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Pompei AD Deloitte: «Rispondere alla crisi già oggi e non domani»

Ricostruire, cambiare, innovare dopo il coronavirus. Intervista esclusiva sulla ripartenza a Fabio Pompei, Amministratore Delegato di Deloitte Italia

Pompei AD Deloitte: «Rispondere alla crisi già oggi e non domani»

Gli Stati Generali voluti dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sono stati un’occasione per confrontarsi sulle necessità dell’Italia dopo la pandemia del coronavirus. Il dibattito ha visto posizioni divergenti tra le parti, soprattutto tra il premier Conte e Confindustria. Ora dalle parole bisogna passare necessariamente ai fatti, senza perdere altro tempo, perché la tempestività in ambito economico è fondamentale.

 

In un’intervista esclusiva abbiamo chiesto a Fabio Pompei, Amministratore Delegato di Deloitte Italia, cosa serve per ricostruire l’economia italiana. Secondo Pompei la rapidità con cui reagiremo alla crisi sarà critica per l’efficacia di ogni scelta, sia essa diretta a supportare le imprese o i cittadini. Ritiene fondamentale definire ed avviare sin da subito un piano strategico a lungo termine per rilanciare l’economia e le infrastrutture, ancora più alla luce delle incertezze legate alla pandemia.

 

Fabio Pompei è il Chief Executive Officer di Deloitte Italy. Oltre ad essere Partner di Deloitte dal 2000 e ad aver maturato una significativa esperienza nella revisione in qualità di responsabile dell’area Centro Sud e componente del Comitato Operativo dell’Audit italiano, ha ricoperto la carica di Talent Leader per l'Italia per 4 anni. 

 

D’Amicis:

Il coronavirus ci ha costretti a cambiare stili di vita e di lavoro in pochissimi mesi. Come cambieranno le imprese italiane per adattarsi alla nuova era?

 

Pompei:

“La pandemia ha imposto cambiamenti radicali, ma la possibilità di mettersi la crisi alle spalle dipenderà anche dalla capacità dei business leader di essere resilienti. Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito delle piccole e medie imprese, le più colpite dalla crisi, che ora avranno bisogno di scelte razionali, tempestive e anche coraggiose, oltre che dal supporto dello Stato”.

 

D’Amicis:

Riconvertire, innovare, cambiare. Quanto tempo ci vorrà?


Pompei:

“A livello economico questa sfida è epocale. Servono tempismo e coraggio, per non trasformare la recessione in una depressione prolungata. La rapidità con cui reagiremo alla crisi sarà fondamentale per l’efficacia di ogni scelta, che supporti le imprese o i cittadini. Tempismo e coraggio non sono prerogativa esclusiva delle imprese, anche le istituzioni dovranno agevolare questo processo e creare i presupposti giusti”.

 

D’Amicis:

Siamo giunti alla tanto attesa Fase 3. Il Governo ha provato a contenere le perdite economiche dovute all’impatto da covid-19 mettendo in campo alcune misure e promettendone altre. Di cosa davvero necessitano le aziende italiane per ripartire?

 

Pompei:

Digitalizzazione, Industry 4.0, un ripensamento e l’immediato riavvio degli investimenti pubblici sono elementi chiave per ripartire, iniziando a rispondere alla crisi già oggi e non domani.”

 

D’Amicis:

Quanto durerà la recessione in Italia? L’elevato indebitamento può rappresentare un serio problema per il nostro Paese?

 

Pompei:

“I rischi ci sono, ma ci sono anche le indiscutibili capacità di risposta del nostro Paese. Deloitte è un osservatorio privilegiato, con presenza capillare sul territorio, che può contare su un network globale presente in quasi 150 Nazioni nel mondo: siamo a disposizione dei clienti e di tutti gli attori istituzionali per far nascere idee nuove, basate su modelli di business innovativi, dal momento che il nostro network proprio sull’innovazione ha incentrato il suo piano di sviluppo”.

 

D’Amicis:

Quali settori economici daranno impulso alla ripresa economica italiana e quali resteranno indietro?

