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Ritratti (poco) diplomatici

Jill Jacobs ha origini italiane, il nonno era il siciliano Giacoppo

Ho conosciuto a Washington la coppia Biden, lei è stata fondamentale per la ripartenza personale e politica del marito ora probabile presidente americano

Jill Jacobs ha origini italiane, il nonno era il siciliano Giacoppo

Il detto “dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna” sembra quasi una banalità; eppure, sembra essere quanto mai appropriato e calzante per descrivere la solidissima coppia formata da Joe Biden e dalla moglie Jill. Il candidato democratico alla Casa Bianca (e ormai prossimo Presidente degli Stati Uniti?) ha potuto beneficiare dell’aiuto e del sostegno della consorte, non solo a livello professionale ma anche a livello personale.

 

Jill Biden è la seconda moglie di Joe, con il quale ha formato un sodalizio davvero invidiabile. Durante il mio periodo a Washington ho avuto l’onore ed il piacere  di incontrarli negli anni del primo mandato Obama. Biden era Vice Presidente e Jill era la “second lady”: di entrambi ho un ricordo estremamente positivo e conservo l’immagine di una donna molto forte, plasmata nei valori e nelle qualità dalla propria storia personale e dei valori familiari. A cominciare dalle sue origini: non tutti, ad esempio, sono a conoscenza delle radici italiane di Jill, dato che il nonno paterno era un emigrato siciliano. Il passato italiano è infatti nascosto dal cognome della donna, Jacobs, che deriva dalla “inglesizzazione” del cognome del nonno, Giacoppo, modificato dopo il suo arrivo in terra americana. Origini che – considerate nell’ambito del “melting pot” tipicamente statunitense – si sposano senza dubbio molto bene con quelle irlandesi del marito, e che hanno sicuramente avuto un’influenza importante sul percorso di entrambi.

 

Jill Jacobs è stata sempre molto vicina al marito, rappresentando all’inizio del loro rapporto una fondamentale ancora di salvezza dopo che la prima moglie di Joe Biden e la figlia morirono in un incidente stradale nel 1972 (mentre gli altri figli Beau e Hunter rimasero gravemente feriti). Il matrimonio (il secondo per entrambi) fu celebrato nel 1977 e consentì all’allora senatore del Delaware di rilanciare la propria vita e la propria carriera. Peraltro, la signora Biden è stata molto vicina al marito anche in occasione di un’altra tragedia che ha colpito la famiglia, ovvero la morte del figlio Beau per un tumore al cervello. Un evento che ha spinto i coniugi Biden a dare vita alle omonime Fondazioni (The Biden Cancer Initiative e la Biden Breast Health Initiative) che si occupa per l’appunto di sostenere la ricerca scientifica contro il cancro. Inoltre, Jill non ha mai lasciato la sua professione originaria – quella di insegnante di inglese – continuando a lavorare anche una volta che il marito era diventato Vice di Barack Obama.

 

Se dunque il candidato Dem dovesse essere confermato vincitore, che First Lady avremo alla Casa Bianca? Sicuramente una personalità molto diversa da Melania Trump, grande punto di riferimento in termini di classe, eleganza e abbigliamento, ma che dall’altra parte non si è distinta per le qualità professionali né tantomeno per il sostegno offerto al marito Donald Trump (basti pensare ai numerosi “siparietti” andati in scena durante occasioni ufficiali). Aspettiamoci una presenza alla “Michelle Obama”, anche se è probabile che politicamente Jill Biden resterà sempre alcuni passi indietro rispetto al marito, scegliendo di portare avanti iniziative a carattere filantropico. 

 

Del resto, il ruolo di “alter ego femminile” del Presidente sarà già giocato da Kamala Harris, la Vice Presidente che è destinata ad occupare una posizione di primo piano e, probabilmente, a candidarsi nel 2024 se Biden dovesse essere troppo anziano per portare a termine due mandati.

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