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L'accordo sul bilancio Ue

Stato di diritto, Ahtela: «È chiave per stabilità, economia e ripresa»

Rispetto del #RuleofLaw: chiave per ripresa ed economia competitiva. Il punto di vista di Jukka Ahtela, relatore del parere del CESE sullo Stato di diritto.

Stato di diritto, Ahtela: «È chiave per stabilità, economia e ripresa»

Non ci sarà accordo sul Bilancio senza tutela dello Stato di diritto” – ha affermato Ursula Von der Leyen nel suo recente discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato al Parlamento europeo, a un anno dell’inizio del suo mandato di Presidente dell’Esecutivo Ue.

Nelle ultime settimane, si è intensificato il dibattito, a livello nazionale ed europeo, sul rispetto dello Stato di diritto tra i Paesi che ne rifiutano interferenze o condizionalità e quelli che lo difendono come elemento sine qua non per accedere ai fondi. Un confronto che sta diventando una vera e propria ‘spina nel fianco’ in vista del prossimo Consiglio europeo straordinario, in agenda per l’1 e 2 ottobre.

 

A Bruxelles, è emerso che il percorso di definizione di un meccanismo per vincolare l'erogazione dei fondi Ue (nell’ambito del Bilancio comunitario 2021-2027) al rispetto dello Stato di diritto sia ancora in salita. Si è visto come le diverse posizioni tra i leader ai tavoli dei negoziati rendano – di fatto - estremamente complessi i tentavi di risolvere la questione. Stando a quanto dichiarato da Enzo Amendola nei colloqui con la stampa nazionale, il NextGenerationEU (maxi-fondo per la ripresa o Recovery Fund) sarebbe “a rischio per i veti incrociati tra gli Stati” e, in particolare, dai “frugali” e i Paesi di Visegrad. Ragion per cui esorta la Germania a trovare un compromesso tra le istanze divergenti. Quelle rappresentate, ad esempio, da Ungheria e Polonia, contrarie al legame tra gli aiuti e il rispetto dello Stato di diritto.

 

 

Il Vertice straordinario dei Capi di Stato e di Governo dell’Ue si troverà ad affrontare la minaccia di ritardi o “blocco” al piano di ripresa, se non si giungerà a un accordo in grado di contenere le tensioni crescenti sullo Stato di diritto.

Anche Michael Clauss, Ambasciatore tedesco presso l'Unione europea, ha espresso simili preoccupazioni nel suo intervento durante le trattative tra il Consiglio e il Parlamento Ue sul Bilancio e il Recovery Fund. La leadership esercitata dal Semestre di Presidenza tedesca alla Ue, che seguirà da vicino la decisione del Consiglio europeo dello scorso luglio, punta a presentare una proposta sul meccanismo per lo Stato di diritto in tempi brevi. L’obiettivo di fondo è proteggere il Bilancio dell'Ue e, per la prima volta nella storia dell’Unione, sanzionare le violazioni dello Stato di diritto nell’uso dei fondi di Bilancio. 

 

Il giurista finlandese Jukka Ahtela, Vice-presidente della Sezione per l’Occupazione, gli Affari sociali e la Cittadinanza del Comitato economico e sociale europeo (CESE) a Bruxelles e relatore del parere sullo Stato di diritto, ha spiegato a The Italian Times come il rispetto dello Stato di diritto possa essere interpretato come chiave verso un’economia competitiva e sostenibile. “Economy is too important to leave it to just the economists, #ruleoflaw is too important to leave it to the jurists”, ha osservato Ahtela, mettendo in luce quanto le delicate dinamiche tra economia e Stato di diritto siano strettamente correlate e si influenzino a vicenda.

Abbiamo anche approfondito l’aspetto trasversale dello Stato di diritto nella stabilità sociale e politica dei Governi, dando uno sguardo alle stime dei costi annuali per i procedimenti giudiziari sostenute da una serie di Paesi, non solo europei.

 

 

Dottor Ahtela, perché il Comitato sta fornendo un parere consultivo sullo Stato di diritto proprio adesso?

 

Dott. J. Ahtela: “Il Comitato è attivo sul dossier dal 2016, anno in cui ha adottato il suo primo parere sullo Stato di diritto. All'epoca, le contestazioni sullo Stato di diritto all'interno dell’Unione europea avevano raggiunto il livello in cui la Commissione aveva avviato la sua prima procedura ai sensi dell'articolo 7 del Trattato dell’Unione europea (TUE).

Da allora, il passo indietro sullo Stato di diritto è continuato, rafforzando la volontà di agire del Comitato, in quanto voce della società civile europea. Dal 2016, ha intensificato le proprie attività per portare l'attenzione sui problemi e ritiene che sia diventata necessaria e prioritaria la promozione di una migliore conoscenza e cultura dello Stato di diritto tra i cittadini dell'Unione.