 

Pompei:

“Dalla crisi bisogna uscirne tutti assieme e con una strategia comune, per non privare il Paese di alcun settore strategico e creare disparità con i competitor stranieri. In questa fase, di lenta ripartenza, bisogna assicurare la continuità del business, intervenire sulla supply chain per l’impiego temporaneo di fonti di approvvigionamento alternative, accelerare il processo di digitalizzazione dei processi e pensare a nuovi ecosistemi innovativi”.

 

D’Amicis:

Questa potrebbe essere l’occasione giusta per ridisegnare il Paese Italia. Il Patto per la Rinascita annunciato dal premier Giuseppe Conte è fattibile? Quanto tempo ci vorrà? Il Mezzogiorno riuscirà a colmare il gap con il Nord Italia?

 

Pompei:

Serve un piano mirato e una programmazione nel lungo periodo. In questo senso Deloitte nel gennaio scorso ha lanciato Impact for Italy, il progetto con cui si pone l’obiettivo di contribuire a rendere più competitivo il Paese, aiutando l’Italia a esprimere tutto il suo potenziale di crescita. Questa rimane la nostra sfida, siamo pronti a offrire il nostro contributo grazie anche a un’approfondita serie di studi e ricerche condotta in modo costante sui rispettivi ambiti di competenza, che ci garantisce una visione chiara su tutto il percorso di uscita dalla crisi. Mettiamo sul tavolo strumenti adeguati e suggerimenti pratici, grazie anche all’esperienza e alle best practice che le difficoltà superate in passato ci hanno già insegnato”.

 

D’Amicis:

Quale ruolo avrà la sostenibilità nella Ricostruzione?

 

Pompei:

“Va riportata al centro del dibattito sulla ripartenza. Nonostante la crisi, è in corso un mutamento di prospettiva, tematiche di sostenibilità e responsabilità d’impresa sono divenute imprescindibili per realtà aziendali moderne e all’avanguardia. Chiunque occupi una posizione di leadership dovrà tenere conto delle ricadute del global warming sul proprio business e sull’ecosistema di riferimento”.

 

D’Amicis:

Il mercato del lavoro ha mostrato dati disastrosi. Come rimediare? Lo smart working è un modello applicabile all’Italia?

 

Pompei:

“Il dilagare della pandemia ha reso lo smart working quotidianità per milioni di lavoratori italiani. Ma questa modalità implica di poter avere gli strumenti idonei per metterla in pratica, adeguate infrastrutture tecnologiche e la possibilità di operare in massima sicurezza, contro i furti d’informazioni sensibili e a difesa dei diritti di proprietà intellettuale. Il successo della Digital Transformation in Italia non riguarda solo il lavoro agile, ma tutte quelle nuove esigenze dei mercati per colmare il gap tra le nuove frontiere aziendali in rapida evoluzione e le potenzialità tecnologiche del futuro”.

 

D’Amicis:

Anche questa occasione ha dimostrato quanto sia di ostacolo la burocrazia alla crescita del nostro Paese. Riusciremo a liberarcene?

 

Pompei:

“Bisogna fare di più. In questa fase è indispensabile ridurre al minimo i passaggi burocratici perché ci aspetta un lungo periodo di operazioni straordinarie e le nostre imprese non devono essere penalizzate. Rapidità e risposte efficaci restano le armi migliori”.

 

D’Amicis:

L’Italia è stata in Europa la nazione più colpita dalla pandemia. Riuscirà a superare la crisi finanziaria e a rimettersi al pari delle altre nazioni europee?

 

Pompei:

“È fondamentale che in questa fase l’Europa resti unita, non possiamo permetterci disparità tra chi sarà capace di ripartire e chi lo farà solo a metà. Il sistema potrebbe risentire fortemente di una disomogeneità tra recessione e ripresa, allargando la forbice tra chi riesce a recuperare in fretta e chi resta indietro, isolato, costretto alla chiusura o a ridimensionarsi in maniera vistosa. Così come nessuno andava lasciato indietro nella lotta al virus, nessuno dovrà essere trascurato anche del punto di vista economico”.

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