Coronavirus, Gubitosi: «Governo decida in fretta sull'utilizzo dati»

TIM AD Gubitosi, nascita e storia, privatizzazione e quotazione in Borsa, le vicende legate alla società, il brand TIM, utilizzo dati emergenza Coronavirus

Coronavirus, Gubitosi: «Governo decida in fretta sull'utilizzo dati»

Coronavirus, Gubitosi: «Governo decida in fretta sull'utilizzo dati»: Una call del Ministero della Salute e del Ministero dell’Innovazione, lanciato alcuni giorni fa, mira a  individuare esperti per soluzioni tecnologiche che possano aiutare a contenere i contagi da Coronavirus.

 

Si è parlato di un'app per tracciare i movimenti delle persone, mentre la Lombardia ha già usato i dati delle celle telefoniche per monitorare gli spostamenti. 


La ministra Paola Pisano, in un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato che l’app di tracciamento è quella che ha suscitato un clamore maggiore, ma è fondamentale innanzitutto la raccolta dei dati, anche quelli che vengono comunicati in modo volontario e anonimo.

 

Resta però la questione privacy, su cui si sta lavorando con il Garante.

 

In Corea del Sud sta spopolando un'app, chiamata Corona100m, che rende pubblici movimenti e transazioni dei cittadini affetti da Coronavirus utilizzando Gps e telecamere di sorveglianza.


Coronavirus ultime notizie, Gubitosi: TIM e utilizzo dei dati

Secondo Luigi Gubitosi, AD di Tim SpA, è il momento di collaborare per risolvere l’emergenza Coronavirus.


Intervenuto alla trasmissione Otto e Mezzo di La7, Gubitosi ha spiegato che è il Governo a dover decidere sull’utilizzo dei dati raccolti da TIM.


Sono 3 livelli di controlli o di uso di dati: i dati aggregati, che possono essere usati per capire come si muove la popolazione; ci sono poi i dati che per motivi legali vengono conservati per 6 anni, che potrebbero essere usati per rivedere i movimenti dei contagiati da Coronavirus.

 

C’è poi un terzo livello, una soluzione che Gubitosi definisce "coreana-asiatica", su cui però si scontrano il diritto alla salute e il diritto alla privacy. 

 

Qualunque cosa il governo decida, secondo Gubitosi, deve essere fatto in fretta:

Tutto quello che è tecnicamente possibile lo faremo, ma è una scelta politica.

 

Telecom Italia: nascita e storia

La Telecom SpA, dal 2016 TIM SpA, offre diversi servizi: telefonia fissa e mobile, internet e TV via cavo. Rappresenta la quinta azienda italiana per fatturato (2019).


Opera in Italia nella telefonia fissa e mobile attraverso il brand TIM (privati) e TIM Business; in Brasile con il marchio TIM.


Telecom Italia, la storia: Nel 1925 il governo Mussolini riorganizza il sistema telefonico in Italia, che viene suddiviso in 5 zone.

 

Nasce così la Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (Stipel). L’Italia centrale- Bologna è invece gestita da Timo; l'Italia centrale-Firenze-Roma da Teti; il Veneto da Telve; l'Italia meridionale da Set.


Nel 1964 tutte le società vengono quindi riunite in SIP- Società Italiana per l’Esercizio Telefonico.

Negli anni Ottanta, superata la crisi economica del decennio precedente, la SIP viene ristrutturata e modernizzata.


Il processo di liberalizzazione del settore telecomunicazioni con progressiva privatizzazione, avviato negli Stati Uniti, coinvolge anche la SIP, che diventa ufficialmente Telecom Italia nel 1994. Una società nata dalla fusione con Iritel, Telespazio, Italcable e Sirm (Stet).

Nel 1995 nasce TIM, Telecom Italia Mobile, controllata al 63% da Stet.

 

Nel 1997 Telecom Italia e Stet si fondono, proprio in vista della privatizzazione, mentre viene scorporata Seat.


