Conclusioni del Consiglio europeo

Recovery fund, Bilancio Ue e Clima: c’è l’accordo al Consiglio europeo

Ok da Bruxelles a pacchetto Recovery Fund e QFP. Conte: avanti tutta con l'attuazione del Piano per accedere ai 209 mld. È intesa anche su taglio emissioni.

Recovery fund, Bilancio Ue e Clima: c’è l’accordo al Consiglio europeo

Trovato a Bruxelles l’accordo sul “pacchetto ripresa” per superare la crisi del covid-19 costituto dal Recovery Fund o NextGenerationEU e il prossimo Bilancio pluriennale (QFP 2021-2027). Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel alla fine del primo round di discussioni che continuano sul resto dei punti in agenda. L’intesa tra i 27 Capi di Stato e di Governo dell’Unione europea, riuniti all’ultimo Vertice Ue dell’anno sotto la guida della Presidenza tedesca di turno, è il risultato di un compromesso – mediato dalla Germania – che è riuscito a superare il veto di Ungheria e Polonia per poi chiudersi nell’unanimità.

 

La decisione dà il segnale positivo tanto atteso e sperato per procedere con i progetti di ricostruzione delle economie colpite dalla pandemia. I Governi nazionali potranno pertanto beneficiare delle risorse dell’Ue per avviare i Recovery Plan, i piani per uscire dalla recessione (detti anche di recupero, resilienza e rilancio a seconda delle varie etichettature che hanno assunto negli Stati membri). “Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!” è stata la prima reazione del Premier Giuseppe Conte via Twitter, consapevole che ora è tempo di accedere agli oltre 209 miliardi di euro destinate all’Italia.

 

Charles Michel ha sottolineato come il Recovery Fund  sia"un punto di riferimento” che guiderà la transizione verde e digitale grazie ad una dotazione di 750 miliardi di euro del maxi-fondo e un budget complessivo di 1.800 miliardi di risorse europee. “L’Europa va avanti!”, così Ursula Von der Leyen ha accolto con soddisfazione questo importante momento storico in cui l’Unione tira un sospiro di sollievo e guarda al futuro, congratulandosi con i leader Ue per il lavoro svolto da luglio ad oggi.

 

 

Per David Sassoli era fondamentale trovare soluzioni entro l’11 dicembre, per poivotare il QFP e il Regolamento sullo Stato di dirittonella sessione plenaria del 14-18 dicembre. Ha poi specificato che il Parlamento europeo esaminerà in dettaglio le conclusioni del Consiglio europeo, auspicando che risultino compatibili con lo spirito e la lettera del compromesso. “È importante che, ritrovata l’unità ascoltando le differenti ragioni, l’Unione proceda con tutti e 27 gli Stati membri”, ha aggiunto il capo dell’Eurocamera.

 

10 dicembre, poco prima dell'accordo: Macron, Conte, Merkel e Michel

A guardare avanti è soprattutto Emmanuel Macron. Se l’ok al compromesso passasse all’accordo di fatto, il Premier francese si augura di poter “veder arrivare i primi pagamenti (del maxi-fondo per la ripresa) nelle prossime settimane” per tenere fede agli impegni presi in seno al Recovery Plan di Parigi, il Relance France.

 

Siamo in dirittura finale” per sbloccare NextGenerationEU e il QFP, ha dichiarato Giuseppe Conte, ma ribadendo come ci sia ancora lavoro da fare e invita alla “cautela”, dato che serve comunque il voto all’unanimità in materie come quelle affrontate. Non basta l’intesa trilaterale (Germania-Ungheria-Polonia), perché l’ok deve arrivare anche dai restanti 24. Ed è proprio con cautela, infatti, che la Cancelliera Angela Merkel dovrà dirigere gli sforzi della Presidenza tedesca di turno all’Ue per segnare il traguardo nelle prossime ore. “Sono convinto che ci si possa arrivare”, ha dichiarato Charles Michel prima di dare il via alle danze.

 

I dubbi di Rutte

A mettere il dito nella piaga era anche stato il Primo Ministro olandese accende i riflettori sulla questione centrale dei talk di oggi. Mette in chiaro che la dichiarazione elaborata per interpretare lo Stato di diritto va approfondita. “Voglio sapere cosa pensa il Parlamento Ue (…) e voglio essere assolutamente sicuro che il compromesso non limiti in alcun modo il meccanismo e le sue regole”, ha detto Mark Rutte. Al leader olandese preme che i servizi legali del Consiglio possano preparare un parere tra il 10 e l’11 dicembre. E il capo dell’Esecutivo Ue, Ursula Von der Leyen (alle prese anche con le misure d’emergenza per la Brexit) dia garanzie che le violazioni delle clausole sullo Stato di diritto vengano sanzionate già dal 1 gennaio 2021.

 

 

Crisi Covid-19: calendario vaccini dopo luce verde dell'EMA

Aggiornamenti e dettagli sulle conclusioni del Consiglio in merito alla risposta alla pandemia e alle misure previste per combattere il coronavirus sono disponibili nel documento completo diffuso via Twitter dai leader del Vertice Ue.

 

Durante la conferenza stampa di chiusura del Consiglio europeo, Ursula Von der Leyen ha dato aggiornamenti sulle politiche relative alla gestione della pandemia, facendo il punto sulla situazione della risposta Ue al coronavirus. La priorità è “garantire la sicurezza dei vaccini”, ha spiegato il Capo dell’Esecutivo europeo informando anche sulle tempistiche dell’arrivo delle dosi antivirus nei 27 Stati membri per procedere con la somministrazione.

