Crisi e recessione, cifre e previsioni Ue 2020. In Italia, PIL -9,5%

Contrazione record in Eurozona. Le stime economiche 2020 della Commissione Ue. In Italia, previsto un calo PIL del 9,5% e l'aumento del debito al 159%.

Crisi e recessione, cifre e previsioni Ue 2020. In Italia, PIL -9,5%

Le stime della Commissione europea parlano di una grave recessione, senza precedenti nella storia dell’Unione europea, di “economia in stato di ibernazione”.

 

La chiusura delle attività produttive e i disagi causati dal lockdown ha portato a conseguenze scioccanti per tutta l’Europa.

 

Lo dimostrano le “Previsioni economiche di primavera 2020”, presentate oggi dal Commissario Paolo Gentiloni, responsabile per gli affari economici dell’Ue, in conferenza stampa a Bruxelles. I dati illustrati erano attesi da Governi, cittadini e imprese, per ‘tradurre’ in numeri l’impatto devastante della pandemia, ma anche per intravvedere il potenziale recupero o crescita delle economie.

 

Ecco le cifre –preoccupanti- derivanti dall’arresto delle attività produttive e dei servizi  durante l’emergenza sanitaria del coronavirus.

 

Le previsioni della Commissione europea (per il 2020) posizionano la Grecia in testa ai Paesi che subiranno il crollo più forte del PIL (-9,7%), seguita dall’Italia. Per l’economia italiana, infatti, le stime Ue prevedono scenari sconfortanti: la drammatica caduta del PIL del 9,5% (media Eurozona: 7,7%, intera Unione: 4,4%) e un aumento del debito al 159%.

 

Nel nostro Paese, il rimbalzo ci sarà, nel 2021, ed è stimato a +6,5% del PIL (per l’Eurozona: +6,3% e per tutta l’Ue: +6,1%).

 

Previsioni economiche di primavera 2020 Ue, dati per l'Italia:

 

Quanto agli andamenti della disoccupazione, i dati non sono migliori. Anche se le misure anticrisi sono state attivate (ad esempio, i regimi di riduzione dell'orario lavorativo, le integrazioni salariali e il sostegno alle imprese), contribuendo a limitare la perdita di posti di lavoro, la pandemia di coronavirus avrà gravi ripercussioni sulla disoccupazione, che è destinata a crescere.

 

Si registrerà un incremento per il 2020 di oltre 2 punti percentuali e, il prossimo anno, i livelli di disoccupazione nell’Ue torneranno a essere simili a quelli delle soglie attuali (poco sopra il 10%). Il mercato del lavoro in Italia, invece, sarà più sofferente (le previsioni di disoccupazione parlano dell’11,8%).

 

“Sia la recessione che il vigore della ripresa saranno disomogenei, condizionati dalla velocità alla quale sarà possibile revocare le misure di sospensione delle attività, dall'importanza di servizi - come il turismo - in ogni economia e dalle risorse finanziarie dei singoli Paesi.” – ha affermato Paolo Gentiloni spiegando come tali disparità rappresentino una minaccia per il Mercato unico e per la Zona-Euro, ma possono essere attenuate attraverso un'azione europea decisa e congiunta. “Dobbiamo essere all'altezza di questa sfida" – ha concluso il Commissario.

 

In Germania, la contrazione è meno marcata, ma comunque la peggiore dal Dopoguerra.

 

Lo shock causato dal covid-19 colpisce tutti i Paesi dell’Ue e tutti avranno una recessione, come ha affermato il Vice-presidente dell’Esecutivo europeo, Valdis Dombrovskis. "In questa fase, possiamo solo mappare provvisoriamente la portata e la gravità dello shock del Coronavirus sulle nostre economie (…).” – ha aggiunto il Vice-presidente – “mentre la ricaduta immediata sarà molto più grave per l'economia globale rispetto alla crisi finanziaria, la profondità dell'impatto dipenderà dall'evoluzione della pandemia, dalla nostra capacità di riavviare in modo sicuro l'attività economica e di risalire in seguito”.

 

 

Sarà quindi fondamentale mantenere l'efficacia delle misure politiche di risposta alla crisi, sia a livello nazionale che dell'Unione europea, per limitare i danni economici e facilitare una ripresa rapida e solida, al fine di mettere le economie su un percorso di crescita sostenibile e inclusiva.

 

Se non si implementerà al più presto una strategia comune per la ripresa - a livello europeo e dal carattere forte e tempestivo - vi è il rischio che la crisi possa portare a gravi distorsioni nel mercato unico e a profonde divergenze economiche, finanziarie e sociali tra gli Stati membri dell’Euro-Zona.

 

La pandemia potrebbe anche lasciare cicatrici indelebili sotto forma di fallimenti e danni a lungo termine al mercato del lavoro. Anche la minaccia di dazi tra l'Ue e il Regno Unito, a seguito della fine del periodo di transizione della Brexit, potrebbe frenare la crescita, anche se in misura minore nell'Unione a 27 rispetto al Regno Unito.

 

Le prossime stime dell’Esecutivo Ue saranno pubblicate a luglio (“Previsioni economiche intermedie d'estate 2020”) e riguarderanno solo la crescita del PIL e l'inflazione. Le ultime previsioni complete dell’anno in corso saranno pubblicate a novembre.

 

Il Ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, ha commentato come i dati presentati oggi dalla Commissione europea confermino la necessità di politiche espansive in Italia e scelte coraggiose in Europa.

 

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