Le regole per le mascherine

Covid, mascherine obbligatorie all’aperto: perché e dove in Italia

Dopo la Francia anche l’Italia torna a imporre l’uso delle mascherine obbligatorie, almeno in alcuni comuni, per contenere nuovi focolai. Ecco perché

Covid, mascherine obbligatorie all’aperto: perché e dove in Italia

I primi cartelli erano comparsi qualche settimana fa a Parigi, dopo che un’ordinanza ha imposto, a partire dal 10 agosto, l’uso obbligatorio delle mascherine anche all’aperto.

 

Una misura che era piaciuta poco sia ai parigini sia agli abitanti degli altri Comuni interessati, circa 1.400 in tutto il Paese. Ma anche in Italia tornano le prime restrizioni, soprattutto in centri nei quali si sta assistendo a un’impennata nel numero di contagi, come La Spezia, in Liguria, dove la Regione ha deciso per l’obbligo, durante le 24 ore e fino al 13 settembre, nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, compresi i campi sportivi.

 

Mascherina obbligatoria contro i nuovi cluster

Il primario del reparto Malattie Infettive dell’Asl 5 a La Spezia, Stefania Artioli, non se lo riesce a spiegare: «Per ora non ancora darmi una spiegazione al fatto che i contagi siano aumentati in questo modo nella nostra zona – ha detto al Secolo XIX - Ci sono diverse etnie coinvolte, anche italiani. Questo fa propendere per dinamiche di contagio differenti tra loro».

 

A pesare, forse, i festeggiamenti dello Spezia Calcio in Serie A, a fine agosto, ma non solo. Sta di fatto che la Regione ha deciso per la misura straordinaria: obbligo di mascherina, sempre e in tutti i luoghi aperti al pubblico, compresi quelli all’aperto. Il provvedimento è un’estensione di quanto emanato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo l’aumento di casi di positività legati alla movida. In questo caso, l’orario non è limitato (dalle 18 alle 6 del mattino), ma riguarda tutte le 24 ore e prescinde dalla possibilità o meno di mantenere le distanze di sicurezza.


Non c’è alcun riferimento alle distanze, invece, in Francia, dove un’ordinanza analoga ha imposto di indossare le mascherine a Parigi (ma solo in alcuni quartieri particolarmente affollati). Ma servono davvero a contenere i focolai?

 

Come le mascherine proteggono dal virus

«Le mascherine servono sempre come barriera perché riducono la circolazione delle goccioline emesse con la respirazione. Purtroppo non ci sono studi scientifici che quantizzano l’effetto delle mascherine sul droplet (cioè proprio l’emissione delle minuscole particelle di saliva durante il respiro, NdR) perché si tratta di analisi molto complesse nelle quali entrano in gioco diversi fattori.

 

Anche l’OMS, però, ha dovuto ammettere che l’uso delle mascherine è una misura di prevenzione importante ai fini del contenimento, laddove ci sia la circolazione del virus. Una conclusione alla quale noi in Italia eravamo giunti anche prima» spiega a The Italian Times Paolo D’Ancona, epidemiologo e ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità.

 

Le reticenze e i ricorsi

Secondo un sondaggio, pubblicato sul Journal du Dimanche e condotto tra il 5 e il 7 agosto (alla vigilia dell’introduzione dell’obbligo), il 64% dei francesi si diceva favorevole alle mascherine anche all’aperto, mentre solo il 36% era contrario. Con la firma dell’ordinanza, però, sono fioccati i ricorsi contro il divieto di circolazione a viso scoperto, non solo a Parigi, ma anche a Nizza, Lione e Strasburgo.

 

Qui il Tar si è pronunciato bocciando l’ordinanza del prefetto e ordinando che sia riscritta, prevedendo fasce orarie e limitazioni solo in determinate zone o comuni. Un obbligo indistinto, infatti, è stato ritenuto “una grave violazione della libertà personale e di circolazione”.
Contro l’uso “indiscriminato” della mascherina si erano schierati anche i medici francesi secondo i quali, ad esempio, vanno previste esenzioni in particolari occasioni come l’attività sportiva e fisica in generale.

 

Che fare quando si fa sport?

In molte località, anche durante la pandemia, era stata prevista una deroga all’obbligo di mascherina, proprio per ragioni di salute. Se è vero che trattiene le goccioline in uscita, è infatti altrettanto vero che limita l’ossigenazione, causando potenzialmente effetti collaterali negativi per gli sportivi in allenamento. Nei centri nei quali è prevista nuovamente, come a La Spezia, sono dunque ammesse alcune eccezioni.

 

Bambini e ragazzi impegnati in allenamenti all’aperto, per esempio, sono tenuti a indossarla ma portandola abbassata durante la corsa e ricoprendo bocca e naso una volta terminata la sessione: «Anche in ambito scolastico, la mascherina non è obbligatoria durante l’ora di motoria, ma occorre mantenere una distanza minima di due metri tra uno studente e l’altro, ed evitare i giochi di gruppo. E’ evidente che gli sport di squadra sono più complicati da gestire» spiega ancora l’epidemiologo. «D’altro canto il distanziamento, insieme alla mascherina e al lavaggio delle mani, rimangono le tre regole principali da seguire per evitare la diffusione del virus» conclude l’esperto. 

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