Rimborso Tari 2020: domanda modulo, chi ha diritto e scadenza

Rimborso tari 2020 modulo domanda, a chi spetta la restituzione quota variabile sulle pertinenze pagata in più a causa del calcolo sbagliato del Comune

Rimborso Tari 2020: domanda modulo, chi ha diritto e scadenza

Rimborso Tari 2030: chi ha diritto al rimborso della quota variabile tari pagata in più e come fare a presentare il modulo domanda di rimborso Tari al Comune ed entro quanto tempo occorre richiederlo?

 

E' di questi giorni, infatti, la notizia che molti Comuni italiani, avrebbero mal interpretato la normativa ed applicato un regolamento Tari errato che di fatto ha portato gli utenti domestici, a pagare di più la quota variabile Tari, tassa sui rifiuti.

 

Ma vediamo esattamente cos'è successo, come verificare chi ha diritto al rimborso tari 2020, il modulo domanda da spedire tramite raccomandata, come richiederlo e a chi rivolgersi per la restituzione della Tari pagata due volte o più ed entro quanto tempo, per cui la scadenza per chiedere il rimborso.

 

Tari 2020 novità in Legge di Bilancio 2020:

Approvato emendamento al nuovo decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020 che prevede l'entrata in vigore dal prossimo anno, del nuovo bonus TARI 2020 per le famiglie a basso reddito ISEE.

 

Il bonus tassa rifiuti funzionerà in modo analogo agli altri bonus sociali come il bonus gas e luce, acqua, per cui i requisiti ISEE per accedere al beneficio saranno:

  • reddito ISEE fino a 8.256 euro,

  • reddito ISEE fino a 20.000 se la famiglia è composta da almeno 4 figli a carico

 

Rimborso tari: perché va richiesto?

Rimborso Tari perché?

  • Il perché del rimborso tari, è presto detto: in questi giorni è "scoppiata" la notizia che diversi Comuni italiani, avrebbero conteggiato e quindi calcolato in modo illegittimo la quota variabile Tari, applicandola cioè anche alle pertinenze della casa domestica anche se non assoggettabili alla tassazione tari, come confermato dalla risposta all'interrogazione parlamentare.

  • Per capire l’origine del problema, bisogna tornare al 2014 con il passaggio dalla Tarsu, Tia 1e Tia 2 prima, poi alla Tares ed infine alla Tari, a quando le modifiche alla normativa sulla tassa sui rifiuti, portarono all’applicazione del metodo normalizzato (Dpr 158/99) con la conseguente distinzione tra quota fissa TARI e quota variabile TARI calcolate considerando rispettivamente la superficie calpestabile ed il numero di occupanti, e la seconda collegata solo al numero degli occupanti.

  • Fin qui tutto bene se non fosse che un parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe L’Abbate insieme al suo commercialista, verificando il dettaglio di una bolletta Tari, si sono accorti dell’anomalia commessa dal comune dove risiede il parlamentare pentastellato, Polignano a Mare.

A questo punto, L'Abbate, chiede chiarimenti in un’interrogazione alla quale viene risposto che:

a parte variabile della tariffa va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza, composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze situate nello stesso comune.

Ecco l'esempio di calcolo TARI portato alla Camera dal parlamentare del M5s: una famiglia di 4 persone abita in una casa di 150 metri quadri, suddivisi in:

  • 100 metri quadrati di casa;

  • 30 di garage;

  • 20 metri quadri di cantina.

Il comune d Polignano a Mare ha dunque applicato 2 euro della quota fissa su100 metri e sul 50% della superficie di garage e cantina. 

Ma poi ha applicato su ogni singola pertinenza 141 euro della quota variabile TARI, moltiplicandola di fatto per tre. 

 

Il risultato è stata una super bolletta TARI da 673 euro rispetto ai 391 euro calcolati regolarmente secondo i chiarimenti del ministero dell’Economia, a seguito dell'interrogazione parlamentare.

 

Pertanto sulla base dei suddetti chiarimenti, la quota variabile della Tari va applicata su garage e cantina, in quanto pertinenze dell'abitazione ma sono da calcolare una sola volta, per cui l'importo della tassa è data dalla somma delle quote fisse che gravano sulla casa, sul garage e sulla cantina e poi al totale deve essere aggiunta anche la quota variabile.

 

Molte amministrazioni invece, hanno applicato male il regolamento Tari, ed hanno calcolato la tassa sui rifiuti 2 o più volte sullo stesso immobile, applicando la quota variabile Tari anche sulle pertinenze: garage, cantine, box, soffitte ecc 

Il risultato è stato aver fatto pagare agli utenti domestici bollette TARI gonfiate con importi addirittura moltiplicati.

Vediamo ora chi sono i Comuni coinvolti dall'errato calcolo Tari quota variabile della tassa sui rifiuti.

 

Rimborso Tari pagata in più: in quali comuni? Comune di Milano, Napoli:

Quali sono i Comuni in cui la Tari è stata pagata in più?

Secondo il Codacons il problema della tari pagata in più riguarda almeno i seguenti Comuni:

Comune di Milano;

Comune di Napoli;

Comune di Catanzaro;

Comune di Cagliari;

Comune di Ancona;

Comune di Rimini;

Comune di Siracusa, 

sottolineando anche che il numero potrebbe essere molto più vasto.

