Il Senato elegge i componenti dell’Agcom e del Garante per la Privacy

Alla Camera in corso lo spoglio. Mentre la partita si sposta domani nelle Commissioni parlamentari. Turn over delle presidenze: in lizza Pd, Iv e Leu

Il Senato elegge i componenti dell’Agcom e del Garante per la Privacy

Fumata bianca al Senato che ha eletto oggi i due componenti dell’Autority garante per la protezione dei dati personali e i due del Collegio per le garanzie nelle comunicazioni. Si tratta di Agostino Ghiglia con 123 voti e Pasquale Stanzione con 121 alla Privacy e di Laura Aria ed Elisa Giomi che andranno all’Agcom rispettivamente con 123 e 110 voti. Le votazioni sono andate avanti per tutta la mattina e si sono svolte a scrutinio segreto. In serata toccherà alla Camera eleggere i componenti di sua competenza degli stessi organismi.

 

La partita si è consumata tutta all’interno della maggioranza. In mattinata ad uscire allo scoperto era stato il M5S ufficializzando la candidatura dell’avvocato Guido Scorza e della professoressa Giomi. “Una scelta” aveva fatto sapere il capo politico dei grillini Vito Crimi “che privilegia la competenza e il merito, a garanzia di quella indipendenza che contraddistingue l'azione delle Autorità garanti". Nel corso dei lavori non sono mancate le polemiche. Che sono scoppiate più forti nell’altro ramo del Parlamento dove è in corso lo spoglio delle schede. E dove Italia Viva non ha partecipato al voto “per motivi di merito e di metodo”.  “La nostra decisione - ha dichiarato la deputata renziana Silvia Fregolent - è stata dettata dall'atteggiamento degli altri partiti della maggioranza che, invece di confrontarsi sulle questioni da noi sollevate, hanno scelto la strada di un accordo blindato. In più tra i candidati della maggioranza”, ha aggiunto, “non figurava nemmeno una donna”. Anche Laura Boldrini ha sollevato la questione di genere. L’ex presidente della Camera ha minacciato di non votare nell’ipotesi “inconcepibile” di candidati tutti uomini “con tante professioniste competenti presenti nel Paese”. A denunciare “poca trasparenza” nelle scelte dei componenti di Agcom e del Garante per la Privacy è stata invece Leu. “Il voto avviene nell'oscurità dei criteri che presiedono alle scelte”, ha detto Nicola Fratoianni. Che ha parlato di “vischiose complicità trasversali” e di “Patto del Nazareno” più che mai attuale”. 

 

In realtà le nomine di oggi si legano a quelle per le presidenze delle Commissioni parlamentari. E l’intreccio è tutt’altro che semplice. Domani sera dovrebbero svolgersi le votazioni ma non sono esclusi rinvii. Le trattative sono ancora in corso nei partiti della maggioranza. In gioco ci sono tutte le Commissioni che in questa prima parte di legislatura sono state a guida Lega e che ora devono passare il testimone a Pd, Iv e Leu, da un anno nell’alleanza giallorossa che sostiene il Conte II. Per il Movimento 5 Stelle sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, tranne qualche casella, tutto dovrebbe rimanere invariato. 

 

Tra le Commissioni più ambite del Senato quella Affari Costituzionali che dovrebbe andare al dem Dario Parrini, e la Bilancio per la quale in corsa c’era l’attuale vice presidente Dario Stefàno, ora più probabile alla guida della Commissione Industria. La Difesa dovrebbe andare all’ex ministra Roberta Pinotti. Il Pd potrebbe restare anche al timone della Commissione Sanità con Stefano Collina. Italia Viva ambirebbe invece alle Commissioni Lavoro, Politiche comunitarie e anche Istruzione. A Leu quasi sicuramente andrà la Giustizia con Pietro Grasso presidente. 

 

A Montecitorio in lizza per la Commissione Bilancio ci sono Marattin di Iv e Melilli per i dem. Il Pd avrebbe in mente anche le Commissioni Attività Produttive, Lavoro e Ambiente. Si parla anche della renziana di ferro Maria Elena Boschi alla Giustizia.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA