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Per la parità di genere

Bonetti: Family Act e Next Generation Eu per cambiare passo

La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, illustra le misure che il governo ha messo e vuole mettere in campo per ridurre gender gap

Bonetti: Family Act e Next Generation Eu per cambiare passo

Mentre in America è stata eletta una nuova vicepresidente donna, Kamala Harris, l’Italia resta indietro sul fronte dell’occupazione femminile. Quali sono le strategie del governo per incentivare la parità di genere nel mondo del lavoro?

 

Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità ha risposto a questa domanda parlando di Family Act, assegno universale, decontribuzione, congedo di paternità, incentivi per l’imprenditoria femminile ma anche di risorse del Next Generation Ue da utilizzare per cambiare finalmente passo.

 

Elena Bonetti, 46 anni, sposata con Davide, mamma di Tommaso e Chiara, vive a Mantova, da sempre impegnata nello scoutismo. Dopo la Laurea in Matematica all’Università di Pavia, nel 2002 ha conseguito il PhD all'Università degli Studi di Milano. È professore Associato di Analisi matematica all’Università degli Studi di Milano e, dal settembre 2019, è Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia.

 

Molti governi hanno più volte affrontato il tema dell’occupazione femminile, ma in realtà si è trattato solo di una strada lastricata di buone intenzioni che di fatto non ha portato a nulla. Cosa c’è di diverso oggi?


Elena Bonetti: "Una crisi epocale, che ha sconvolto assetti e paradigmi sociali e ci consegna adesso la responsabilità grande di cambiare finalmente passo. In uno scenario del tutto inedito bisogna accettare di fare una strada del tutto nuova. L'abbiamo tracciata con il Family Act, che ha nell'incentivo al lavoro femminile uno dei suoi cinque pilastri. Le misure sul punto in Legge di bilancio e nel piano Next Generation Eu ne sono già l'anticipazione".

 

Al di là dei bonus e degli incentivi a tempo, serve un piano strategico di crescita di lungo periodo per il rilancio dell’occupazione femminile. Cosa ha in progetto l’Esecutivo?  


Elena Bonetti: "È l'idea di Italia Viva che è alla base del Family Act: le misure spot non funzionano e non attivano un cambiamento. Per imporre un'accelerazione sul lavoro delle donne serve un investimento di sistema e politiche di attivazione. Prima tra tutte la decontribuzione, e poi misure specifiche per chi rientra al lavoro dopo la maternità, formazione, incentivi all’imprenditoria femminile e premialità fiscali per le aziende che mettono in campo politiche per la parità di genere. Deve diventare vantaggioso avere le donne nel mondo del lavoro, questa è la strada".

 

La cura dei figli, di genitori anziani e disabili resta prerogativa della donna. Con quali mezzi si tenterà di sollevare le donne dagli obblighi culturali e morali di cura che la società impone? 


Elena Bonetti: "Serve riequilibrare i carichi di cura e una organizzazione del lavoro che favorisca le donne e incentivi gli uomini, è un cambio di paradigma ormai non più rinviabile. Il lavoro a casa di questi mesi non è stato smartworking semplicemente perché non ha avuto nulla di smart. È stato un trasferimento del lavoro d'ufficio a casa, gravato, nel caso delle donne, di tutte le altre occupazioni familiari. Nel Family Act c'è una prima direzione fondamentale nel segno del riequilibrio dei carichi familiari ed è la riforma dei congedi parentali. È un altro dei 5 pilastri insieme all'assegno unico e universale, il sostegno alle spese educative, quello al protagonismo dei giovani e delle giovani coppie e l'incentivo al lavoro femminile. Sono direzioni che si sostengono a vicenda nell’ottica di una nuova organizzazione dell’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro".  

 

Non dobbiamo guardare solo da un unico punto di vista: per ridurre le differenze uomo-donna sul mercato del lavoro è necessario supportare anche quelli che sono i diritti-doveri degli uomini verso la famiglia, spesso ignorati. Oltre al congedo parentale anche per i padri cosa si sta facendo? 


Elena Bonetti: "I congedi per i padri vanno intanto portati ad una quota europea che il nostro Paese ancora non ha raggiunto, ci stiamo arrivando gradualmente. E poi va incentivata anche economicamente la corresponsabilità dei padri in famiglia, a vantaggio dei papà e delle aziende. La leva è la decontribuzione di cui le ho parlato. Ma il tema non è ridurre le differenze: è ottenere parità valorizzandole. Dobbiamo dire chiaramente che il mondo del lavoro non è compiuto se è solo espressione maschile. Pensi a cosa sarà l'intelligenza artificiale se a programmarla saranno solo gli uomini. Allo stesso modo, una donna che rientra al lavoro dalla maternità porta con sé una ricchezza di esperienza che va riconosciuta, come abbiamo fatto in Legge di bilancio".

 

Quando si parla di donne si parla spesso di effetto moltiplicatore sull’economia. Ci può spiegare in cosa consiste? 


Elena Bonetti: "Quella femminile è una forza lavoro ancora inespressa e mal retribuita. Una maggiore presenza delle donne nel mondo del lavoro genererà una ricchezza finora mai messa in campo e farà crescere il Pil. Per questo le misure per il lavoro delle donne non sono solo "per le donne": sono per il Paese, e andranno a beneficio delle donne e degli uomini insieme". 

 

Il Coronavirus ci sta dando la rara opportunità di ricostruire il futuro del Paese grazie anche ai soldi del Recovery Fund. Quanto andrà alle politiche a sostegno dell’occupazione femminile? Su quali settori puntare?


Elena Bonetti: "Il Next Generation UE è un piano che ci farà investire in green, innovazione e inclusione. Molti dei progetti che ho presentato e che formano il cluster empowerment sono quelli pubblicati in estate nel documento della Task Force delle donne, dall'occupazione al digitale alle stem. Alla sua domanda su quanto investiamo è già una risposta il progetto di valutazione trasversale dell'impatto di genere in tutte le politiche. In Europa lo chiamiamo gender mainstreaming. Significa che tutte le politiche su green, innovazione e inclusione che porremo in essere dovranno essere valutate sul piano della parità di genere. Non si tratta di recuperare una fetta di risorse per le donne. Il tema è, invece, portare la parità di genere, il 50%, trasversalmente a tutte le politiche del Piano. È qui che la storia può cambiare".

 

Kamala Harris sarà la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti d’America. Quanto tempo impiegherà l’Italia per colmare il gap con gli USA considerando che abbiamo una sola donna Presidente di Regione e che solo il 14% dei sindaci italiani è donna? 


Elena Bonetti: "Ha ragione, quello nelle istituzioni è un gap tutto da colmare. Recentemente ho espresso in Parlamento l'auspicio che si possa arrivare entro il prossimo anno a una legge che garantisca la parità di rappresentanza femminile in tutte le sedi istituzionali. È un traguardo da raggiungere anche pensando alle madri Costituenti".

 

La situazione non è migliore nelle aziende private. Quali effetti hanno avuto le quote rose nei vertici delle società? Bisogna fare di più? Come si può ridurre il salary gender gap?


Elena Bonetti: "La legge Golfo Mosca è stata determinante nell'imporre un'accelerazione, lo scorso anno questo governo l’ha prorogata e potenziata, ma bisogna continuare a fare la strada, perché sono ancora troppo poche le donne che nel nostro Paese accedono ad incarichi e posizioni di vertice".

 

Il Parlamento italiano si appresta a varare la prossima legge di Bilancio. Quali misure conterrà la Manovra per sostenere l’occupazione femminile in questo critico scenario economico caratterizzato dal Covid-19, dove la donna è tra le categorie più penalizzate?


Elena Bonetti: "In manovra ho portato le proposte di Italia Viva per le donne: decontribuzione del lavoro femminile, un esonero contributivo del 100% per le assunzioni di lavoratrici, e il Fondo Impresa femminile, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro l'anno per rafforzare l’attività e gli investimenti delle imprese femminili. Con Teresa Bellanova abbiamo anche inserito il rifinanziamento di "Donne in campo", un incremento di 15 milioni di euro del fondo rotativo del MIPAAF per la concessione di mutui a tasso zero in favore dello sviluppo e coordinamento di aziende agricole guidate da imprenditrici".

 

Lei è stata la prima sostenitrice dell’Assegno unico. Quali bonus cancellerà e quando partirà, ma soprattutto sarà vantaggioso per le famiglie italiane?


Elena Bonetti: "L'assegno è il primo pezzo del Family Act, partirà dal 1° luglio e sarà un assegno universale, cioè per tutti i figli, che arriverà a ciascun figlio ogni mese, dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni. Sarà maggiorato dal terzo figlio, senza limiti d'età per i figli con disabilità. Oggi non tutte le categorie di lavoratori ricevono un sostegno per i figli, penso ai lavoratori autonomi e agli incapienti. È una discriminazione incomprensibile. Con l'assegno unico e universale abbiamo ribaltato la prospettiva: l'assegno è per i bambini, tutti. L'impegno chiaro, assunto con tutte le famiglie del nostro Paese, è che tutti riceveranno l'assegno e nessuno prenderà meno rispetto ad oggi. Per la prima volta le politiche per la famiglia diventano un investimento sui giovani e nella genitorialità".

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