Le regole anti-covid per la scuola

Covid-19, il decalogo per andare a scuola in tutta sicurezza

Regole e consigli per ridurre il rischio di contagi nelle scuole, mentre le Regioni chiedono di tornare alla didattica a distanza e le famiglie dicono «no».

Covid-19, il decalogo per andare a scuola in tutta sicurezza

Gli epidemiologi dell’Istituto Superiore di Sanità l'avevano preannunciato: «Qualcosa succederà con la riapertura delle scuole.»

 

I contagi sono aumentati, anche se non necessariamente per “colpa" di alunni e studenti. Di certo le classi, insieme ai mezzi pubblici affollati, possono favorire la diffusione del virus e quindi aumentare i contagi Covid.

Quali precauzioni adottare e cosa non è ammesso fare?

 

  • 1) Mascherine, gel, distanziamento

È ormai diventato un mantra: mascherina, gel e distanziamento sono le tre regole base contro la diffusione del coronavirus e vanno seguite anche a scuola. Le mascherine sono obbligatorie anche in classe, dove non fosse possibile rispettare le distanze di sicurezza. Quindi se alunni e studenti, seduti ai banchi singoli, sono sufficientemente lontani dai compagni, possono abbassarla durante la lezione. Va invece tenuta correttamente a coprire bocca e naso se ci si alza dal banco, per esempio per andare in bagno. Nella maggior parte degli istituti l’accesso ai servizi igienici è contingentato e in numerose scuole dell’infanzia, come a Milano, vengono sanificati ogni volta che sono utilizzati.

 

  • 2) Portarsi un kit personale

La maggior parte delle scuole si è dotata di gel con cui igienizzarsi le mani all’ingresso a scuola, ma è consigliabile dotare bambini e ragazzi di una bustina personale con all’interno una mascherina di ricambio, gel disinfettante e fazzoletti. Per evitare di doversi alzare di frequente, si può utilizzare un secondo sacchetto personale per i rifiuti, come i fazzoletti usati.  

 

  • 3) Ricreazione ed educazione fisica: sì o no? 

L’educazione fisica si può fare, pur mantenendo una distanza minima di 2 metri tra un bambino e l’altro, ed evitando i giochi di squadra o contatto, ma molte scuole primarie hanno semplicemente preferito "congelare” le ore di motoria, dedicandole ad altre attività in classe. Contando sull’autonomia scolastica, i protocolli di molti istituti hanno stabilito che la ricreazione avvenga al banco, consumando la propria merenda da seduti, visto che per mangiare è necessario abbassare la mascherina. Naturalmente è consigliabile (laddove non sia stato espressamente vietato) lo scambio di cibo tra bambini.

 

  • 4) Ricambio dell’aria

Per garantire un sufficiente ricambio d’aria, diversi dirigenti hanno previsto almeno 5 minuti di intervallo tra una lezione e l’altra, da dedicare all’apertura delle finestre, in alcuni casi chiamandola "paura relax".

 

  • 5) Mensa, sanificazione e pasto al banco

Per garantire il distanziamento, la maggior parte delle scuole ha istituito più turni di mensa, con sanificazione dei locali tra uno e l’altro. In alternativa si è scelto il lunch box, il pasto in vassoio sigillato e monoporzione, da consumarsi al banco. In questo caso è consigliabile ricordare ai figli di usare il proprio gel disinfettante personale per le mani prima di mangiare, dal momento che l’accesso ai bagni è spesso contingentato.

 

  • 6) Prestare i pastelli? Per la Azzolina si può 

Le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico proibiscono lo scambio di materiale scolastico (pennarelli, matite, quaderni, ecc.) e così un bambino di Sassari si era ritrovato per cinque ore fermo sul banco senza poter scrivere, perché si era dimenticato l’astuccio a casa e gli insegnanti, rispettando le normative, non gli avevano prestato nulla. Il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in un post su Facebook ha invece esortato a usare il buon senso «a scuola come ovunque. In classe si possono tranquillamente prestare astucci, pennarelli, matite, quaderni, libri, fogli. Basta igienizzarsi le mani. Come ha ricordato il CTS, non serve alcun prodotto specifico nella gestione del materiale scolastico. È sufficiente rispettare le regole sanitarie. Lo abbiamo già ribadito e lo faremo ancora». 

 

  • 7) Uso del cellulare

Il monito vale ancora di più per i più grandi, come gli studenti di medie e superiori nell’uso del cellulare. Premesso che in molte scuole è vietato, l’invito è a non scambiarsi oggetti personali come lo smartphone, che rappresenta un possibile veicolo di trasmissione del virus, data la sua capacità di sopravvivenza sul tipo di superficie del device stesso. Se si mostra il cellulare agli amici o ce lo si passa di mano, è bene sempre igienizzarlo con un prodotto a base alcolica, come le normali soluzioni usate anche per le mani.  

 

  • 8) Protocolli per sospetti contagi

I genitori sono tenuti a misurare la febbre all’uscita da casa, ma se un bambino o un ragazzo manifesta sintomi sospetti una volta in classe (temperatura superiore a 37,5°C, tosse, mal di gola, mal di testa o di pancia, vomito, diarrea) scatta l’allontanamento: viene portato dal personale scolastico in un locale Covid, con indosso la mascherina, in attesa che il genitore – subito allertato – venga a prenderlo. A quel punto parte anche la segnalazione al Dipartimento di Prevenzione territoriale (DPT) e la madre o il padre devono chiamare a loro volta il pediatra che, se lo riterrà opportuno, chiederà il tampone. Fino all’esito il bambino dovrà restare in isolamento fiduciario. Solo se risulterà positivo, scatterà la quarantena per tutti i soggetti che avranno avuto contatti stretti con il soggetto, compresi i compagni di classe e i familiari. 

 

  • 9) Certificato medico o attestazione?

In caso di Covid lo studente può tornare a scuola una volta guarito portando l’attestazione di negatività del tampone eseguito presso il DPT. Se non si è trattato di contagio da coronavirus, sarà sufficiente un certificato o autocertificazione, a seconda di quanto previsto dalle singole Regioni. Se invece si assenta preventivamente per sintomi sospetti (ad esempio, il genitore decide di non portarlo a scuola perché ha tosse o mal di gola), va comunque avvertita la scuola e si procede con una giustificazione "motivi di salute".

 

  • 10) Cosa possono fare i genitori con i figli in quarantena

Se un figlio è in quarantena o isolamento fiduciario in attesa di tampone per sospetta positività, il genitore può chiedere il congedo Covid, retribuito al 50%, per tutto il periodo di guarigione o per i giorni che passano dalla richiesta di tampone fino al suo esito. Se invece si ammala a sua volta, dopo aver contattato il proprio medico che provvede alla richiesta di test molecolare, scatta la malattia, a carico dell’Inps e con retribuzione al 100% e contribuzione figurativa. Perché ciò avvenga, però, è necessario che ci sia una disposizione dell’autorità sanitaria competente (medico di famiglia che chiede il tampone o Dipartimento di Prevenzione che procede all’esame) che impone la quarantena o la quarantena preventiva. 

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