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Ragazze, date i numeri

Il futuro delle ragazze? È nei numeri e nell'informatica

Studiare le materie “Stem” darebbe alle donne maggiori opportunità lavorative, contribuendo così a ridurre la disoccupazione femminile e il gender gap

Il futuro delle ragazze? È nei numeri e nell'informatica

Ragazze imparate a dare i numeri. Secondo le stime di Banca Italia, se la percentuale di donne  al lavoro arrivasse al 60% il Pil crescerebbe di 7 punti percentuali. Il Recovery Fund potrebbe aiutare a raggiungere questo obiettivo? Ancora non si sa dei 209 miliardi di euro che spettano all’Italia, quanti ne  verranno stanziati agli interventi in materia di gender gap, ma uno studio dell’Istat dimostra che la crescita dell’occupazione femminile diminuirebbe la povertà e attenuerebbe le disuguaglianze sociali.

 

La riscossa delle donne è nell’informatica, lo dice l’Istituto nazionale di statistica, secondo cui sarebbe importante accrescere l’ingresso delle donne in quegli studi di materie scientifiche che permettono uno sbocco lavorativo più veloce e maggiormente retribuito, e la Ue raccomanda di indirizzare le giovani sempre più verso percorsi tecnologici e il mondo cerca laureati Stem.

 

Care ragazze è certo che il futuro somiglierà a un algoritmo e quindi bisogna programmare bene il percorso. Che sia Stem, acronimo che sta per Science, Technology Engineering and Mathematics: scegliete cosa vi pare, purché restiate nell’ambito delle formule matematiche e del coding. La rivoluzione digitale con l’emergenza Covid ha bruciato le tappe, stravolto la vita che è entrata tutta in una stanza, ufficio scuola palestra. Solo con la capacità delle donne di impadronirsi della tecnologia sarà possibile ridurre il gender gap, ma sono ancora troppo poche le laureate in informatica.

 

In Italia lavora una donna su due e potrà solo andare peggio se le studentesse continueranno a ignorare l’informatica. Non si può più aspettare. La raccomandazione arriva anche dalla Commissione Ue nel piano per l’università: servono meno filosofi e più scienziati. Per Bruxelles le materie scientifico-matematiche sono «fondamentali per guidare la doppia transizione verso un’economia verde e digitale, in un momento di rapida innovazione tecnologica.» Bisogna spiegare alle ragazze, sostengono i commissari che il futuro delle ragazze è qui.

 

Promuovere le materie Stem tra le giovani è uno dei punti su cui le esperte chiamate dalla ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti per programmare la ripartenza del post-covid hanno molto insistito. Per questo la ministra ha deciso di investire tre milioni di euro in progetti destinati a far scoprire e appassionare al mondo dei numeri soprattutto le bambine e le ragazze dai 4 ai 9 anni. «Era una delle proposte della task force femminile “Donne per un nuovo Rinascimento” e va realizzata subito – ha spiegato la ministra – perché tutte siano al passo con le sfide e i lavori di domani, e per superare gli stereotipi e quei pregiudizi secondo cui il mondo delle Stem sarebbe esclusivamente per gli uomini. Le diseguaglianze iniziano da piccole, ripartiamo dall’educazione.»

 

L’uscita dalla crisi passa da qui. Più algoritmi vuol dire più lavoratrici. Questo, col tempo, ridurrà anche il gender gap pay, cioè il divario dei guadagni. Intanto si moltiplicano le iniziative per avvicinare le ragazze alle Stem. “Girl code it better”, che promuove programmi e corsi nelle scuole sul coding e la robotica, “Coding girls”, alla settima edizione, 15mila studentesse a lezioni di informatica e “STEAMiamoci”, il progetto di Assolombarda.  Se non volete restare indietro in un mondo che corre più di prima, care ragazze, forse il segreto per farlo è in una frase .

 

"If she can see, she  can be it", se lo può vedere può diventarlo. Lo slogan è del Gena Davis Institute on Gender in Media. L’istituto fondato nel 2004 dall’attrice americana, impegnata nell’empowerment femminile. A un campione di 10mila ragazze e giovani donne di 19 Paesi diversi, di età compresa tra i 16 e i 25 anni, ha chiesto cosa impedisce loro di prendere la leadership. Bene, il 94%  afferma che anche da leader le donne sarebbero trattate peggio degli uomini, e il 93% che sarebbero vittime di molestie e accanimento critico. La situazione non migliora sullo schermo: su 2000 personaggi femminili solo il 27% ricopre ruoli da leader.  Eppure una ricerca sulla serie cult  “X –Files” ha rivelato che il 50%delle partecipanti al questionario ha deciso di affrontare una carriera nel campo delle Stem, grazie all’empatia del personaggio di Dana Scully, medico patologo, interpretato da Gillian Anderson. Come a dire: se lo vedi, lo puoi fare.  

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