Sempre nel 1997, sotto la presidenza di Guido Rossi, Telecom Italia viene privatizzata e quotata in borsa: la società vende il 35,26% del capitale e ottiene un ricavo di 26 mila miliardi di lire.


In questa occasione si realizza anche ciò che viene definito “nocciolo duro”, ossia degli azionisti che possano supportare la società, guidati dalla Ifil della famiglia Agnelli.


Nello stesso anno Telecom Italia è alla Borsa di Milano; nel 1998 Franco Bernabè diventa il nuovo Amministratore Delegato.

Il “nocciolo duro” in realtà non si dimostra tale, quindi nel 1999 Olivetti, con il lancio di un’offerta pubblica, riesce a ottenere il 51, 02% della società.

 

Il Ministero del Tesoro, nonostante detenesse ancora il 3,5% e la possibilità di bloccare l’operazione tramite la “golden share” , non si presenta all'assemblea indetta per esaminare l’offerta.

L’operazione fatta a debito crea una struttura di controllo piuttosto complessa che fa capo a Bell, una holding del Lussemburgo.


Nel 2001 il 22% delle azioni Olivetti controllate da Bell passano a una nuova finanziaria, Olimpia: il 60% è detenuto da Pirelli e le restante azioni da Edizione Holding dei Benetton, Banca Intesa e Unicredito Italiano, a cui si aggiunge Hopa, la finanziaria di Gnutti. Il nuovo presidente della società diventa Marco Tronchetti Provera.

Nel 2005 Telecom lancia un’OPA su Tim, facendo aumentare ulteriormente il debito della società.


Le ipotesi di cessione della TIM e l’accordo con la News Corp di Murdoch crea dei malumori nell’allora governo guidato da Romano Prodi: nel 2006 Tronchetti Provera si dimette e torna Guido Rossi come presidente della società.

In quello stesso anno Rossi decide di creare un “patto di controllo” sulla società: a Olimpia (con azionisti Pirelli ed Edizione Holding) si affiancano quindi Mediobanca e Generali, raggiungendo complessivamente il 23,6% di Telecom Italia.

 

Pirelli decide di uscire da Olimpia e alla fine la quota passa alla cordata Mediobanca, Generali, Intesa SanPaolo, Sintonia e Telefònica, che dà vita alla holding Telco.

Nel 2008 viene creato un nuovo CdA e come AD torna Bernabè.


Nello stesso anno nasce Fondazione TIM, che opera nell’ambito sociale, con iniziative educative e assistenziali; nella valorizzazione dei progetti su educazione, istruzione e ricerca scientifica; nella tutela del patrimonio storico-artistico e ambientale italiano.


Nel 2013, quando il titolo raggiunge il minimo storico, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo siglano un accordo con la spagnola Telefónica per la cessione delle loro quote in Telco: Bernabè si dimette e come Ad subentra Marco Patuano.

Nel 2014 l’azienda decide di investire sulle infrastrutture di rete anche per lo sviluppo della rete 4G e della fibra ottica.


A partire dal 2015 il brand TIM viene usato per tutte le offerte di telefonia fissa, mobile e internet dell'azienda Telecom Italia.

Nel 2016 la società francese Vivendi inizia la sua scalata a Telecom Italia, diventandone il maggior azionista: Flavio Cattaneo diventa il nuovo AD, incarico da cui si dimette l’anno successivo a favore di Amos Genish.


Nel 2018 la Cassa dEpositi e Prestiti acquista azioni della società per il 4,262% del capitale ordinario; un altro 8,847% è detenuto da Paul Singer con il fondo Elliott che, nell’assemblea azionaria, riesce a sostituire Vivendi ai vertici.

 

Nello stesso anno viene nominato Fulvio Conti come Presidente e confermato Amos Genish come AD.

 

In seguito, sfiduciato dal consiglio d'amministrazione, a diventare nuovo AD nel mese di novembre 2018 è Luigi Gubitosi, tuttora in carica.


Dalle dimissioni di Conti, nel 2019 viene nominato come nuovo Presidente Salvatore Rossi.

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