Priorità alla scuola

Il mondo della scuola scende in piazza per due giorni di mobilitazione

Proteste previste in tutta Italia. Domani a Roma la manifestazione nazionale di “Priorità alla Scuola”. Aderiscono Cobas, Cgil, Cisl, Gilda, Snals e Uil

Il mondo della scuola scende in piazza per due giorni di mobilitazione

Milano, Roma, Genova, Perugia, l'Aquila, Siracusa. Il mondo della scuola si mobilita e dopo la protesta di ieri degli insegnanti davanti a Montecitorio oggi scende in piazza nelle principali città italiane per far sentire la sua voce. Migliaia di studenti di ogni ordine e grado e giovani universitari uniti per chiedere non solo un cambio di passo nella gestione della ripartenza in epoca Covid, ma anche riforme strutturali in grado di innovare il mondo dell'istruzione e di farne il baricentro per lo sviluppo futuro del Paese. Domani la mobilitazione si sposterà a piazza del Popolo a Roma per la manifestazione indetta da "Priorità alla Scuola" a cui parteciperanno docenti, personale amministrativo, tecnico e ausiliario, genitori e studenti provenienti da tutta Italia. E a cui hanno aderito Cobas, Cgil, Cisl, Gilda, Snals e Uil.

 

La denuncia

Otto milioni sono gli studenti che sono ritornati tra i banchi di scuola in questo difficilissimo avvio di anno scolastico ma le cattedre scoperte sono ancora 200.000, 20.000 gli insegnanti di sostegno che mancano all'appello. Assunzioni di nuovi docenti e le chiamate dei supplenti procedono a rilento, troppo. E le misure di sicurezza per l'emergenza sanitaria sono difficili da applicare. "La scuola è in ginocchio. La pandemia ha fatto scoppiare i problemi di anni", denuncia l'Unione degli studenti. "Questi primi giorni sono stati un banco di prova sconvolgente: trasporti insufficienti, lavori di edilizia mai partiti, organico mancante e didattica a distanza.

 

Il 13% degli studenti ha abbandonato gli studi durante il lockdown". L'Uds chiede "un piano di ripartenza in sicurezza ed in presenza dando una prospettiva chiara di innovazione radicale della scuola. Il Governo e la ministra ci ascoltino". Con gli studenti medi anche quelli degli atenei. Che con Link Coordinamento Universitario sottolinenao i problemi ancora esistenti nelle università. "Al distanziamento che riduce la partecipazione in presenza alle lezioni si aggiungono le difficoltà legate all'accessibilità". Ma oggi il nodo resta "far diventare istruzione e ricerca le vere priorità del Paese".

 

"Senza scuola non ci sono diritti"

"Priorità alla scuola" ha chiamato a raccolta insegnanti, genitori, educatori e studenti per domani pomeriggio a Roma. "La scuola è una questione aperta di tutta la società. Senza scuola non ci sono diritti", sostiene il movimento nato lo scorso aprile per creare una "rete" tra insegnanti, famiglie e studenti. E che ad agosto ha lanciato la mobilitazione nazionale per unire soggetti diversi e lavorare a una nuova idea di scuola che coinvolga l'intera società. Le adesioni non sono mancate. Anche il mondo sindacale domani sarà a Piazza del Popolo.

 

"La scuola che riapre non è il luogo migliore, più accogliente, più inclusivo e più sicuro per tutti che chiediamo dai mesi", spiegano dal movimento. "Ci mobiliamo perchè si torni a investire nella scuola pubblica, perchè venga trasformata in meglio, e per ribadire che la conoscenza è un problema di tutti coloro che vogliono costruire un futuro migliore". Sono dettagliate le richieste che vengono rivolte al Governo. "Destinare una parte cospicua dei fondi del Recovery Fund alla scuola per l'emergenza, investimenti strutturali definitivi in termini di percentuali del Pil, investimenti nell'edilizia scolastica anche per riaprire le scuole dismesse nelle periferie, riduzione drastica del precariato, attenzione al mondo dell'infanzia".

 

I sindacati

In una nota congiunta Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals fanno sapere che "questo non è il momento di ricorrere ad azioni di sciopero" ma è evidente che "mentre Governo e Parlamento si apprestano a compiere scelte importanti da cui dipendono le prospettive di rilancio e della crescita del Paese, è quanto mai urgente intervenire sui tanti nodi che attanagliano da anni la scuola italiana, resi ancor più evidenti e intricati dall’emergenza pandemica". "L'azione del Governo", denunciano, "è stata del tutto insufficiente e contrassegnata da incertezze e ritardi anche nella finalizzazione delle risorse stanziate per rafforzare le dotazioni organiche, insieme a una gestione del reclutamento segnata da limiti e contraddizioni evidenti, con grave pregiudizio della stabilità del lavoro".

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