La situazione ambientale in Italia. I dati del report ISPRA

L'Annuario dei dati ambientali 2019 Ispra mostra il quadro della situazione ambientale in Italia: temperature più elevate che altrove ma meno gas serra

La situazione ambientale in Italia. I dati del report ISPRA

Flora e fauna minacciate da inquinamento e specie aliene. Temperatura in crescita più che in altre aree del mondo, ma in diminuiscono i gas serra. L’Annuario dei dati ambientali 2019, presentato dall’Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale) mostrano il quadro aggiornato sullo stato di salute del nostro paese.

 

Un report presentato mentre il mondo intero è impegnato nella lotta al Covid-19: è proprio dallo stop forzato alle attività economiche che è stato raggiunto un miglioramento delle condizioni ambientali, ma con un costo sociale molto alto.

 

La sfida oggi, sottolineano all’Ispra, è fare in modo che queste condizioni non siano transitorie, ma socialmente sostenibili.

 

La “ripartenza” trova un forte impulso dalla Commissione europea grazie anche allo European Green Deal.

Tra gli obiettivi prioritari da raggiungere entro il 2020, indicati dall’UE nel Settimo programma di azione per l’ambiente, ci sono: proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione europea; trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio, efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva; proteggere i cittadini da pressioni legate all’ambiente e da rischi per la salute e il benessere.


Il report mostra come l’Italia sta rispondendo a queste grandi sfide.

 

 

Annuario dati ambientali 2019 Italia: la biodiversità

L’Italia è uno dei paesi europei più ricchi da un punto di vista di biodiversità: accoglie infatti 60 mila specie animali e 12 mila vegetali.

 

Ha anche livelli molto alti di endemismo, ossia di specie esclusive del nostro territorio.

 

Un patrimonio che però risulta fortemente minacciato a causa dell’inquinamento, dell’introduzione di specie esotiche (oltre 3300 nell’ultimo secolo), del degrado e dalla frammentazione del territorio.


Risultano lontani dagli obiettivi stabiliti dall’Europa anche la salute di laghi e fiumi: solo il 43% dei 7.493 corsi d’acqua presenti raggiunge uno “stato ecologico buono o elevato”.

 

Risulta ancora più compromessa la situazione dei laghi (solo il 20%). Lo stato chimico è invece buono per il 75% dei fiumi (anche se il 18% non è ancora classificato) e per il 48% dei laghi.


Per quanto riguarda il consumo del suolo, è uno dei fattori che grava sulla perdita di biodiversità: è avanzato al ritmo di quasi 2 metri quadri al secondo fra il 2017 e il 2018, cementificando o asfaltando 23.000 km2.

 

Nel 2018 è stato inoltre sottratto anche il 2% delle aree protette. Senza dimenticare che il territorio italiano è soggetto al dissesto idrogeologico, con una popolazione a rischio frane di oltre un milione di abitanti.

 

 

Annuario dati ambientali 2019 Italia: le emissioni di gas serra

Secondo i dati del report Ispra, è possibile subito notare una buona notizia: infatti sono diminuiti del 17,2% le emissioni di gas serra in Italia nel medio periodo (1990-2018).


Nei primi tre mesi di quest’anno si stima riduzione, a causa del lockdown, dei gas serra del 5,5% a fronte di una variazione congiunturale del PIL pari a -4,7 %.

 

Nel 2018 la diminuzione era stata dello 0,9%, rispetto all’anno precedente; per il 2019 la tendenza è di una riduzione del 2,0% rispetto al 2018.


Un altro dato incoraggiante riguarda la quota di energia da fonti rinnovabili: nel nostro paese è pari al 18,3% rispetto al consumo finale lordo.

 

Un valore superiore all’obiettivo del 17% da raggiungere entro il 2020. Il prossimo step è arrivare al 32% entro il 2030.

 

L’Italia spicca inoltre per la crescita nell’uso circolare del materiale rispetto all’Europa.

 

Annuario dati ambientali 2019 Italia: temperature e inquinamento

ll bilancio generale UE su inquinamento, salute e benessere dei cittadini è negativo per il 2020. E non va meglio per l’Italia.

 

Secondo il report stilato dall’Ispra, nel nostro paese la temperatura cresce più che in altre parti del mondo.

 

Nel 2018 è stata registrata un’anomalia media di +1,71°C rispetto alla media climatologica 1961-1990, maggiore rispetto a quella globale sulla terraferma (+0,98 °C).

 

È stato calcolato un aumento della temperatura media pari a circa 0,38 °C ogni dieci anni tra il 1981 e il 2018. Elemento che allontana l’Italia dagli obiettivi di contrasto dei cambiamenti climatici.


Registrato inoltre un nuovo picco per la temperatura dei mari nel 2018 (+1,08°C), il secondo dopo il 2015, rispetto al periodo 1961-1990.
La situazione si conferma preoccupante anche per gli inquinanti atmosferici, soprattutto nel bacino padano.


Confrontando i dati del 2019, il valore del limite giornaliero del PM10 (particolato) è stato superato nel 21% delle stazioni di monitoraggio. Rispettati invece i limiti per il PM2,5 (polveri sottili) nella maggior parte delle stazioni di rilevamento.


Un altro effetto del lockdown è stato la riduzione del biossido di azoto tra il 40 e 50% nelle regioni del Nord e nella Pianura padana.


Per ciò che riguarda l’inquinamento elettromagnetico- argomento di discussione negli ultimi tempi in merito al 5G- tra luglio 2018 e settembre 2019 i casi di superamento dei limiti di legge sono aumentati del 6% per gli impianti radiotelevisivi e del 4% per le Stazioni Radio Base della telefonia mobile.

 

I dati sulle sorgenti ELF, cioè a bassa frequenza, risultano pressoché invariati.


Altro tasto dolente sono le sostanze chimiche: preoccupano soprattutto i pesticidi.

 

Nelle acque superficiali il 24,4% dei punti monitorati mostra concentrazioni maggiori rispetto ai limiti di qualità ambientale; sono il 6% nelle acque sotterranee.

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