Recovery Fund ultim'ora: ecco il nuovo piano Ue, all'Italia 209 mld

Entra in plenaria la negobox rivista. Recovery Fund a 750 mld (390 in sovvenzioni e 360 in prestiti). All'Italia: 209 mld (82 di sovvenzioni e 127 prestiti)

Recovery Fund ultim'ora: ecco il nuovo piano Ue, all'Italia 209 mld

Vertice Ue, ultim’ora sul Recovery fund:

 

Rientrano in sessione plenaria poco prima della 21h30 i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi riuniti a Bruxelles per la quarta giornata – quella ormai decisiva - del Consiglio europeo sul piano per la ripresa. Con un attesissimo doorstep, poco prima delle 19h00, il Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato di aver sottoposto alle delegazioni una proposta aggiornata per la possibile intesa da raggiungere questa sera.

 

Da fonti europee, trapela un ammontare complessivo per il Recovery Fund pari a 750 miliardi di euro, con suddivisi in 390 miliardi di sovvenzioni (sussidi) e 360 miliardidi prestiti.

 

Le call e gli incontri del Day 4 hanno quindi portato a una nuova negobox (in gergo: la proposta del Presidente) che crea un bilanciamento tra le esigenze del fronte del Sud (che se rinuncerebbe a 10 miliardi di sovvenzioni rispetto al target iniziale) e la resistenza dei Paesi frugali che, alla fine, approverebbero la dotazione totale di NextGenerationEU. Questo pomeriggio, infatti, si temevano ipotesi di un potenziale taglio, quando i media riportavano che il Primo ministro portoghese, Antonio Costa, avesse comunicato che da 750 si stesse scendendo a 700 miliardi. Sospiro di sollievo per la coalizione che in queste trattative è guidata dal Premier Giuseppe Conte.

 

Sempre da quanto appreso questa sera da Bruxelles, questa riformulazione degli importi della negobox indica per l’Italia un totale di 209 miliardi di euro in un mix di 82 miliardi di sovvenzioni (sussidi) e 127 miliardi di prestiti. Bisogna però attendere la decisione definitiva per confermare questi numeri, dato che i leader stanno esaminando la proposta nella sua interezza, verificando calcoli percentuali rispetto alla bozza di precedente. Salvo variazioni, dunque, il nuovo ‘file’ di Michel suggerisce un segnale positivo per Roma, con un aumento di 36 miliardi destinati all’Italia, rispetto alla puntata iniziale della Commissione Von der Leyen che ne assegnava solo 173.

 

Non subirebbe cambiamenti, invece, la cifra proposta per il Bilancio Ue pluriennale 2021-2027 (QFP), che Michel fissa a 1.074 miliardi di euro. L’aumento riguarda i rebates(correzioni) per Danimarca, Germania, Olanda, Austria e Svezia. La negobox attribuirebbe per la Danimarca rimborsi pari a 322 milioni annui, 3,671 miliardi per la Germania, 1,921 miliardi per i Paesi Bassi, 565 milioni all’Austria e 1,069 miliardi alla Svezia.

 

Anche la Governance del Recovery Fund avrà il suo peso nella proposta. Per raggiungere un accordo, Michel stabilirebbe che i Piani presentati dai 27 Paesi dell’Ue vengano sottoposti ad approvazione da parte del Consiglio europeo tramite voto a “maggioranza qualificata” e sulla base di quanto presentato dall’Esecutivo Ue. Si affidata al Comitato economico e finanziario (CEF, composto dagli sherpa dei Ministri delle Finanze) il compito di occuparsi la valutazione sull’implementazione della tempistica e degli obiettivi dell’esecuzione dei Piani dei Governi. Qualora in fase di valutazione si verificassero problemi, quei Paesi che sollevano le criticità possono ricorrere – “in via eccezionale” dice la proposta – alla richiesta di esamina del caso in sede di Consiglio europeo, prima che la decisione diventi effettiva.

 

Si attende l’esito della sessione plenaria dei 27 per conoscere tutti i dettagli del pacchetto per la ripresa.

 

Day 4 – State of Play:

Non c’è ancora accordo e i ‘magnifici sette’ continuano a Bruxelles nel sofferto cammino dell’intesa. Alle 6h00 del mattino, i leader Ue hanno lasciato la sala delle trattative, annunciando che i lavori in sessione plenaria riprenderanno oggi alle 16h00.

 

Il negoziato tra i 27, iniziato ieri alle 17h30, non è riuscito a produrre esiti definitivi. Dopo la lunga nottata, per l’Europa è ancora fumata nera. Al via il Day 4 del Consiglio europeo straordinario che chiama nuovamente i Capi di Stato e di Governo a decidere sul piano di ripresa, in primis, sull’entità del Recovery Fund e del Bilancio pluriennale (QFP).

