Patent Box agenzia entrate: brevetti e disegni cos'è come funziona

Patent box agenzia entrate regime fiscale che consente riduzione imposta sugli utili dei diritti di proprietà intellettuale novità decreto Crescita

Patent Box agenzia entrate: brevetti e disegni cos'è come funziona

Patent box agenzia entrate brevetti e disegni e novità decreto sblocca cantieri: in base alle ultime modifiche introdotte con l'ultima Manovra Correttiva, sono state apportare delle modifiche alla normativa del patent box, prevedendo l'esclusione dal regime fiscale agevolato dei redditi derivanti dallo sfruttamento dei beni immateriali, riduzione d'imposta sugli utili dei diritti di proprietà intellettuale, dei marchi d'impresa.

 

RImangono agevolabili, invece, i brevetti, disegni e modelli, know how, software.

 

Vediamo quindi che cos'è il patent box e come funziona e cosa cambia con l'esclusione dei marchi, e quali sono le novità patent box decreto Crescita.

 

Patent box agenzia entrate: cos'è?

Che cos'è il patent box agenzia entrate? 

  • Il patent box è una misura introdotta per la prima volta in Italia dal governo Renzi con la Legge di Stabilità 2015, come strumento a sostegno delle aziende che promuovono e iniettano sul mercato brevetti, innovazione e proprietà intellettuali favorendo e contribuendo allo Sviluppo Economico del paese.

  • Il Patent box, è quindi un insieme di agevolazioni, già adottate in molti altri paesi europei come la Spagna, l'Inghilterra, il Belgio e l'Olanda che consente al contempo di agevolare brevetti e tutelare la proprietà intellettuale. Il sistema patent box, è quindi un regime fiscale che ora anche le aziende italiane potranno adottare, per avere una riduzione delle imposte sugli utili derivati dall'utilizzo, dalla vendita o dalla cessione in licenza di un particolare brevetto italiano nel mondo.

  • In poche parole, con il Patent box,  lo Stato rinuncia alle maggiori entrate sui brevetti, marchi e disegni, consentendo così la crescita del PIL, grazie allo sfruttamento dell'innovazione derivante dai brevetti, garantirebbe lo sviluppo dell'economia nazionale.

  • La misura, introdotta dal decreto investment compact - patent box come regime fiscale per la tassazione dei redditi derivanti dai beni immateriali e di tipo commerciali, è stato modificato con la Manovra Correttiva del governo Gentiloni.

Patente box: novità. In base a quanto previsto dal D.L. 50/2017, sono ora esclusi dal patent box i marchi d’impresa perché l'Italia si è dovuta allineare alle indicazioni OCSE volte ad armonizzare i diversi regimi di Patent Box dei Paesi Membri dell’organizzazione. 

 

Dal 2019 con l'approvazione del testo decreto Crescita, è arrivato lo snellimento delle procedure patent box.

 

Patent box come funziona:

Il patent box è un regime fiscale già adottato in molto paesi dell'Europa: il Regno Unito, dove la sperimentazione è iniziata nel 2013 e a solo 1 anno di distanza ha portato immediati e notevoli risultati, uno tra tutti quello di riportare all’interno dei confini nazionali, brevetti dal valore di milioni di sterline, Francia, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Ungheria.

 

In questi paesi, il patent box è stato applicato però in modalità diverse, c'è chi ha scelto per questo tipo di incentivi la strada dell'esenzione, chi quello delle aliquote agevolate, chi la deduzione parziale dei redditi da proprietà intellettuale ecc.

Sta di fatto, che questo pacchetto di misure è una reale opportunità per favorire il PIL interno.

 

Come funziona il patente box? Il nostro Paese è al secondo posto in Europa nel settore manifatturiero e una maggiore protezione e tutela della proprietà intellettuale e dell'innovazione, farebbe stringere la morsa sui costi al ribasso applicata dalla politica dei produttori dell'Est. 

Ma come funziona esattamente? Sulla base delle novità introdotte con la Manovra Crrettiva, il Legislatore, ha cercato di adeguare la nostra normativa con quanto previsto nelle linee guida OCSE.  

 

A partire dal 1° gennaio 2017 e quindi anche nel 2019, sono vengono esclusi dal regime fiscale, i marchi d'impresa.

Prima invece, il regime era riservato ai brevetti, disegni e marchi.


L'esclusione dei marchi di impresa dal patent box, è quindi dovuta alla necessità di conformare la nostra normativa con quella degli altri paesi, in modo da evitare la concorrenza fiscale dannosa ed il favoreggiamento nei confronti di quelle aziende operanti in settori di attività tradizionali, dove la registrazione dei marchi a alivello nazionale è molto molto bassa. 

 

Patente box brevetti e disegno, no i marchi d'impresa

Il regime fiscale agevolato per i redditi derivanti dallo sfruttamento dei beni immateriali, è stato modificato a seguito dell'entrata in vigore della Manovra Correttiva.

 

Ad uscire dal regime patent box, per cui dai beni immateriali agevolabili, sono i marchi d’impresa.

Mentre rimangono agevolati con il patent box:

  • brevetti;

  • software;

  • disegni/modelli;

  • know-how.

Hanno continuato a fruire dell'agevolazione sui marchi, le imprese per le quali il bilancio è coinciso con l'anno solare e che hanno presentato la domanda di adesione al regime per gli anni di imposta 2015 e 2016. In questo caso, la sua durata è rimasta a 5 anni.

Per le imprese che hanno realizzano il proprio bilancio in periodi non coincidenti con l’anno solare, l'opzione del patent box marchi, è rimasta in vigore fino al 31 dicembre 2016, per cui per l'impresa con esercizio finale 1° luglio 2016 - 30 giugno 2017, ha potuto avvalersi del patent box fino al 30 giugno presentando l'apposita domanda.

 

Patent box novità nel decreto Crescita:

Le novità Patent box introdotte dal decreto Crescita:

Le novità patent box introdotte dal Dl Crescita riguardano in particolare la semplificazione delle procedure del Patent Box con l'introduzione di una nuova possibilità per i beneficiari dell'agevolazione, ossia quella di poter fruire della detassazione in dichiarazione dei redditi nell'arco di 3 anni.  

 

I soggetti titolari di reddito di impresa che optano per il patent box possono accedere all'agevolazione, previa comunicazione ed invio di apposita documentazione, formulata successivamente in un futuro provvedimento dell'Agenzia delle Entrate.

 

L’opzione inoltre può essere esercitata anche da coloro che hanno già attivato una procedura per concludere un accordo con l’Agenzia delle Entrate, se l'accordo non è concluso o si è data rinuncia formale.


Un'altra novità prevista dal decreto Crescita, riguarda la sanzione per infedele dichiarazione, non va applicata quando il contribuente, nel corso dell'accesso, ispezione, verifica o di altra attività istruttoria, consegna all’Amministrazione finanziaria la documentazione idonea a consentire il riscontro del corretto calcolo della quota di reddito escluso.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA