Tassa contanti 2020: cos'è come funziona tassa 2% prelievi bancomat

Tassa sui contanti cos'è e come funziona la nuova tassa sul contante, chi paga e quando, possibile introduzione in Legge di Bilancio 2020 ultimissime

Redazione
di Redazione
20 settembre 2019 10:20
Tassa contanti 2020: cos'è come funziona tassa 2% prelievi bancomat

La tassa sui contanti è da sempre uno dei temi più ricorrenti che ogni governo pensa di introdurre, in prossimità della Legge di Bilancio, al fine di arginare un fenomeno che in Italia è in continua crescita: l’evasione fiscale.

 

Ogni anno, in Italia, l’evasione costa 100 miliardi di euro sconosciuti al fisco e che non vengono tassati e per questo non entrano nel circuito dei servizi ai cittadini.

 

Anche per questa nuova Legge di Bilancio 2020, quindi si torna a parlare di digitalizzazione dei pagamenti che tradotto significa introdurre una tassa per limitare l'uso del contante.

 

Ma andiamo con ordine ed andiamo a capire meglio cos’è la tassa sui contanti 2020 come funziona e se ci sono reali possibilità di applicazione nella nuova Manovra 2020, la prima del governo giallorosso.

 

Piano anti evasione fiscale 2020 governo Conte bis:

Oltre all'potesi della tassa sui contanti, il piano anti-evasione del governo Conte bis, potrebbe riguadare anche:

  • eliminare le commissioni per i "micropagamenti" al di sotto di specifiche soglie di spesa e parallelamente avviate le sanzioni obbligo Pos e per quelli che non accettano pagamenti con bancomat o carte di credito.

  • estendere ll'obbligo di accettare i pagamenti elettronici anche alla pubblica amministrazione, comprese le società che erogano prestazioni o servizi, a partire, ad esempio, da il mondo della sanità.

  • estendere l’obbligo di pagare con moneta elettronica tutte quelle prestazioni o servizi che fruiscono delle detrazioni e delle deduzioni come avviene già per il bonus fiscale sulle ristrutturazioni edilizie, Ecobonus, Sismabonus.

 

Tassa sui contanti in Legge di Bilancio 2020?

La tassa sui contanti in Legge di Bilancio 2020 potrebbe essere una misura che il nuovo governo Conte bis inserirà nel testo della nuova Manovra 2020 quale intervento anti-evasione.

 

Dopo lo scontrino digitale, il Pos obbligatorio che è ancora senza sanzioni, dichiarazione dei redditi precompilata e la fatturazione elettronica, potrebbe quindi arrivare anche la tassa sui contanti.

 

L'obiettivo dell’azione di governo con questa nuova tassa è quello di andare a potenziare la digitalizzazione dei pagamenti, aumentando così il volume delle transazioni tracciabili dalle banche, poste e intermediari e scongiurando al contempo, i pagamenti in contanti. 

 

Il dossier tassa sul contante, a quanto pare, sarebbe già sul tavolo del neo-ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che non a caso ha parlato nelle ultime interviste, di interventi ad hoc contro i furbetti del fisco mediante l’uso intensivo di nuove tecnologie e maggiore digitalizzazione, per cui non è da escludersi ancora, una possibile introduzione della tassa sul contante, come è stata ormai ribattezzata, all'interno della prossima legge di Bilancio 2020.

 

Cos'è la Tassa sui contanti?

Cos'è la tassa sui contanti: Nel piano antivasione a cui sta lavorando il governo Conte bis ed il ministro Gualtieri, potrebbe trovare spazio anche la tassa sui contanti.

 

In questi giorni, infatti, si fa sempre più forte l'ipotesi di una probabile introduzione di quella che è già stata chiamata la tassa sul contate.

 

L'idea è nata da Confindustria e si basa sulla possibilità di intervenire con un incentivo ed un disincentivo, cioè in una sorta di bonus/malus per chi rispettivamente utilizza tanto o poco il bancomat, la carta di credito e in generali i mezzi di pagamenti che consentono la tracciabilità delle transazioni.

 

Tassa sui contanti come funziona:

La Tassa sui contanti funziona così: secondo Confindustria, l'ipotesi è quella di prevedere un disincentivo ed un incentivo:

  • disincentivo: per chi preleva contanti al bancomat o allo sportello bancario, è prevista l'applicazione di una tassa del 2% sui prelievi di contante (ATM o sportello fisico della banca) oltre 1.500 euro mensili (la metà dei prelievi attuale); 

  • incentivo: previsto il riconoscimento di un credito di imposta del 2% sul valore della transazione, che significa applicare uno sconto sulle tasse, per chi paga con moneta elettronica o con bonifico. In questo modo, secondo i dati Confindustria, il gettito stimato per lo Stato sarebbe di 3,4 miliardi in un anno. 

 

Tassa sul contante chi paga e quando:

Chi paga la tassa sul contante? A pagare, secondo i dati ufficiali, sarebbe solo 1/4 dei titolari dei conti correnti, perché la stragrande maggioranza, per il 75% dei titolari, preleva meno di 1.500 euro al mese dal bancomat o dallo sportello.

 

Quando si paga la tassa sul contante? In base all'idea di Confindustria, la tassa si applicherebbe già al momento del prelievo, pertanto, se nell'arco del mese si è prelevato oltre 1.500 euro, sui successivi prelievi si applica una tassa del 2%. Ciò significa pagare su mille euro prelevate si pagherebbero 20 euro di tasse.

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