Contratto a tutele crescenti Jobs act: come funziona per i neo assunti

Contratto a tutele crescenti del Jobs act, come funziona e cosa prevede per i neo assunti, dall'articolo 18 alle buone uscite previste della nuova riforma

Redazione
di Redazione
26 aprile 2018 11:56
Contratto a tutele crescenti Jobs act: come funziona per i neo assunti

Il contratto a tutele crescenti ha ottenuto il via libera da diversi anni.

Una nuova tipologia contrattuale che doveva porre fine alle disparità nel mondo del lavoro ed inoltre incidere fortemente sulla diminuzione della disoccupazione.

Una grande sfida di Matteo Renzi che con la nuova riforma del mercato del lavoro introduceva questo nuovo contratto, un contratto che tende a diventare unico.

Di seguito che cos'è il contratto a tutele crescenti,

come funziona e come viene attuato per i neo assunti,

tipologia di lavoratori che in alcuni casi non godrà delle vecchie tutele dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.

 

Il contratto a tutele crescenti 2018

Il contratto a tutele crescenti 2018 è l'attuale contratto di lavoro. Un tipo di contratto voluto dal cambiamento della riforma del lavoro che sostituirà il vecchio contratto di lavoro a tempo indeterminato (per molti italiani diventato un sogno da diversi anni a questa parte). Infatti il nuoco testo sulle tutele crescenti dovrebbe incoraggiare tutte le aziende ad assumere i dipendenti, dopo un periodo di prova stabilito, dati gli incentivi dello Stato come gli sgravi fiscali. Una forma contrattualistica su sui il governo Renzi punta molto per sopprimere la forte precarietà dettata dal contratto a progetto, a chiamata, di collaborazione e così via.

Il contratto a tutele crescenti è previsto nel Jobs act. La nuova riforma del lavoro vuole, infatti, ridurre la forte disoccupazione e limitare la grande precarietà che si è formata nel paese tra il Governo Berlusconi, Prodi e Monti (nonché quello delle larghe intese di Enrico Letta che non è riuscito a cambiare una virgola sul problema lavoro).

Il contratto a tutele crescenti riguarderà le nuove assunzioni a tempo determinato ed indeterminato: per quest'ultima tipologia il reintegro sarà previsto solo nei casi in cui il licenziamento avverrà per motivi discriminatori e solo per alcune fattispecie disciplinari; i licenziamenti verranno remunerati con una dovuta buona uscita che varierà a seconda dell'anzianità lavorativa. Tuttavia con questo nuovo contratto previsto dalla riforma del lavoro le aziende dovrebbero essere fortemente incentivate ad assumere, dopo un dovuto periodo di prova, dati i notevoli sgravi fiscali.

 

Il contratto a tutele crescenti per i neo assunti come funziona?

Il contratto a tutele crescenti per i neo assunti come funziona? Ci sarà una notevole modifica dell'articolo 18; per questa categoria di lavoratori non ci sarà il reintegro in azienda se il dipendente verrà mandato via con un licenziamento ingiustificato. Tuttavia l'articolo 18 continuerà a tutelare tutti quei casi in cui il lavoratore sarà allontanato da un posto di lavoro per motivi discriminatori e per rari casi di natura disciplinare.

Quindi il contratto a tutele crescenti fermerà eventuali reintegri per licenziamenti ingiustificati dall'articolo 18. Tuttavia, per evitare che molti neo assunti perdano il posto di lavoro per poi essere sostituiti successivamente da “nuovi neo assunti”, nella riforma del lavoro il Governo ha attuato anche l'indennizzo per questa categoria di lavoratori ai quali spetterà sulla base di quanto lavorato. Si tratta di un indennizzo che oscilla tra i 1,5 e i 2 stipendi per ogni anno lavorativo. Secondo Matteo Renzi questo dovrebbe disincentivare le aziende “furbette” (e con i contratti a progetto e di collaborazione mal attuati se ne stimano molte nella penisola) a godere di personale precario con il contratto a tutele crescenti.

Per i neo assunti, a differenza dei contratti a progetto e a chiamata, ci sarà il diritto di ferie e malattia pagata. Un lusso per tutti i dipendenti precari del paese.

Ma come funziona il contratto a tutele crescenti? Si tratta di un contratto che darebbe sempre più vantaggi in base all'anzianità. A partire dall'assunzione, passando agli sgravi fiscali per le aziende ed arrivando fino al sussidio di disoccupazione unico (Naspi).

Secondo il principio del contratto a tutele crescenti il lavoratore sarebbe soggetto ad un periodo di prova di 36 mesi. Dopo questo lasso di tempo, che non deve prevedere più di 5 rinnovi, la risorsa deve essere assunta a tempo indeterminato. Per evitare un eventuale fine del rapporto lavorativo dopo i 36 mesi il Governo attuerà un piano di sgravi fiscali per tutte le aziende che assumono.

 

Contratto a tutele crescenti da quando?

Da quando ci sarà il contratto a tutele crescenti? E a chi si applicherà? Il via libera per questa innovazione nel mondo del lavoro italiano è arrivato e dal 1° marzo 2015 la riforma del lavoro sarà attiva. Il nuovo contratto a tutele crescenti verrà applicato verso tutti i nuovi dipendenti quindi nei riguardi di tutti quei lavoratori che verranno assunti a partire dal 1° marzo 2015.

Per tutti i neo assunti ci sarà un forte cambiamento nel mondo del lavoro che dovrebbe minare la precarietà almeno in parte.

Con questa metodologia il mercato del lavoro si dovrebbe uniformare andando verso un unico grande contratto di lavoro (appunto quello a tutele crescenti) rimediando al forte precariato che si è creato negli ultimi anni.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti si sono ritenuti molto soddisfatti del lavoro svolto dal Governo e hanno parlato di una svolta per tutti quei giovani e meno giovani che da anni hanno visto la politica combattere i precari e non il precariato.

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