 

Quando molti capitoli sembrano procedere e avanzare nella giusta direzione, alla fine, non si è visto siglare un compromesso tra le parti su questo importante confronto per uscire da una crisi e recessione covid19 di portata storica.

 

Quali sono allora – in cifre – gli aggiornamenti sui punti chiave? Fonti stampa informano che il Presidente Charles Michel intende proporre una soluzione che riduce le sovvenzioni (sussidi) a 390 miliardi di euro, applicando rebates (correzioni) più bassi rispetto a quanto era stabilito nel documento inziale. E’ senza dubbio un importo minore rispetto ai 500 miliardi proposti dalla Commissione, ma respinto (lo abbiamo visto, per tutta la notte) dai rigoristi: Paesi Bassi, Austria, Svezia, Danimarca e…c’è una new entry sul fronte ‘frugale’: la Finlandia.


Questo potrebbe favorire un potenziale abbassamento della difesa olandese, dato che il Premier Mark Rutte sembra più aperto al negoziato partendo dalla bozza che Michel porterà oggi in plenaria.  Sui piani delle riforme nazionali, sul meccanismo del super freno d’emergenza, sull’entità del Recovery Fund (mix tra prestiti e sovvenzioni) e sulla governance, “Ora c'è un ottimo testo di bozza” – ha dichiarato finalmente Rutte, accennando anche a come la negobox (in gergo, la proposta) “stia lentamente guadagnando consenso. (…) questa è stata una condizione cruciale per noi per essere in grado di costruire quel bilanciamento”.

 

Per l’altro frugale, l’austriaco Sebastian Kurz, non è ancora il momento di considerare i negoziati quasi conclusi, anche se esprime soddisfazione in merito all’importo totale del fondo della ripresa e sull’entità degli sconti per l’Austria (che aveva chiesto un aumento per operare una compensazione). Il Cancelliere austriaco parla anche di un altro punto caldo: la garanzia che investimenti e riforme saranno controllati. E, infine, il suo richiamo sulle questioni relative alla plastic tax, che rientra in quella serie di nuove risorse con cui verrà finanziato il debito comune.

 

 “In questo momento ci stiamo avvicinando allo zoccolo duro delle rispettive posizioni e il confronto diventa più risolutivo” - ha fatto sapere il Premier Giuseppe Conte ieri notte.

 

Day 3 – gli antefatti

In ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista per mezzogiorno, la sessione plenaria della terza giornata di negoziati è iniziata ieri alle 17h30 estendendosi fino al 20 luglio (Day 4).

Era già conto alla rovescia quando Viktor Orban ha battuto un primo colpo. È il Primo Ministro del Governo di Budapest, infatti, a mirare dritto al bersaglio, dichiarando che se il summit naufragasse, sarà per colpa di Mark Rutte. I riflettori restano cosi puntati sulla partita decisiva Olanda-Italia sul mix tra sovvenzioni e prestiti di NextGenerationEU.

 

Proprio per portare un po’ di ossigeno a un’atmosfera sempre più tesa - che stava facendo arenare i negoziati - e accelerare la risoluzione verso un break even point, nella serata del 18 luglio, Michel ha interrotto la riunione con il “freno di super emergenza”, estendendo i colloqui al Day 3.

 

Riusciranno i due fronti opposti a chiudere i negoziati dopo il lungo braccio di ferro (su volume aiuti e governance) tra il fronte del Sud e gli ultimi ‘bastioni’ dei Paesi rigoristi del Nord? Ci sarà la svolta auspicata anche tra Est e Ovest (sullo Stato di diritto) dopo oltre 60 ore di incontri?

I leader non riescono a trovare la quadra su quattro questioni ‘aperte’ che oggi monopolizzeranno le nuove consultazioni e le trattative tra ‘frugali’ e ‘cicale’, cosi metaforicamente definiti dagli ambienti della press internazionale, che associa ai primi anche il concetto di ‘prestiti camuffati’.

 

Ecco in 4 punti il “menu del giorno”, una maratona negoziale, anticipata questa mattina da una colazione tra Michel, Von der Leyen, Merkel e Macron nel rooftop dell’Europa building.

 

Equilibrio tra sovvenzioni e prestiti

Ieri sera, Charles Michel ha proposto una soluzione di compromesso, in cui il proposto fondo di recupero da 750 miliardi di euro consisterebbe in 390 miliardi di euro in sovvenzioni e il resto in prestiti.

 

Ma i Paesi frugali continuano a spingere per un livello inferiore di sovvenzioni per ridurle ulteriormente, scontrandosi con la resistenza del Sud, guidata da Italia e Spagna.

 

Governance del fondo di recupero

I Paesi Bassi hanno vogliono il veto sull'erogazione dei fondi di recupero.

