La polemica

Sciopero pubblico impiego 9 dicembre, tante le adesioni

La protesta degli statali indetta il 9 dicembre 2020 solleva polemiche, viste le difficoltà di imprenditori e lavoratori privati per Covid e dubbi su futuro

Sciopero pubblico impiego 9 dicembre, tante le adesioni

Sindacati del pubblico impiego sul piede di guerra per il mancato accordo con il governo sul rinnovo del contratto e sul programma di assunzioni nonostante la Legge di Bilancio 2021 abbia dedicato un intero capitolo agli statali.

 

La protesta è stata indetta per tutta la giornata del 9 dicembre 2020, proprio a cavallo del ponte dell’Immacolata, circostanza che tende ad alimentare le polemiche nate attorno a questo sciopero, considerato da molti inopportuno viste le difficoltà che molte categorie di lavoratori privati stanno affrontando a causa della pandemia da Coronavirus.

 

Sindacati PA proclamano sciopero per il 9 dicembre 2020

Nei giorni scorsi c’è stato un confronto tra Governo e Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo del contratto degli statali che sembra non aver portato ad un’intesa tra le parti. Le categorie Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, infatti, hanno deciso di proclamare uno sciopero nazionale di comparto per il giorno 9 dicembre 2020 per l’intera giornata o turno di lavoro, con la garanzia dei servizi minimi essenziali previsti, lamentando la mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato e per il finanziamento dei rinnovi CCNL Sanità Pubblica, Funzioni Locali e Funzioni Centrali.

 

Eppure, la Legge di Bilancio 2021 ha dedicato un intero capitolo agli statali, istituendo un Fondo da 3,63 miliardi di euro per le assunzioni nei ministeri e nella Pubblica Amministrazione in deroga alle regole generali che limitano spesa e turn over. Si parla in totale di 14 mila nuove assunzioni. Stanziati 500 milioni per l’indennità di esclusiva della dirigenza medica e 335 milioni per l’indennità agli infermieri.

 

Previsti anche 400 milioni di euro aggiuntivi in Manovra per il rinnovo del contratto 2019-2021, che porteranno a 3,8 miliardi di euro lo stanziamento complessivo per le pubbliche Amministrazioni centrali (6,7 mld considerando anche quelle territoriali). Si tratta di circa 100 euro lordi mensili di aumento l’anno che secondo i sindacati si tradurrebbero in soli 40-50 euro netti al mese.

 

Immediata la risposta della ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone alla proclamazione dello sciopero del pubblico impiego: “sanità, scuola, comuni: proviamo a difendere il Paese in questa guerra non decisa dal Governo o da chi combatte ogni giorno. Eppure, qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale. Ciascuno si assumerà le proprie responsabilità”.

 

Sciopero statali crea polemiche e tensioni sociali

In queste poche righe la ministra Dadone ha voluto riassumere le forti tensioni sociali che si stanno creando in questo scenario Covid, lasciando intendere che si tratta di una protesta fuori luogo che non guarda alla situazione in cui versa il Paese ma solo al proprio tornaconto. Ci siamo già dimenticati gli scontri di piazza scaturiti dalle prime misure restrittive varate dal Governo per arginare la seconda ondata di contagi poi sfociate nel lockdown a zone?

 

C’è da considerare, infatti, che milioni di italiani sono ancora in cassa integrazione Covid e che molte imprese hanno dovuto affrontare un periodo davvero difficile che sembra non finire mai. Non ci sono più certezze lavorative per nessuno, il futuro è diventato imprevedibile per tutti, ad eccezione dei dipendenti pubblici che ignorando i meno fortunati avanzano pretese come se la pandemia non esistesse.

 

Sul tema è intervenuto anche il premier, Giuseppe Conte, dichiarando: “dobbiamo essere consapevoli che si stanno creando nuove diseguaglianze e che ci sono categorie che godono di una maggiore protezione, fasce sociali che riescono anche ad accumulare maggior risparmio rispetto al passato, pensiamo ai pubblici impiegati”, che “non devono spostarsi per andare a lavoro” e che grazie allo smart working “risparmiano soldi e tempo“.

 

Nulla da dire per i dipendenti della Pubblica Amministrazione che ogni giorno diligentemente fanno il proprio lavoro e per quelli che danno l’anima per la tenuta dell’Italia in questa difficile circostanza (un ringraziamento speciale va a medici, infermieri, poliziotti, vigili del fuoco), mentre alcune riflessioni possono essere fatte sui privilegiati dello smart working.

 

Non si è ancora capito bene quanti sono i lavoratori del pubblico impiego a beneficiare del lavoro agile e se ci sono controlli sulla loro attività da casa. Come sempre nascono dubbi in proposito che non fanno che alimentare le chiacchiere all’italiana sui dipendenti pubblici. Alcuni sostengono addirittura che questa protesta sarà un vero e proprio flop, perché non avrebbe senso aderire ad uno sciopero quando si “lavora” comodamente da casa, sarebbe come regalare 50 euro al vento, o meglio allo Stato.

 

E che dire poi della data indetta per l’agitazione: mercoledì 9 dicembre 2020. Si tratta di un vero e proprio anticipo delle festività natalizie, considerando che il 5 dicembre è sabato, il 6 è domenica, il 7 dicembre è lunedì quindi si fa ponte perchè l'8 dicembre 2020 è la festa dell’Immacolata, il 9 dicembre c'è lo sciopero.

 

Da ricordare che l’iniziativa è riservata solo ad un club esclusivo, quello degli statali, perché ai tempi del Covid avere un lavoro pubblico è un vero e proprio privilegio che permette di dormire sonni tranquilli. Le lunghe notti degli imprenditori e dei dipendenti privati, invece, continuano ad essere tormentate dagli incubi.

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