Aspettando la riforma Irpef

Riforma aliquote Irpef 2021, governo studia per farla partire subito

Allo studio del governo mirati aggiustamenti delle aliquote Irpef nel 2021, per ridurre il carico fiscale sul ceto medio aumentando le tasse ai ricchi

Riforma aliquote Irpef 2021, governo studia per farla partire subito

Nulla di certo è stato scritto nella Nota di aggiornamento al Def (Nadef) sui tempi della Riforma Irpef. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha ribadito che la Riforma del fisco, cuore della Manovra 2021, sarà messa in piedi “nel corso del prossimo triennio”. Confermato per il prossimo anno il taglio del cuneo fiscale dopo quello deciso a luglio, l’assegno unico e gli sgravi fiscali per le imprese che assumono al Sud.

 

In tutto questo non si sa ancora se il taglio delle aliquote Irpef per abbassare le tasse al ceto medio avverrà nel 2021 o nel 2022, in ogni caso ci vorrà del tempo per arrivare a simulare un modello alla tedesca che tanto piace al numero uno del Tesoro. Nel frattempo, potremmo assistere a mirati aggiustamenti delle aliquote Irpef, con l’obiettivo di ridurre il peso fiscale sulle fasce medie della popolazione aumentando un pochino quelle dei più ricchi, in perfetto stile Robin Hood per capirci.

 

Riforma fiscale: obiettivo ridurre carico fiscale su redditi medi e bassi

Attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli, è uno dei cinque principali obiettivi della politica di bilancio del governo per il 2021-2023, indicati nella Nadef approvata ieri dal Consiglio dei Ministri.

 

Una componente importante della programmazione triennale, si legge nel testo, è l’introduzione di un’ampia riforma fiscale, che il governo intende attuare sulla base di una Legge delega che sarà parte integrante del Recovery plan (PNRR) e dei relativi obiettivi intermedi. L’obiettivo dell’esecutivo è quello di ridurre le disparità tra i cittadini e rendere più efficiente il sistema, attraverso la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, la revisione complessiva della tassazione verso una maggiore equità e la lotta all’evasione.

 

Con la revisione del sistema di incentivi ambientali, per il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, e la partecipazione al mercato del lavoro, il governo è convinto che il sistema fiscale si allineerà con gli obiettivi ambientali e sociali a cui il Paese si ispira a livello europeo ed internazionale.

 

Riforma fiscale: quasi risolto il nodo fondi

Il problema dei fondi per attuare la Riforma del Fisco sembra in parte risolto, visto che i soldi del Recovery fund apriranno nuovi spazi fiscali per far entrare a regime la riforma fiscale.

 

La revisione fiscale 2021 si finanzierà strutturalmente con il contrasto all'evasione fiscale e con una riforma del sistema delle detrazioni e dalla tassazione ambientale. Il Governo continuerà a perseguire politiche di contrasto alle frodi e all’evasione fiscale e, in generale, di miglioramento della compliance, che negli ultimi anni hanno conseguito risultati notevoli e superiori alle aspettative.

 

Facendo un po’ di calcoli circa 6 miliardi di euro serviranno per l’assegno universale, 2 miliardi per il completamento del taglio del cuneo fiscale (i c.d. 100 euro) e altri 5 miliardi per il taglio contributivo al Sud già introdotto dal decreto-legge di agosto limitatamente alla seconda metà del 2020.

 

Ci sarà spazio per una mini riforma Irpef nel 2021?

Per il prossimo anno la Nadef fissa un obiettivo di indebitamento netto (deficit) pari al 7% del prodotto interno lordo (PIL). Rispetto alla legislazione vigente, che prevede un rapporto deficit/PIL pari al 5,7%, si presenta quindi lo spazio di bilancio per una manovra espansiva pari a 1,3 punti percentuali di PIL, vale a dire oltre 22 miliardi di euro.

 

Il problema fondi resta, dunque, visto che una riforma Irpef verrebbe a costare circa 10 miliardi di euro. Oltre al problema fondi, c’è poi quello in seno alla maggioranza che non riesce ancora a trovare la quadra sul taglio delle aliquote. Il ministro dell’Economia Gualtieri vorrebbe un’aliquota personalizzata alla tedesca ma i renziani sono contrari e i pentastellati poco convinti.

 

Secondo alcune anticipazioni pubblicate da Huffpost si potrebbe giungere ad un compromesso in vista di un riordino totale delle aliquote nel 2022, con il vantaggio di far pagare meno tasse a qualcuno già dal 2021.

 

In particolare, il governo starebbe pensando di tagliare le tasse per il ceto medio nel 2021 abbassando dal 38% al 34% le aliquote per i redditi da 28 a 55 mila euro, alzando però di due punti percentuali, dal 43% al 45%, quella per i redditi superiori al 75 mila euro. Un vantaggio per il ceto medio finanziato con una parte del sacrificio chiesto ai redditi più alti, per redistribuire più equamente il carico fiscale e per guadagnare tempo in vista di un più completo riordino delle aliquote.

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