 

Michel ieri ha suggerito un nuovo approccio che crea quello che ha definito un “freno di super emergenza”, per prendere e dare tempo ai Paesi che ancora non chiudono su una posizione unanime.

 

Stato di Diritto

Ungheria e Polonia stanno respingendo una proposta per collegare i finanziamenti dell’Ue ad alcuni criteri dello Stato di diritto.

 

E ancora, lo scontento dell’Olanda che guarda all’ultima proposta di Michel come a una sorta di ‘annacquamento’ del disegno iniziale della Commissione europea.

 

Dimensione del pacchetto complessivo

C’è divisione sulla dimensione del pacchetto combinato di budget e recupero. All’inizio di questo mese, Michel ha proposto un pacchetto di 1.820 miliardi di euro.

Oggi proseguiremo perché dobbiamo fare di tutto per chiudere (…)”, ha affermato Conte riguardo alle divergenze in sospeso e all’azione di accerchiamento della difesa olandese.

 

A esercitare pressione sulla posizione di Rutte oggi sarà lo stesso Michel che dovrà anche affrontare l’ostinazione del Premier olandese a voler mantenere il diritto di veto sugli aiuto e sull’uso dei fondi in bilancio. È buon motivo di un testa-a-testa tra Italia e Olanda la questione del dumping fiscale del Governo dell’Aja, come anche di altri Paesi frugali, come causa di squilibrio dei bilanci nazionali.

 

La risposta di Rutte è altrettanto forte nel segnalare ai Paesi ‘meno resilienti’ di procedere con le riforme, soprattutto quelle del regime pensionistico e del mercato del lavoro (forse, alludendo al ‘quota 100’).

 

Possibili scenari sui ‘nodi’ in sospeso

A fronte di un taglio dei 500 miliardi proposti con garanzia, i nordici potrebbero cedere sull’accordo che attribuisce alla Commissione la gestione degli aiuti. Questa mossa aggira il veto e neutralizzerebbe il peso dei Governi dei 27. Scenario respinto dall’Italia, dato che implicherebbe forti ingerenze di Bruxelles sulle politiche del Paese.

 

Il Piano, rivisto da Michel, apparentemente non è ancora abbastanza per i frugali. Considerando anche che, stando a fonti diplomatiche, Macron avrebbe fatto il possibile, in queste ore, per mettere fuori discussione l’ipotesi di abbattere l’entità delle sovvenzioni spingendole sotto i 400 miliardi di euro. Sebastian Kurz, Cancelliere austriaco, twitta da Bruxelles - in tedesco – auspicando a soluzioni di “solidarietà”, ma - di fatto – il suo messaggio parla aicontribuenti austriaci” per rassicurarli sul suo netto ‘no’ alla condivisione del debito nel lungo periodo. Sempre per Kurz, “C'è stato movimento nella giusta direzione, ma c'è ancora molta strada da fare (…)”, come si legge in un tweet della notte scorsa.

 

L’Unione europea deve trovare un accordo per il rilancio delle economie in recessione per evitare tracolli delle 27 economie e rischi irreversibili, da settembre, per il futuro della moneta unica. Attendiamo gli aggiornamenti delle prossime ore per capire come si uscirà dallo stallo.

 

Quali altri sforzi sta facendo Michel per giungere a esiti concludenti? Il delicato equilibrio tra ‘dare e avere’

Si sa che in un gioco di squadra come quello dell’Unione, tutto può funzionare se si applica la magica formula del DARE/AVERE. Per ridurre l’importo del finanziamento della sovvenzione, il leader belga ha proposto riduzioni a diversi programmi di Bilancio dal progetto originale.

 

Si tratta di un taglio a Horizon2020 per 2 miliardi di euro, per 2,7 miliardi di euro al programma sanitario e 5 miliardi al finanziamento dello sviluppo rurale. E ancora, si eliminerebbero 26 miliardi di euro previsti per sostenere la solvibilità delle aziende. Ha anche addolcito la pillola per i frugali, aprendo possibilità a aumenti degli sconti a compensazione dei contributi complessivi dei Paesi che pagano di più nel Bilancio comune. In cifre: +50 milioni di euro di sconto all’Austria; +25 milioni di sconti per Danimarca e Svezia.

 

La partita, infine, si giocherà anche sui volumi delle entrate doganali dell’Ue che resteranno nelle casse dei Governi, passando dal 15% al 20%.  Una sorta di piccolo-grande goal per Rutte, dato che i porti olandesi, storicamente fiorenti, hanno in mano una parte consistente del traffico europeo.

 

Ecco il link al nostro speciale con tutti i dettagli e le cifre del PIANO RECOVERY su cui Charles Michel sta cercando un punto d’atterraggio.

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