 

Intanto, il Comune di Genova, apparso in un primo momento nella lista, ha subito affermato che “la Tari prevista dal Comune è legittima e su tali utenze non viene applicata due volte la parte variabile della tariffa legata all’utenza domestica”.

 

Per fare chiarezza sul regolamento Tari e sulla corretta applicazione della quota variabile della tassa sui rifiuti all'utenza domestica, il Dipartimento Finanze del ministero dell'Economia è già a lavoro per approvare in tempi strettissimi, un documento che chiarisca una volta per tutte il calcolo TARI, il Mef, inoltre ha già sottolineato il fatto che sono già previste modalità per chiedere il rimborso Tari pagata in più, qualora un Comune non applichi la tassa in maniera corretta.

 

Quindi vediamo ora come capire se si è pagato di più bisogna e come richiedere il rimborso TARI.

 

Chi ha diritto al rimborso TARI 2020? A chi spetta e quando?

Come capire chi ha diritto al rimborso TARI 2020? Per capire a chi spetta il rimborso Tari, occorre:

  • prendere i bollettini Tari o gli F24 Tari inviati dal Comune e che riportano anche i calcoli della tariffa applicata sulla singola unità immobiliare e sulle pertinenze, e verificare se in queste ultime, è presente la quota variabile tari, se c'è, si ha diritto a richiedere il rimborso.

  • tenere conto che, ad oggi, sono veramente pochi i Comuni che nel regolamento Tari approvato, hanno manifestato la piena non applicabilità della quota variabile alle pertinenze dell'utenza domestica, ed è per questo motivo che tutti gli utenti domestici, a prescindere dal comune di residenza, dovrebbero leggersi attentamente gli avvisi di pagamento Tari che l'ente ha spedito al fine di verificare se, alle pertinenze della propria casa, il Comune, abbia applicato una quota variabile pari a zero euro.

Dove trovo la quota variabile tari sulla bolletta? 

La parte relativa alla quota variabile tari sull'avviso di pagamento si trova nella pagina relativa al dettaglio delle somme

In questa sezione, infatti, l'ente indica:

  • i dati catastali dell'immobile: foglio, particella, sub;

  • la superficie assoggettata alla tassazione;

  • il numero degli occupanti;

  • la quota fissa e variabile distinta per ogni unità immobiliare.

La quota variabile deve essere presente solo per l'abitazione e non sulle pertinenze.

Chi ha diritto al rimborso TARI 2020? 

  • In base a quanto spiegato fino adesso, se nel dettaglio delle somme riportate nell'avviso di pagamento tari, ci si accorge che la quota variabile è stata applicata anche al garage, alla cantina, alla soffitta, e quindi alle pertinenze della casa, si ha diritto al rimborso tari 2020, stesso diritto anche nel caso in cui se sulla TARSU è stata applicata l'IVA, a tale proposito vedi: come chiedere il rimborso IVA sulla tassa rifiuti TARSU e TIA.

 

Rimborso tari come richiederlo: domanda di rimborso Tari

Come chiedere il rimborso Tari 2020? Per richiedere la restituzione delle somme pagate in più sulla Tari, perché la quota variabile è stata calcolata anche sulla quota variabile, occorre:

  • presentare un'apposita domanda di rimborso Tari, entro 5 anni dal pagamento, inviando semplicemente il modulo di rimborso che trovi riportato, debitamente compilato, tramite raccomandata a/r al Comune che ti ha richiesto il pagamento insieme alle bollette pagate ingiustamente. 

  • verificare a chi va presentato il rimborso: se la Tari è gestita da una società privata e gli avvisi di pagamento sono emessi a nome della suddetta società, la domanda di rimborso tari va presentata a loro e non al Comune. Se alla vecchia società ne è subentrata un'altra, allora l'istanza di rimborso deve essere presentata si al comune che al nuovo gestore;

  • Trascorsi 90 giorni, se non si ottiene risposta all'istanza di rimborso Tari, il cittadino, può proporre un ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente, sino allo scadere del termine di prescrizione (5 anni). Se invece il comune e/o il gestore rigettano espressamente la domanda, il ricorso deve essere proposto entro e non oltre 60 giorni dalla notifica del diniego.

  • Nel caso in cui il contribuente non abbia pagato la bolletta Tari e riceva un avviso bonario, solitamente su quest'ultimo, è indicato solo l'importo totale della tassa non pagata e le spese di notifica. Per sapere quindi se è stato applicato il corretto regolamento nei calcoli, deve impugnare l'atto di liquidazione entro 60 giorni dalla notifica.

  • In caso di contenzioso pendente, va detto che se l'utente non segnala subito, in sede di motivi di ricorso, la questione della illegittimità della quota variabile, non potrà più farlo.

 

Scadenza rimborso tari: entro quanto tempo va presentato?

Scadenza rimborso Tari, entro quando? Entro quale termine il contribuente può chiedere il rimborso Tari al Comune?

 

In base a quanto sancito dall'articolo 1 comma 164 della legge 296/2006 (finanziaria 2007), il rimborso delle somme versate e non dovute, può essere richiesto dal contribuente, entro la scadenza di 5 anni dal giorno del versamento, ovvero da quello in cui è stato accertato il diritto alla restituzione.

 

Mentre per quanto riguarda i tempi di rimborso da parte dell'Ente, sempre secondo la stessa norma, dice che è entro 180 giorni dalla data di presentazione dell'istanza, ma non è da escludere un eventuale silenzio-rifiuto da parte dell'ente.

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