiti fiscali pregressi ad imprese, titolari di Partita Iva e semplici cittadini, rischiando di appesantire la già precaria situazione in cui versano gli italiani per colpa del lockdown. Unica scappatoia una rottamazione quater per consentire ai contribuenti di mettersi in regola con il Fisco, beneficiando di sconti e agevolazioni.

 Leggi anche tasse moratoria fiscale nel decreto Ristori quater confermata dal viceministro Misiani.

 

Tasse, Agenzia delle entrate: il 60% dei morosi ha scelto di pagare

Nonostante le dilazioni temporali concesse dal Governo per via del Coronavirus, una buona maggioranza di contribuenti ha deciso di pagare i propri debiti tributari. Secondo l’Agenzia delle entrate stiamo parlando di oltre il 60% dei morosi.

 

Con il decreto Agosto il Governo ha deciso di rinviare la sospensione delle cartelle esattoriali dal 31 agosto al 15 ottobre mentre è stata introdotta una ulteriore proroga di due mesi per l’invio delle cartelle esattoriali, che altrimenti sarebbe ripreso dal 1° settembre. Poi con il successivo decreto, la scadenza è stata rinviata al 31 dicembre 2020.

 

Condono fiscale causa Covid-19 in attesa Riforma fiscale 2022

Gli effetti catastrofici sulle finanze personali prodotte dal Coronavirus potrebbero rappresentare l’alibi ideale per un condono, in vista della Riforma fiscale a cui il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sta lavorando con il suo staff per alleggerire il carico fiscale e costruire un nuovo rapporto tra gli italiani e le tasse.

 

Tra le principali misure allo studio del Governo la riduzione delle tasse per il ceto medio, ispirandosi sempre più al modello tedesco, tramite l’accorpamento delle aliquote Irpef centrali al 36%, portando gli scaglioni da 5 a 4.

 

Per le Partite Iva, invece, si sta preparando una vera e propria rivoluzione, con il pagamento delle tasse tramite un sistema di cassa per evitare il farraginoso meccanismo di acconti e saldi, sulla base di quanto effettivamente incassato.  

 

Questa tanto attesa Riforma fiscale da 15 miliardi di euro potrebbe contenere una nuova rottamazione fiscale 2020 per chiudere i conti con il passato senza troppi problemi. Si stima che questi crediti fiscali ammontino complessivamente a 1.000 miliardi di euro e che per due terzi siano inesigibili.

 

Cartelle esattoriali, verso la nuova rottamazione quater

La tanto attesa rottamazione quater 2021, di cui si parla ancora poco, potrebbe sollevare un vespaio di polemiche, soprattutto a livello politico, ecco perché bisognerà aspettare ancora per avere maggiori indicazioni, in vista della Legge di Bilancio 2021.

 

Serve tempo ma bisogna a tutti i costi evitare la deflagrazione di quella che potrebbe rivelarsi una vera e propria “bomba sociale”, alla luce della situazione economica già compromessa degli italiani causa lockdown.

 

La soluzione alla tanto animata questione potrebbe essere appunto la pace fiscale 2021, con misure che spaziano dal saldo, allo stralcio alla rottamazione, oppure ad una semplice ulteriore proroga del blocco dell’invio degli atti esecutivi (cartelle esattoriali, ingiunzioni di pagamento, avvisi di accertamento, procedure esecutive e di pignoramento), magari fino alla fine dell’anno. Di certo c’è che qualcosa va fatto, perché gli italiani non sono ancora pronti a saldare i conti arretrati con il Fisco, vuoi per le problematiche legate al lavoro, vuoi per le difficoltà economiche degli imprenditori causa Covid-19.

 

Da considerare poi, che il Fisco italiano è riuscito negli ultimi anni a recuperare solo il 13,3% delle tasse evase e che commercialisti e consulenti potrebbero incontrare difficoltà nello sbrogliare tutti i pagamenti rinviati da mesi.

 

Fisco: in 20 anni recuperato solo il 13,3% di tasse evase

Secondo i calcoli della Corte dei conti, effettuati utilizzando i dati dell'Agenzia delle entrate - Riscossione, l'ex Equitalia, dal 2000 al 2019 il Fisco italiano ha recuperato solo il 13,3% degli oltre mille miliardi di imposte non riscosse. Si tratta del peggior dato degli ultimi anni, visto che nel 2000 era pari al 28%.

 

Più sono alti gli importi delle cartelle esattoriali e più è bassa la quota che lo Stato riesce ad incassare. Ad esempio, per gli atti superiori ai 100mila euro, il Fisco riesce a recuperare solo il 2,7%: si riscuotono mediamente 2.700 euro per ogni 100mila iscritti a ruolo.

 

Alla fine del 2019 il magazzino imposte ancora da incassare da parte dell’Erario ammontava a 954 miliardi di euro, con il 40% “difficilmente esigibile” come dichiarato in una audizione alla Camera, dal direttore dell'Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, in quanto si tratta di soggetti falliti (per 153 miliardi di euro), persone decedute (per 119 miliardi di euro) e nullatenenti (per 109 miliardi di euro), mentre per altri 69 miliardi l'attività di incasso è sospesa in forza di sentenze dell'autorità giudiziaria.

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