La pandemia covid-19 e la recessione economica che ne è derivata rendono questo argomento ancora più urgente. In tempi di crisi, i Governi e i cittadini saranno facilmente tentati di sacrificare valori essenziali in cambio di promesse di ricchezza o sicurezza. Come ha affermato in precedenza il CESE, sebbene la risposta all’attuale crisi debba essere rapida con misure eccezionali limitate nel tempo, queste non possono essere contrarie allo Stato di diritto e non devono mettere in pericolo la democrazia, la separazione dei poteri e i diritti fondamentali dei cittadini europei.”

 

Come considera la situazione attuale a livello europeo?


Dott. J. Ahtela: “Trovo preoccupante che le tendenze negative continuino. Negli ultimi anni, abbiamo osservato crescenti attacchi all'indipendenza della magistratura in alcuni Stati membri dell’Ue. Al punto che ora è in gioco l’unità stessa dell'ordinamento giuridico europeo. In concreto, ci troviamo già in una situazione in cui i mandati d'arresto dell’Ue non vengono eseguiti a causa delle preoccupazioni che gli imputati non riceveranno un processo equo a causa delle preoccupazioni relative allo Stato di diritto. Questo scenario influisce sulla fiducia reciproca, che è al centro del progetto dell’Ue e che garantisce il mercato unico tanto quanto i diritti dei cittadini.

 

Sono tuttavia ottimista sul fatto che ora vi sia una maggiore volontà di affrontare questo problema nelle istituzioni di Bruxelles. Considero un grande passo avanti il fatto che la Commissione europea presenterà a breve la Relazione annuale sullo Stato di diritto 2020 per illustrare la situazione in tutti gli Stati membri. Ed è importante continuare a impegnarsi per ricevere i contributi della società civile europea. Il Comitato ha chiesto che gli strumenti a disposizione siano potenziati per contrastare il regresso rispetto ai valori fondamentali dell’Ue. Non abbiamo bisogno di ricorrere a nuove soluzioni. Quello che serve è l’uso più efficace degli strumenti esistenti (come l’articolo 7 del TUE, il nuovo meccanismo per lo Stato di diritto o il Semestre europeo), ma con maggiore attenzione agli aspetti economici.”

 

Che cosa propone esattamente il Comitato economico e sociale europeo?

 

Dott. J. Ahtela: "In questo parere, il Comitato vuole porre l’accento sull’impatto economico dello Stato di diritto. Questo è un argomento su cui è possibile trovare ricerche e dati a livello globale, non solo a livello Ue. Nonostante lo Stato di diritto sia un valore in sé, dobbiamo ricordare che lo Stato di diritto è anche uno strumento per il funzionamento della società, dei diritti fondamentali, della società civile e dell’economia. Pertanto, riteniamo che si debba prestare maggiore attenzione agli aspetti economici. A tal proposito, consentitemi di citare Francis Fukuyama: “Poor countries are poor not because they lack resources, but because they lack effective political institutions” (trad.it: I Paesi poveri sono poveri non perché mancano di risorse, ma perché mancano di istituzioni politiche efficaci).

 

Non dovremmo dimenticare che siamo tutti “sulla stessa barca” e le fughe di notizie create in alcuni Stati membri rischiano di affondarci tutti.

Il mercato unico non può prosperare senza il rispetto dello Stato di diritto e di tribunali indipendenti in tutti gli Stati membri, poiché è una condizione preliminare per la fiducia reciproca essenziale per il buon funzionamento del mercato interno. Lo Stato di diritto è una componente fondamentale del contesto imprenditoriale. Gli investimenti dipendono in modo cruciale dall’avere regole comuni stabili, applicate in modo affidabile e imparziale. Rafforzare lo Stato di diritto promuovendo riforme in settori quali sistemi giudiziari efficaci e lotta alla corruzione rafforzerebbe anche la competitività e la sostenibilità dell'economia.

Questo è il motivo per cui diciamo che lo Stato di diritto deve anche essere un elemento più prevalente nel Semestre europeo, che, all’origine, è uno strumento di governance macro-economica, ma include sempre più elementi sociali e di sostenibilità.”

 

Qual è, secondo Lei, il valore aggiunto che può offrire il CESE?

 

Dott. J. Ahtela: "Il Comitato è un rappresentante della società civile in Europa e la società civile è una delle prime vittime del declino dello Stato di diritto e dei diritti fondamentali. Pertanto, siamo in una buona posizione per convogliare le preoccupazioni, ma anche per contribuire a porre rimedio alla situazione e promuovere una cultura dello Stato di diritto in tutta Europa. Possiamo “edificare” ponti tra i diversi soggetti interessati nella società civile, in modo che lo Stato di diritto non sia percepito solo come una preoccupazione delle organizzazioni per i diritti umani. Concentrandosi sugli aspetti socio-economici, le parti sociali - imprese e lavoratori - diventano alleati naturali negli sforzi per promuovere lo Stato di diritto e ampliare la coalizione per rafforzare questo valore fondamentale in tutta Europa.”

 

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