Il vaccino prodotto dalla Pfizer dovrebbe essere pronto entro fine anno se ci sarà il via libera dell’EMA (Agenzia europea del Farmaco), quello di Moderna attorno a metà gennaio. Ha anche detto che “il processo di analisi per Johnson e Johnson” (sperimentazione e validazione) è ancora in corso. “Esorto gli Stati membri a preparare tutto per le vaccinazioni”, ha concluso la Presidente, dopo aver ricordato che l’ultimo step importante, quello della somministrazione vera e propria, passerà quindi nelle mani dei Sistemi sanitari nazionali.

 

Sicurezza, Schengen e relazioni esterne

Sulla cosiddetta “Unione della Sicurezza” dei 27 Stati membri, la Commissione accoglie con favore l'accordo politico sulla rimozione di contenuti terroristici online.

È arrivato l’ok della Commissione Ue all’accordo politico del 10 dicembre tra il Parlamento europeo e il Consiglio sulla proposta di Regolamento sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online. Una volta adottato, garantirà che le piattaforme online svolgano un ruolo più attivo nell’individuazione di contenuti sospetti o che generano l’alert che andranno rimossi entro 60 minuti dalla pubblicazione. L'accordo aiuterà anche a contrastare la diffusione di ideologie estremiste sul Web: una misura importante nella lotta alla radicalizzazione che fa parte dell’agenda anti-terrorismo dell’Esecutivo europeo (ossia il piano Ue per la sicurezza contro il terrorismo).

 

Il Premier Emmanuel Macron ha sottolineato come l’Ue e i leader nazionali debbano avere le idee chiare su come portare avanti l’impegno comune e definire i punti di forza nella lotta al terrorismo e alla criminalità. “Credo che la chiave di svolta di questi sforzi debba essere il rafforzamento e la protezione dello spazio Schengen. Uno spazio di libera circolazione delle persone, che deve essere anche lo spazio di cooperazione più fluida delle nostre forze di polizia e delle nostre magistrature nazionali. Non occorre quindi derogare a Schengen, ma rafforzare Schengen, dando prova anche in questo frangente di una solidarietà che forse è mancata in questi anni”.

 

Sanzioni Ue alla Turchia

Come ci si aspettava, i leader europei - riuniti a Bruxelles - hanno deciso (voto all’unanimità) di sanzionare la Turchia per le attività illegali e aggressive nel Mediterraneo orientale a scapito di Grecia e Cipro.

L’Ue (…) non accetta più una politica di destabilizzazione” esercitata da Ankara nei confronti di uno dei 27. Lo ha chiarito Emmanuel Macron durante la conferenza stampa dell’11 dicembre. “Avevamo dato una chance alla Turchia” lo scorso ottobre - ha continuato il Capo dell’Eliseo - “avevamo posto alcune condizioni (…), ma abbiamo constatato che la Turchia continua le sue azioni provocatrici”. Inaccettabili per il Premier francese.

Anche Angela Merkel, a conclusione del Vertice, ha voluto sottolineare che “la presidenza tedesca avrebbe voluto dei rapporti più costruttivi con la Turchia” e ha chiarito che il Consiglio ha “dovuto prendere decisioni difficili, a causa delle trivellazioni illegali. (…) Comunque, vogliamo lavorare insieme verso un programma costruttivo. Purtroppo, però, come Presidenza tedesca ci riteniamo abbastanza delusi”, ha aggiunto la Merkel.

 

Ultim’ora sulla Brexit

C’è tempo fino a domenica 13 dicembre per sciogliere i nodi sull’uscita “ordinata” di Londra dall’Unione europea, trovare un accordo entro il 31 ed evitare le incertezze del post-Brexit. Ursula Von der Leyen ha presentato le misure d’emergenza proposte della Commissione europea da applicarsi in caso di No-deal.

 

Intesa su Clima verso "zero emissioni": tagliare almeno del 55% entro 2030     

Dopo lunghe trattative e nella ricorrenza del primo anniversario del Green Deal, i 27 membri dell’Unione europea hanno trovato un accordo per un testo condiviso da tutti per un taglio delle emissioni di CO2 pari almeno al 55%: c’è tempo dieci anni. Visto che il target va raggiunto entro il 2030. È quanto annunciato da Charles Michel tra i punti delle conclusioni del Vertice Ue del 10 e 11 dicembre. Per Ursula Von der Leyen, con la decisione odierna Bruxelles non è più al bivio, ma sta intraprendendo un “percorso chiaro verso la neutralità climatica nel 2050”.

L’Europa è la leader nella lotta contro i cambiamenti climatici”, ha ribadito il Capo del Consiglio europeo.  E “adesso fa sul serio”, ha commentato Paolo Gentiloni, Commissario Ue all’Economia, in attesa di nuovi sviluppi sul futuro della green economy.

Anche Emmanuel Macron ha commentato sul tempismo dell’intesa. “Alla vigilia del quinto anniversario dell’accordo di Parigi (…), ci impegniamo a ridurre le nostre emissioni di gas a effetto serra (…)”, avvertendo che una decade passerà velocemente e che bisogna subito mettersi al lavoro per non fallire. “Tutti insieme. Perché non esiste un piano B!”.

 

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