Petrolio sotto scacco per Coronavirus. Fa paura la recessione globale

L’emergenza Coronavirus ha sconvolto i mercati finanziari, mandando le azioni a picco e il prezzo del petrolio in negativo. Corsa verso i beni rifugio

Petrolio sotto scacco per Coronavirus. Fa paura la recessione globale

L’emergenza Coronavirus ha sconvolto i mercati finanziari, mandando le azioni a picco e spostando capitali verso i beni rifugio per eccellenza come l’oro.

 

Qual è stato invece l’impatto del Covid-19 sul petrolio? La recessione ha frenato la corsa del greggio sulle prospettive di un drastico calo della domanda.

 

I numeri della catastrofe economica

Negli ultimi mesi si stanno registrando numeri da brivido per le economie mondiali, con una recessione che in Italia potrebbe essere la peggiore dal dopoguerra. Purtroppo, dati peggiori di quelli già registrati sono possibili e forse probabili. Questo l’avvertimento del Fondo Monetario Internazionale nel ricordare che potremmo assistere ad una seconda ondata di contagi che metterebbe ulteriormente in ginocchio l’economia mondiale.

 

Secondo l’istituto di Washington l’economia globale registrerà una frenata del 3% nel 2020 a fronte di un incremento del 3,3% indicato sempre dall’FMI prima dello scoppio della pandemia. “La perdita cumulata in termini di PIL tra il 2020 e il 2021 potrebbe essere di circa 9 mila miliardi di dollari, più grande delle economie di Giappone e Germania insieme”, avverte la capoeconomista dell’FMI, Gita Gopinath. In particolare, il Pil pro-capite scenderà nel 2020 in ben 170 Paesi.

 

Reazione dei mercati finanziari

Dura la reazione degli investitori, che intimoriti da questa catastrofe hanno deciso di navigare verso porti più sicuri. Inizialmente c’è stata una massiccia fuga dai mercati azionari.

 

Il 12 marzo 2020, la Borsa di Milano ha registrato la sua peggior seduta di sempre, accusando una perdita sul suo principale indice del 16,9% portandosi a 14.894 punti. A partire da tale data la Consob ha vietato le vendite allo scoperto allo scopo di contenere i danni. Battuto il record negativo di Piazza Affari del -12,4% registrato il 24 giugno 2016, in occasione del referendum sulla Brexit.

 

Perdite a doppia cifra si sono registrate anche sui listini americani, dove è scattato più volte il circuit breaker, ovvero lo stop degli scambi per 15 minuti. Il panico ha travolto gli investitori, tanto che il Dow Jones, ovvero l’indice che misura l’andamento delle trenta principali aziende a stelle e strisce, è arrivato a perdere il 20% durante il discorso di Trump sulla sospensione dei voli dall’Europa verso gli Stati Uniti.

 

Petrolio in negativo causa lockdown

Sotto pressione anche il petrolio, penalizzato dalla recessione che il Coronavirus porterà con sé. Il rallentamento della domanda globale di oro nero, derivante dalla minore richiesta da parte delle industrie chiuse per il lockdown, sta trascinando in basso le quotazioni del greggio.

 

I maggiori produttori di petrolio come Arabia Saudita, Russia e Stati Uniti, infatti, stanno riducendo la produzione di greggio visto che le scorte sono aumentate a dismisura e si fa fatica a smaltirle.

 

Per il mese di aprile, l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) prevede che la domanda globale si ridurrà di 29 milioni di barili al giorno su base annua, pari a circa il 30% della domanda. Pesanti anche le previsioni di maggio, che sono per un calo su base annua di 26 milioni di barili al giorno. In sostanza la domanda petrolifera mondiale starebbe tornando sui livelli degli anni ’90.

 

Il peggio potrebbe ancora venire. La crisi del settore Oil&Gas avrà pesanti ripercussioni sul futuro del settore in quanto porterà ad una drastica riduzione degli investimenti in esplorazione e produzione, minando la stabilità dell’intero comparto.

 

Intanto il crollo del petrolio del 20 aprile 2020 resterà nei libri di economia come il giorno in cui il contratto petrolifero di riferimento negli Stati Uniti ha chiuso la giornata a -37 dollari al barile, entrando per la prima volta in territorio negativo.

 

Vola l’oro, bene rifugio per eccellenza

Gli investitori fuggiti a gambe levate dall’azionario hanno puntato sull’oro, bene rifugio per eccellenza. Sono in molti a prevedere nuovi massimi storici per il metallo giallo, con valori che si potrebbero aggirare addirittura sino a 1.900 dollari l’oncia. Bel salto se si considera che oggi l’oro vale 1696,70 dollari l’oncia.

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